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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 FEBBRAIO 2014
TRASPORTO MARITTIMO
RITARDO DI SETTE ANNI PER IL CANALE DI KIEL
È stato detto che le navi che passano attraverso il
Canale di Kiel, un'arteria di trasporto via acqua fondamentale e
decisiva per il successo delle principali porte d'accesso tedesche
per i container di Amburgo e Bremerhaven, potrebbero continuare ad
affrontare ritardi per i prossimi sette anni.
L'agenzia marittima GAC avverte che i tempi di attesa per le
navi lunghe oltre 125 metri e con pescaggio di più di 6,5
metri che cercano di entrare nella chiusa occidentale di Brunsbüttel
si sono allungati sino a 12 ore, mentre all'ingresso orientale di
Kiel-Holtenau ci sono stati ritardi sino a quattro ore.
Il canale ha quasi 120 anni di età e, con 37.000 transiti
ogni anno, passano più traffici attraverso le sue antiche
chiuse di quanto non accada attraverso i canali di Suez e Panama
combinati.
Tuttavia, soffre da sempre di una cronica mancanza di
investimenti da parte dei governi federali che si sono succeduti nel
tempo, il che, per un paese che è orgoglioso delle proprie
conquiste relative alle infrastrutture e del suo retaggio marittimo,
è particolarmente fastidioso per gli operatori del trasporto
marittimo.
“I problemi sono dovuti alla mancata manutenzione nel
corso degli ultimi 25 anni” ha dichiarato una fonte locale.
È stato spiegato che i piani finalizzati alla costruzione
di una nuova chiusa a Brunsbüttel e ad approfondire ed
allargare il canale esistono sin dagli anni '80, ma che, in seguito
alla riunificazione della Germania nel 1989, i traffici nel canale
erano calati precipitosamente poiché la flotta della ex
Germania Est era scomparsa e l'Unione Sovietica si era dissolta:
entrambi i paesi, infatti, facevano affidamento sul canale quale
punto di accesso al Mare del Nord ed all'Oceano Atlantico.
Di conseguenza, i fondi infrastrutturali federali erano stati
dirottati sulla ricostruzione della Germania Est, ed in particolare
della sua rete stradale.
Pertanto, il canale non era preparato all'impennata dei traffici
nel Baltico che ha avuto luogo negli ultimi 15 anni, specialmente
per quanto riguarda i carichi containerizzati di raccordo da Amburgo
a Bremerhaven.
Le chiuse, che erano state progettate nel 1900 - sul finire
dell'era del vapore - non erano in grado di far fronte ai battelli
moderni.
Le navi oggi raramente spengono i loro propulsori quando
attraccano ad una chiusa, dal momento che ciò comporta gravi
inefficienze in relazione al carburante.
Ciò ha creato una tale tensione che le ruote del varco
della chiusa di Brunsbüttel, che giravano su rotaie posate sul
fondo della chiusa, si spostavano; adesso le porte si muovono su
pattini di legno.
Il canale ha quattro serie di chiuse: due per le navi lunghe
sino a 125 metri ed un altro paio più grandi che possono
accogliere navi fino a 310 metri di lunghezza.
A primavera dell'anno scorso, entrambe le serie di chiuse ai due
capi del canale sono state messe fuori servizio, il che ha
significato per le navi dover aggirare la costa danese: in alcuni
casi, una deviazione di centinaia di miglia.
Secondo Alexander Geisler, amministratore delegato della VHSS,
l'associazione degli agenti marittimi di Amburgo, si è
trattato di una crisi tale che alla fine è riuscita a
strappare una risposta al governo tedesco.
Geisler è senza dubbio scoraggiato dalla mancanza di
considerazione che al canale è stata data dal governo di
Berlino, che rimane sostanzialmente il responsabile del suo
finanziamento.
“Abbiamo formato una coalizione con armatori, agenti,
spedizionieri di merci ed anche piloti marittimi a siamo andati a
Berlino per fare un bel po' di lobbying.
Il Canale di Kiel è troppo importante per i porti di
Brema ed Amburgo, ed un sacco di esportazioni dalla Baviera e la
Germanai meridionale destinate in Russia e negli stati baltici
passano attraverso Kiel.
