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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 1/2008 - GENNAIO 2008
Porti
Allarme
dei porti per l'ondata di tempeste
L'intensificarsi
delle tempeste che hanno colpito il Mare del Nord all'inizio
di novembre ha posto le autorità portuali in stato di massimo
allerta e ha fornito al Porto di Rotterdam ed al governo olandese
l'opportunità di collaudare la barriera Maeslant sotto
pressione.
Anche
se molti comunicati stampa hanno parlato di una chiusura di
Rotterdam nel corso della tempesta, il porto in realtà era
ancora operativo al 50%, dato che la barriera impedisce l'accesso
solamente alle parti orientali del porto, che sono a livello più
basso, tra cui Vlaardingen, le banchine cittadine e Botlek.
Le
aree di Maasvlakte ed Europoort situate ad ovest, che sono state
realizzate ad una quota più elevata, dispongono di un accesso
diretto al mare.
Il
Maasvlakte 2 sarà costruito ad una quota leggermente ancora
più elevata.
La
barriera è stata chiusa dalle 23 circa di giovedì 8
novembre fino alle 18 circa del giorno successivo, comportando
conseguenze per una sessantina di navi.
“Eravamo
ben preparati a questo evento” ha dichiarato un portavoce del
porto.
“Si
è trattato di una chiusura programmata della barriera.
Il
ministro dei trasporti la chiude sempre a settembre per controllare
che funzioni bene ed era stato deciso che alla prima tempesta dopo
quella data avremmo chiuso la barriera senza tener conto del fatto
che fosse realmente necessario, al fine di collaudarla sotto
pressione”.
La
barriera andrebbe normalmente chiusa se si prevede che le maree
raggiungano un apice di 3 metri rispetto al livello normale; le
prime previsioni, nel caso citato, parlavano di 3,3 metri, mentre
poi nella realtà la punta massima si è attestata a
2,6-2,7 metri.
I
piani di Rotterdam relativi ad un'evenienza con previsioni di
una punta di 3 metri iniziano con avvisi preliminari agli operatori
marittimi ed altri soggetti, fino alla chiusura della barriera.
“E'
andato tutto molto bene” afferma il portavoce del porto.
“Per
noi si tratta di una semplice routine; se si sa in anticipo come
stanno le cose, non c'è nessun problema”.
Dal
punto di vista del porto, un problema maggiore da prevenire deriva
non dal mare ma piuttosto dall'hinterland.
“Poiché
il Reno passa gradualmente da fiume con acque di fusione a fiume con
acque piovane, ne risultano picchi maggiori e più frequenti:
si tratta di una cosa che dobbiamo affrontare” ha dichiarato
il portavoce.
“Punte
più elevate e basse maree inferiori provocano un impatto sul
trasporto fluviale.
Tale
frangente provoca altresì preoccupazione per gli impianti
industriali ed elettrici nell'hinterland.
“Questa
situazione porta con sé minacce ma anche opportunità,
quali gli impianti di carbone che vengono nell'area portuale”.
Il
Porto di Felixtowe è stato afflitto dal vento che ha indotto
la marea, piuttosto che dalla marea stessa.
“Noi
ovviamente stavamo monitorando l'altezza della marea, le
previsioni e la potenziale altezza dell'ondata” afferma
il portavoce Paul Davey.
“In
ogni caso, la marea in realtà non ha raggiunto l'altezza
prevista, ed anche quest'ultima era ben al di sotto
dell'altezza di banchina che abbiamo qui.
Sebbene
non ritenessimo che si potessero verificare interruzioni del
servizio di qualche rilievo, eravamo preparati ed avevamo
predisposto piani di emergenza nel caso le previsioni si fossero
rivelate sottostimate”.
Il
porto è stato chiuso a causa dei forti venti per un certo
periodo nel corso della notte di giovedì e poi dalle prime
ore di venerdì mattina sino a quasi metà giornata.
“C'è
di buono che le maree possono essere previste, di modo che non ci
sono sorprese” ha detto Davey.
“E
non ci sono previsioni nel senso che ci si aspetta che la marea
nell'immediato futuro possa superare l'altezza delle
banchine.
Com'è
ovvio, se le previsioni dovessero mutare, dovremmo occuparci delle
difese portuali dal livello del mare; esse, peraltro, al momento
sono alquanto adeguate.
Chiaramente,
siamo tutti consapevoli del dibattito in corso sui cambiamenti
climatici e sul potenziale aumento del livello del mare”.
Le
precauzioni prese a Felixtowe includevano lo spostamento delle gru
bordo-costa al Trinity Terminal allo scopo di prevenire qualsiasi
rischio che le navi si impigliassero nelle gru a causa dei venti di
tempesta.
Sono
stati altresì messi in atto piani finalizzati ad isolare le
componenti elettriche delle gru, nel caso si fossero verificate
delle inondazioni.
Great
Yarmouth si è trovata proprio in prima linea; centinaia di
residenti del luogo sono stati evacuati in centri di accoglienza
nell'imminenza dell'inondazione.
Eddie
Freeman, dirigente in capo della Great Yarmouth Port Company, ha
dichiarato: “Abbiamo un piano di reazione in atto per queste
cose e gli avvisi dell'Agenzia per l'Ambiente erano
corretti, così come lo è stato il suo approccio nel
complesso.
Tutti
hanno effettuato i preparativi di propria competenza, noi compresi,
e fortunatamente non si è verificata l'altezza di marea
prevista.
Abbiamo
avuto un po' d'acqua che si è fatta largo tra le
fognature a livello locale, ma poi si è subito ritirata”.
Non
ci sono stati danni al porto e l'acqua non è tracimata,
ha dichiarato Freeman.
Tuttavia,
l'archivio dell'autorità portuale si trova nei
fondi dell'edificio che ospita l'ente e perciò
tutta la documentazione è stata portata ai piani superiori
per precauzione. (da:
PortStrategy, dicembre 2007, pag. 15)
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