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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXV - Numero 6/2007 - GIUGNO 2007 |
Safety & security
Sicurezza canadese sotto i riflettori
In un rapporto sulla sicurezza portuale di recente pubblicazione, la Commissione Permanente del Senato Canadese sulla Sicurezza e la Difesa Nazionale lamenta che alcune questioni continuino a rimanere irrisolte, malgrado già da quattro anni esse siano state messe in evidenza quali problemi di una certa gravità.
La Commissione senatoriale ha espresso diverse ragioni su cui fondano le proprie maggiori preoccupazioni, tra cui il fatto che approssimativamente il 30% delle spedizioni containerizzate importate attraverso i porti canadesi siano destinate agli Stati Uniti.
La Commissione ha dichiarato che secondo le risultanze di uno studio del 2003 i porti canadesi sono stati classificati come scarsamente presidiati ed equipaggiati in modo insufficiente con attrezzature per la verifica di contenitori e personale.
Esso ha aggiunto che i porti del paese "non sono protetti da accordi con gli altri paesi ai sensi dei quali si potrebbe chiedere occasionalmente che le navi dirette in Canada possano essere esaminate nei porti stranieri prima che esse salpino alla volta delle proprie destinazioni canadesi".
Nel suo ultimo rapporto, la Commissione ha dichiarato: "La maggior parte di questi significativi problemi persistono presso gli scali marittimi canadesi".
I senatori hanno raccomandato una soluzione di stile statunitense che sposti il problema fuori dai confini canadesi, affermando che c'è bisogno che i responsabili dei servizi di sicurezza canadesi siano dislocati presso i porti stranieri.
La Commissione, peraltro, ha criticato la politica secondo cui i funzionari delle Dogane Canadesi vengono distaccati presso i porti statunitensi di New York/New Jersey, Seattle e Tacoma, piuttosto che presso altri porti stranieri: "Che spreco di denaro. Il Canada riceve la stragrande maggioranza dei nostri carichi containerizzati d'oltremare dai porti di Anversa, Hong Kong ed Amburgo".
Fino adesso, il rapporto è consistito solamente in una serie di raccomandazioni, più che in un vero e proprio piano d'azione ufficiale, ma comunque ha suscitato notevole scalpore nell'ambito della comunità portuale canadese.
I responsabili del porto di Vancouver, nella British Columbia - il maggior porto canadese in termini di volumi containerizzati - hanno respinto le accuse di fragilità della sicurezza, dicendo di aver ricevuto favorevoli riscontri sulla sicurezza da parte delle autorità legislative sia canadesi che statunitensi.
(da: Containerisation International, maggio 2007, pag. 24)
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