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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 MARZO 2014
TRASPORTO STRADALE
L'AUMENTO DEI TEMPI DI ATTESA PRESSO GLI AEROPORTI GRAVA SUI
BILANCI DEGLI AUTOTRASPORTATORI
I servizi stradali di raccordo sono una parte indispensabile
della filiera globale della distribuzione delle merci.
Tuttavia, i colli di bottiglia e la lenta lavorazione delle
spedizioni presso i principali aeroporti impediscono in misura
sempre maggiore alle ditte di autotrasporto di far viaggiare in
orario i propri veicoli.
Il risultato consiste in interruzioni nella filiera della
distribuzione e nella riduzione della qualità delle procedure
di trasporto merci aereo.
Sebastiaan Scholte della Jan de Rijk, pur restando alquanto
riluttante in considerazione dell'aggravarsi del problema ogni
giorno, parla di “uno dei nostri problemi che dobbiamo
affrontare sempre più spesso”.
Quello a cui l'amministratore delegato della Jan de Rijk si
riferisce sono le molte ore che i suoi autisti passano presso gli
aeroporti in attesa di consegnare o raccogliere i loro carichi.
Ore di tempi morti ed insensati che bloccano la capacità
dei camion di essere utilizzati per il trasporto delle merci.
“Ciò di cui noi ed altri fornitori di servizi
stradali di raccordo abbiamo urgentemente bisogno sono rapidi tempi
di lavorazione ai varchi di accesso, consentendo così un
flusso di spedizioni senza soluzioni di continuità ed un
costante tasso di utilizzazione dei nostri veicoli” sostiene
il dirigente.
Ultimamente, le cose sono peggiorate, dato che i tempi di attesa
sono diventati sempre più lunghi.
In particolare presso i grandi hub come Amsterdam, Francoforte,
Heathrow o Charle de Gaulle i tempi di sosta per i suoi camionisti,
ma anche per quelli di altre ditte, stanno crescendo costantemente,
specialmente nei momenti di punta tutti i venerdì e lunedì.
I bassi margini nella movimentazione delle merci via aerea
impediscono miglioramenti fondamentali.
Perché? Come spiega sempre Scholte, “perché
il lavoro è il maggiore fattore di costo per gli operatori
della movimentazione, di modo che essi non incrementano il proprio
personale nei giorni di grande traffico al fine di evitare spese
aggiuntive di personale”.
Anche se gli piacerebbe assumerebbe più personale, le
loro capacità sono assai limitate a causa dei margini
estremamente bassi ottenibili in questo settore caratterizzato da
una dura concorrenza.
Perciò, lavorazioni più lente delle merci
trasportate per via aerea all'interno dei depositi degli operatori
di movimentazione ne sono l'ovvia conseguenza.
“L'intera faccenda non sarebbe così dannosa per le
ditte di autotrasporto se i movimentatori comunicassero subito tutti
gli intasamenti o i ritardi nei tempi di raccolta, cosa che,
sfortunatamente, la maggior parte di loro non fa” critica
Scholte della Jan de Rijk.
“In quel caso noi saremmo messi in grado di re-instradare
i nostri camion e modificare i nostri orari con breve preavviso”.
Scholte parla di tre “fattori-chiave per la capacità
di produrre profitti” che devono essere tutti quanti
soddisfatti per non finire in rosso: elevati fattori di carico tutto
l'anno, margini sufficienti per kg ed utilizzazione costante su base
chilometrica del materiale rotabile.
Continua il dirigente: “Considerando la concorrenza
rapace, abbiamo bisogno di percorrere più km possibile per
ridurre i nostri costi fissi”.
I tempi di attesa non necessari presso gli aeroporti impediscono
alla sua ditta di conseguire questo obiettivo.
Più di un uovo nel cestino
La Jan de Rijk attualmente impiega 850 veicoli, il 35% dei quali
appartiene ad appaltatori.
Questi partner “vengono attentamente sorvegliati al fine
di assicurarci che essi si attengano ai nostri standard, compresa la
formazione sulla sicurezza dei loro autisti”.
Per ragioni di costo, circa il 50% della flotta della Jan de
Rijk opera con licenza di uno dei paesi dell'Europa Orientale.
Il trasporto merci aereo conta per il 40% delle attività
della società olandese, mentre il 60% si riferisce a
magazzinaggio, trasporto ferroviario ed altri segmenti.
“In caso di crisi, è meglio avere più di un
uovo nel cestino” afferma Scholte.
(da: theloadstar.co.uk/cargoforwarder.eu, 11 Marzo 2014)
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