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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVII - Numero 11/2009 - NOVEMBRE 2009
Conferenze e convegni
Diventa più difficile il finanziamento dei porti
Anche se molti dei partecipanti alla conferenza “Port
Finance International”, svoltasi recentemente a Londra, hanno
ritenuto che le attività portuali a livello globale fossero
“fondamentalmente buone”, la recessione mondiale ed il
conseguente rallentamento dei traffici hanno reso molto più
difficile il loro finanziamento.
Sotto molti aspetti, Martin Blaiklock, specialista finanziario
della Independent Port Consultants con sede nel Regno Unito, ha
riassunto i loro umori.
La sua presentazione, anche se ha descritto come le banche siano
generalmente interessate ad investire nei porti e a prestare denaro
a sviluppatori ed operatori, ha altresì sottolineato le
condizioni più rigorose che adesso prevalgono.
Il relatore ha suggerito che le banche sono riluttanti a
prestare denaro per periodi superiori a nove anni e afferma che il
costo dei finanziamenti a debito dei porti si è raddoppiato a
partire dal manifestarsi della crisi creditizia globale e della
recessione economica.
Nel contempo, Alan Shaoul, tesoriere della Euroports Holdings
con sede in Lussemburgo, un gruppo che gestisce un portafoglio delle
società concessionarie portuali europee, ha sostenuto che i
fondi infrastrutturali sono divenuti più selettivi nel
settore portuale.
Negli ultimi anni si è visto il settore marittimo
chiedere a gran voce molti di tali fondi, il che ha di conseguenza
sospinto le valutazioni a livelli molto elevati, e, in alcuni casi,
ha comportato vendite angosciose.
Avverte Shaoul: “I fondi infrastrutturali dovrebbero
sapere che farsi coinvolgere nel settore portuale non è una
sgroppata veloce”.
Fra gli altri, un relatore che rappresentava il settore delle
operazioni terminalistiche portuali, ha chiesto di poter comprendere
meglio quella che ha indicato come la “nuova realtà”
del settore globale del trasporto containerizzato.
Christian Moller Laursen, vice presidente e dirigente
finanziario in capo della APM Terminals con sede all'Aja, ha
sostenuto che gli operatori terminalistici e le linee di navigazione
loro clienti hanno bisogno di lavorare a più stretto contatto
per avere successo nella nuova situazione di “crescita a
rilento e proventi ridotti” nell'ambito dei traffici.
“Malgrado la crescita più lenta” ha
dichiarato “il settore portuale resta sostanzialmente
attraente.
Il mondo continuerà a crescere a lungo termine e la
globalizzazione e la containerizzazione delle merci continueranno,
in particolare nei mercati emergenti”.
Quest'anno, nei primi nove mesi, si stima che i traffici
portuali containerizzati a livello globale siano diminuiti nella
fascia dal 12% al 15% e, anche se vi sono alcuni segnali di ripresa,
ci si aspetta che il 2010 sia assai difficile. (da:
ci-online.co.uk, 20.11.2009)
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