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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVII - Numero 1/2009 - GENNAIO 2009
Industria
Le imprese edili chiedono container adeguati alle proprie
esigenze
Anche se alle imprese piacerebbe utilizzare i contenitori per
una quota molto maggiore delle proprie attività
internazionali, i dirigenti delle stesse lamentano il fatto che in
molti casi il tipo di carico movimentato non si adatta facilmente
agli equipaggiamenti messi a disposizione dalle linee di
navigazione.
Uno di loro, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha dichiarato:
"Noi fungiamo da società di approvvigionamento per una
delle maggiori imprese edilizie a livello mondiale e tutti i mesi
movimentiamo diverse migliaia di contenitori relativi a progetti
infrastrutturali di varia natura quali hotel, aeroporti ed
autostrade.
Tuttavia, il tipo e la disponibilità di equipaggiamento
spesso significano che non possiamo utilizzare i servizi delle linee
di navigazione così spesso quanto vorremmo".
Attualmente, il gruppo, che ha sede in Asia, controlla circa
30.000 TEU ed effettua altresì nel corso di un anno fra 20 e
30 viaggi con rinfusiere che stazzano in media 50.000-60.000
tonnellate lorde.
Secondo il dirigente in questione, è importante che la
società conservi un "punto d'appoggio in entrambi i
campi", poiché la natura dei prodotti spediti e la
varietà delle località servite stanno a significare
che i contenitori talvolta non sono adatti, mentre i porti più
vicini non sono sempre serviti da operazioni di linea.
Spiega il dirigente: "Anche se i servizi containerizzati
sono, in genere, più affidabili e la frequenza delle partenze
è spesso migliore rispetto a quello delle operazioni con
rinfusiere, queste ultime, di solito, risultano essere più
flessibili.
Esse inoltre possono assicurarci migliori vantaggi in termini di
costi e migliori economie di scala per la maggior parte del tempo".
Il rispetto degli orari, tuttavia, è una delle principali
domande che vengono rivolte alla società ed è anche il
maggiore inconveniente dei servizi alla rinfusa, che normalmente
operano su base occasionale.
"La tempistica riveste un valore decisivo, dato che la
mancata consegna in tempo può causare ritardi al progetto e
comportare per noi la conseguenza di pesanti penalità per non
avere completato i lavori in tempo" spiega il dirigente
logistico.
"Si tratta di un enorme compito e noi dobbiamo fare in modo
da avere un monitoraggio della filiera delle forniture ed un
processo di gestione appropriati.
Anche se la maggior parte di noi pensa che la containerizzazione
sia il futuro, la nostra opinione è che la rivoluzione del
container (compreso il modo in cui i terminal contenitori
movimentano i carichi fuori sagoma) stia attraversando un periodo di
stagnazione e che il settore non si stia adoperando per addivenire a
nuove idee per la movimentazione dei prodotti della sua base
clientelare che si va allargando.
Sul fronte degli equipaggiamenti, ad esempio, abbiamo visto
poche novità da quando prodotti speciali quali gli open top
ed i flatrack apparvero negli anni '70 ed ‘80".
Il dirigente sostiene che i requisiti sono cambiati e che la
"capacità dei contenitori" aveva bisogno di fare
dei passi avanti.
Per quanto riguarda la sua ditta, il dirigente vorrebbe box con
portelloni laterali.
"Questo agevolerebbe e migliorerebbe notevolmente le nostre
attività di carico e scarico delle merci" asserisce il
dirigente "ma troviamo impossibile assicurarci un quantitativo
bastevole di questo tipo di equipaggiamento".
Secondo Andrew Foxcroft, esperto di Containerisation
International per i settori della produzione e del leasing di
contenitori, la principale ragione di questa carenza consiste nei
"pesanti costi di produzione".
Spiega Foxcroft: "I container con aperture laterali (quasi
tutti di lunghezza pari a 20 piedi) in effetti esistono, ma sono
utilizzati solo in piccolo numero (alcune migliaia di unità a
fronte di 30 milioni di TEU nel complesso) e così i costi di
costruzione per unità sono assai elevati.
Di norma, essi sono due volte più costosi rispetto alle
unità standard per carichi secchi delle medesime dimensioni.
Tali unità sono anche più costose da gestire nelle
operazioni ed agli effetti della manutenzione, nonché di gran
lunga più vulnerabili dal punto di vista della sicurezza.
Fondamentalmente, perciò, il grosso della domanda non li
riguarda".
Il c.e.o. della ditta sopra citata ha sollevato qualche
eccezione rispetto a tale opinione.
Ha infatti dichiarato al riguardo: "Se si osservano i
nostri volumi, sono sicuro che i vettori marittimi possano
effettuare investimenti per darci questa opzione senza troppe
difficoltà.
Così facendo, noi avremmo altresì la possibilità
di dirottare ulteriori volumi dalla rinfusa ai box".
Aggiunge poi: "15-20 anni fa, ci volevano quasi cinque anni
per completare un hotel da 500 camere; adesso, occorre un solo anno,
dal momento che la maggior parte delle componenti viene spedita
prefabbricata.
Queste parti ovviamente sono pesanti e dalle grandi dimensioni
e, a differenza dei bei vecchi tempi, lo spazio nei magazzini, dove
noi svuotiamo i contenitori, è alquanto limitato.
Perciò, ci è di aiuto il fatto di poter
caricare/scaricare i materiali dai lati del container, evitando così
pure una doppia movimentazione.
Si tratta di un obbligo ormai, dato che il lavoro è così
costoso di questi tempi, specialmente nel mondo sviluppato".
L'equipaggiamento Super Rack potrebbe essere un'opzione per la
società, dal momento che, per alcuni carichi, esso la
dispensa dalla necessità di utilizzare gru per le operazioni
di carico e scarico.
Anche se il dirigente ha dichiarato che gli open side, i
flatrack e gli open top hanno fornito qualche risposta ai problemi
della sua società, ha poi sostenuto che in molti casi i
servizi convenzionali sono sia più razionali dal punto di
vista dei costi, sia più flessibili.
Conclude l'esperto dirigente: "Una o due compagnie di
navigazione forniscono contenitori "hard top" nei quali
possiamo rimuovere il tetto e caricare le merci.
Se la rivoluzione del container si accinge a muovere verso il
prossimi livello, allora abbiamo bisogno di vedere più
innovazione; e quale partenza migliore potrebbe esserci, se non sul
fronte degli equipaggiamenti?". (da: Containerisation
International, dicembre 2008, pag. 51)
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