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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 28 FEBBRAIO 2014
STUDI E RICERCHE
L'INSERIMENTO DI PORTACONTAINER ULTRA GRANDI POTREBBE
RAPPRESENTARE L'ULTIMO LANCIO DI DADI PER ALCUNI VETTORI
A fronte di uno scenario che la settimana scorsa rappresentava
un altro drastico calo delle tariffe a pronti nei traffici
Asia-Europa - una diminuzione del 12% in appena sette giorni -
sembra che peraltro non ci sia alcuna riduzione delle ordinazioni di
portacontainer ultra grandi, il che, secondo la ditta di consulenze
marittime Drewry, costituisce una strategia da “fare qualcosa
o scomparire” da parte di vettori “determinati a
rimanere in corsa per economie di scala maggiormente competitive”.
Infatti, nell'ultima sua Container Insight settimanale,
la Drewry afferma che la capacità delle portacontainer ultra
grandi di più di 10.000 TEU si incrementerà del 31,4%
quest'anno, dal momento che verranno consegnati 60 di questi
colossi, e di un ulteriore 30% nel 2015.
Peraltro, la società di consulenza ha aggiunto che “è
improbabile” che la crescita dei carichi basti a riempire
queste unità di nuova costruzione nei prossimi due anni.
La Drewry si aspetta che alcune delle consegne vengano rinviate
- solo 34 delle 44 navi di oltre 10,000 TEU previste per il 2013
sono davvero entrate in servizio - ma aggiunge che tutto dipende dal
potere contrattuale degli acquirenti.
Dato lo squilibrio fra domanda ed offerta nella direttrice di
traffico Asia-Europa a causa dell'afflusso delle nuove
portacontainer ultra grandi, l'implicazione che ne deriva è
che alcune di loro dovranno essere impiegate in altre rotte, ma il
consulente conclude che se ciò dovesse avvenire, i vantaggi
dell'economia di scala delle navi andrebbero perduti a causa della
loro sottoutilizzazione.
Nel contempo, nelle prossime settimane si vedranno i risultati
finanziari per il 2013 pubblicati da altri vettori marittimi che
forniranno una prospettiva dell'anno in corso.
Già si è sentito qualcosa dalla Hanjin che ha
riferito di un risultato negativo di 630 milioni di dollari, mentre
la China Shipping Container Lines ha preannunciato di aspettarsi una
perdita di 435 milioni di dollari.
Data la diffusa sensazione di un fiacco ultimo trimestre 2013, è
difficile pensare come vettori marittimi in rosso o appena in
pareggio alla fine del terzo trimestre possano essere in grado di
riferire cifre in nero in relazione all'intera annata.
Inoltre, anche le note integrative di bilancio più
ottimistiche dovranno sforzarsi per mettere sotto una luce
favorevole le previsioni relative al primo trimestre 2014 ed oltre.
La principale eccezione a questa negatività nell'ambito
dei traffici containerizzati di linea continua ad essere la Maersk
Line, che la prossima settimana pubblicherà i propri
risultati annuali; ciò, al di là dei notevoli risparmi
sui costi che la compagnia si aspetta dal legame con MSC e CMA CGM
nella proposta alleanza P3.
Il vettore danese stava riportando un'eccedenza di 1,2 miliardi
di dollari in relazione ai primi nove mesi del 2013 e, nella sua
tradizionale maniera alla buona, esso si aspetta che i proprio
risultati complessivi 2013 siano “notevolmente al di sopra”
di quelli del 2012, quando aveva fatto registrare un profitto netto
di 461 milioni di dollari che lo poneva in cima al mercato.
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