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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 APRILE 2014
PORTI
LA CRISI DELLA CRIMEA TOCCA I PORTI DEL MAR NERO
Gli esperti locali prevedono che la crisi della Crimea stia
comportando conseguenze per i porti della penisola ed è
probabile che abbia ripercussioni ulteriori in Ucraina, Russia e
persino - in misura molto minore - in Turchia.
Il controllo di fatto dei porti della Crimea è
recentemente passato dall'Ucraina alla Russia.
È probabile che i collegamenti intermodali che connettono
la penisola con l'Ucraina continentale si interrompano, includendo
ad esempio, a detta dei consulenti della Informall, le importazioni
che giungevano attraverso il terminal ro-ro Evpatoriya.
Il futuro del terminal Avlita a Sebastopoli è incerto,
poiché la maggior parte dei suoi volumi proveniva da fuori
Crimea, afferma il responsabile di progetto Andrey Sokolov.
Quella infrastruttura fa affidamento soprattutto sulle
esportazioni di metalli (circa 3,2 milioni di tonnellate nel 2013)
da parte del gruppo ucraino SCM.
Il resto del traffico consiste di cereali esportati da
commercianti internazionali quali Louis Dreyfus, Cargill ed Alfred
Toepfer (1,4 milioni di tonnellate nel 2013).
Sokolov ritiene che il porto di Feodosiya possa perdere i propri
volumi di petrolio a favore del porto russo di Taman.
La maggior parte di quel petrolio proviene dalla joint venture
kazaka Tengizchevroil (appartenente al 50% alla Chevron) che dispone
di un proprio terminal a Taman.
La Tengizchevroil ha già iniziato a ridurre i propri
volumi a Feodosiya a favore di Taman e potrebbe dirottare tutti i
propri traffici verso quel terminal nel prossimo futuro.
Il porto della Crimea potrebbe quindi trattenere solo piccoli
volumi, come le 400.000 tonnellate di materiali edilizi che ha
esportato l'anno scorso.
I volumi complessivi movimentati presso i porti della Crimea
sono diminuiti di oltre il 27% dai 16 milioni di tonnellate del 2012
agli 11,6 milioni di tonnellate nel 2013 (4,8 milioni a
Sebastopoli).
A gennaio e febbraio i volumi sono calati del 25% rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno.
Il porto ad acque profonde che una società cinese voleva
costruire a Sebastopoli probabilmente non verrà realizzato.
Per quel progetto, la BICIM (Beijing Interoceanic Canal
Investment Management) si era associata alla società ucraina
Kievgidroinvest.
La Informall pensa che il progetto non possa più essere
portato avanti con una società ucraina.
La ditta di consulenze aggiunge che la Russia non ha interesse a
sviluppare tale porto, dal momento che essa è soddisfatta
delle infrastrutture già esistenti in Crimea e dal progetto
portuale a Taman.
Sokolov nota che le tensioni politiche stanno avendo conseguenze
per i porti ucraini.
Il tasso di cambio della hryvnja ucraina è crollato del
37,5% stimolando le esportazioni (come il legno) ma riducendo le
importazioni.
Sokolov si aspetta che i risultati relativi ai container si
riducano del 15-30% quest'anno.
Date le sanzioni economiche contro la Russia, il porto russo del
Mar Nero di Novorossiysk potrebbe assistere ad una diminuzione dei
suoi volumi di traffico.
Non ci si aspetta che ci siano conseguenze per altri paesi
attorno al Mar Nero, fatta eccezione per la Turchia, ed anche per
quella solo marginalmente.
La Turchia rappresenta circa il 10% dei traffici di
importazione/esportazione ucraini (quasi 60.000 TEU), di modo che
una diminuzione del 30% farebbe perdere alla Turchia solo 20.000
TEU.
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