Peraltro, tanta gente in Germania semplicemente non lo capisce;
anche se il ministro delle infrastrutture viene dalla Baviera, per
lui la priorità sono le strade” ha dichiarato Geisler.
Ciononostante, gli forzi di Geisler a Berlino hanno avuto
successo, dal momento che il governo si è impegnato a
riparare la grossa chiusa di Brunsbüttel e ha dato il via
libera ai piani finalizzati alla costruzione di una quinta chiusa in
quel sito.
I costi previsti sono dell'ordine di oltre 300 milioni di euro,
ma la chiusa sarebbe in grado di movimentare navi sino a 330 metri
di lunghezza.
Dato che una portacontainer Kiel-max si attesta a circa 1.400
TEU, consentire al canale di movimentare navi più grandi
richiederebbe il suo dragaggio ed allargamento, che potrebbero
costare almeno 1 altro miliardo di euro.
Peraltro, anche la sola riparazione della chiusa di Brunsbüttel
non sarà un'impresa facile.
Ci si aspetta che i lavori durino almeno fino ad aprile, a
seconda delle condizioni meteorologiche, mentre la costruzione della
quinta chiusa richiederà da sei a sette anni, il che, a detta
di Geisler, probabilmente comporterà ulteriori ritardi per le
operazioni di trasporto.
“Il grosso problema è che le compagnie di
navigazione hanno bisogno di affidabilità; la filiera della
distribuzione pure; se noi non siamo in grado di minimizzare il
rischio dei ritardi o quello che una nave resti bloccata, perderemo
occasioni di lavoro.
Tutti quanto lo sanno a Kiel, e tutti lavorano incredibilmente
sodo per tenerlo aperto” ha aggiunto Geisler.
Tuttavia, molti ad Amburgo sono inoltre preoccupati perché,
se i ritardi dovessero persistere, le linee di navigazione
potrebbero optare per la rotta più lunga su base permanente.
Il loro timore è rappresentato dalla concorrenza da parte
di Rotterdam ed Anversa.
Poiché questi porti stanno al di là del canale, la
deviazione attorno alla Danimarca non è un problema serio ed
entrambi da tempo cercano di attirare i traffici baltici di
trasbordo a discapito della loro sede tradizionale in Germania.
Secondo l'autorità del Canale di Kiel, il transito nel
canale farebbe risparmiare ad una linea di navigazione 332 miglia
nel passaggio da San Pietroburgo ad Amburgo, rispetto alla rotta
attorno alla Danimarca; tuttavia, il risparmio sarebbe di sole 182
miglia se la partenza avvenisse da Rotterdam.
In presenza di oneri di transito nel canale e lunghi ritardi, il
passaggio attorno alla Danimarca appare più allettante e le
navi hanno già iniziato ad effettuare la deviazione.
Gli agenti marittimi locali, tuttavia, non ritengono che si
verificherà un dirottamento permanente.
“Alcune navi hanno deciso di percorrere la rotta via Scaw,
ma noi confidiamo che ritorneranno quando le operazioni saranno
rientrate nella normalità” ha dichiarato uno di loro.
“L'anno scorso, durante la chiusura del Canale di Kiel,
tutto il traffico si è svolto via Danimarca, ma subito dopo
la riapertura è tornato tutto quanto.
Pertanto, noi confidiamo di dover solo far passare il periodo
delle riparazioni per poi riportare i traffici nel Canale di Kiel”.
Peraltro, i ritardi stanno già costando di più ai
caricatori.
L'operatore feeder nordeuropeo Team Lines ha imposto un
sovrapprezzo di 17,5 euro/TEU per il Canale di Kiel “al fine
di compensare i tempi di attesa aggiuntivi con velocità di
servizio più elevate che hanno comportato un consumo maggiore
di bunker ed altri costi operativi nel corso della permanenza in
porto”.
Anche la Hapag-Lloyd implementerà un sovrapprezzo di 18,5
euro per TEU a partire da febbraio.
Né i vettori sembrano avere molte speranze che i problemi
relativi al canale possano essere risolti tanto presto; situazione,
questa, che Geisler osserva con ironia: “La cosa buffa è
che, più di un secolo fa, il Canale di Kiel è stato
costruito in otto anni, mentre per noi adesso ce ne vogliono sei
solo per costruire una chiusa”.
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