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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 30 APRILE 2014
LEGISLAZIONE
FRANCIA PREOCCUPATA PER GLI ABUSI NEL CABOTAGGIO STRADALE
A solo pochi giorni dall'approvazione da parte dell'Unione
Europea delle nuove regole sul trasferimento dei lavoratori al fine
di combattere gli abusi sociali nel settore edile, la Francia è
di nuovo all'attacco, questa volta per chiedere un aggiornamento
della normativa inerente all'autotrasporto di merci.
La Commissione Europea spinge per una maggiore liberalizzazione
del trasporto merci stradale sulle corte distanze, ma in tal modo -
sostiene Parigi - finisce per complicare la lotta al dumping sociale
nell'autotrasporto.
Parlamentari francesi, ministri dei trasporti europei,
rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacati si sono
riuniti a Parigi il 16 aprile scorso in occasione di una conferenza
sulle principali problematiche che si trova ad affrontare il
trasporto di persone e cose.
La conferenza internazionale, organizzata dal segretario di
stato francese Frédéric Cuvillier, ha rappresentato
un'opportunità per la Francia di collaborare con gli altri
stati membri dell'Unione Europea nella lotta al dumping sociale.
“Noi speriamo che venga tenuto pienamente conto degli
abusi in modo che si possano fare progressi” ha dichiarato il
segretario di stato alla presenza delle sue controparti danesi,
britanniche, polacche e rumene nel corso della sua relazione
introduttiva.
La richiesta francese sull'autotrasporto di merci giunge dopo
subito dopo che l'Unione Europea ha approvato l'aggiornamento della
normativa sul trasferimento dei lavoratori, in seguito al successo
nella battaglia condotta dalla Francia per denunciare gli abusi
delle ditte europee che impiegano forza-lavoro a basso costo,
principalmente proveniente da Polonia e Romania.
Trasportatori a basso costo
In discussione c'è la parziale liberalizzazione
dell'autotrasporto avvenuta nel 2009, che consente ai trasportatori
europei di consegnare merci in un altro paese dell'Unione Europea
nell'ambito dello stesso viaggio se avviene entro sette giorni
dall'inizio del loro viaggio (il cosiddetto cabotaggio).
Attraverso la liberalizzazione di questa prassi, la Commissione
Europea sperava di ridurre il numero delle corse a vuoto (veicoli
senza merci), il costo del trasporto, il traffico e l'inquinamento.
Tuttavia, il cattivo uso del cabotaggio e la varietà di
salari, normative sociali e legislazioni fiscali in tutta l'Unione
Europea hanno comportato l'instaurazione di una concorrenza fra
stati membri dell'Unione Europea.
Esso inoltre ha indotto un effetto “zavorra” in
seguito al quale certe imprese ricavano profitti mediante la
realizzazione di filiere della distribuzione in paesi in cui il
costo del lavoro è più conveniente, come in Polonia od
in Romania.
La tentazione del lavoro a basso costo ha spinto certe imprese
francesi a sviluppare “filiere distributive in Romania od in
Polonia […] armeggiando con le regole sul cabotaggio”
spiega nella sua relazione il senatore francese Éric Boquet.
“Questi autisti passano un mese in Francia e sono
remunerati alle condizioni dei loro paesi d'origine” ha
scritto Boquet.
Rispetto a questa liberalizzazione, i danni sono stati notevoli
in certi stati membri, segnatamente la Francia, dove le imprese di
trasporto sono state duramente colpite.
Le preoccupazioni francesi sono serie, specialmente perché
il mercato del trasporto assicura un notevole volume di impiego.
Secondo la Commissione Europea, il mercato in questione ha
rappresentato approssimativamente 3 milioni di posti di lavoro nel
2011 ed è la principale modalità di trasporto
terrestre nell'Unione Europea.
Dumping sociale
Secondo Roberto Parrillo, presidente della sezione autotrasporto
della FET (Federazione dei Lavoratori del Trasporto Europei),
mediante l'aumento della concorrenza fra paesi europei nonostante le
differenze sociali la pressione sui salari e sui diritti sociali si
è incrementata.
“Nel trasporto stradale, i salari rappresentano il 45% dei
costi.
I costi restanti (manutenzione del veicolo, assicurazione e
carburante) sono strettamente correlati” ha spiegato Parrillo.
“Le imprese accettano mercati che sono al di sotto dei
prezzi normali e quindi devono attaccare i salari, che rappresentano
la variabile aggiustabile” continua Parrillo.
“Le condizioni sociali sarebbero buone, ma le attività
economiche devono anche generare profitti” sottolinea Michael
Nielsen, delegato generale dell'IRU presso l'Unione Europea.
Egli afferma che in assenza di ciò, “avremo una
carenza di autisti nel giro dei prossimi 15-20 anni”.
Traduzione simultanea
Un problema persistente per le ispezioni alla merce trasportata
è costituito dal fatto che la lingua utilizzata nella
documentazione ufficiale degli autisti spesso non viene compresa
dagli ispettori.
“Quando ispezioniamo un autista polacco o slovacco in
Francia, talvolta preferiamo lasciarlo andare” spiega il
deputato francese Gilles Savary, sottolineando come “la
gestione delle ispezioni all'autotrasporto” sia “assai
diversa da un paese all'altro”.
Il Regno Unito ha trovato una soluzione per questo problema.
“I nostri ispettori dispongono di un sistema di traduzione
simultanea sui propri telefoni cellulari, di modo che gli autisti
che non parlano inglese non sfuggono alle ispezioni” ha
spiegato Robert Goodwill, assistente segretario di stato ai
trasporti britannico.
L'Est non è d'accordo
Sebbene l'Europa Occidentale ed i sindacati siano d'accordo sul
fatto che la normativa europea sul punto sia debole, i paesi
dell'Europa centro-orientale non condividono questa opinione.
La Repubblica Ceca ritiene che non vi sia bisogno di legiferare
ulteriormente al riguardo.
“Abbiamo i mezzi per applicare questa normativa” ha
dichiarato Kamil Rudolecký, vice ministro dei trasporti ceco.
Un rapporto della Commissione sul mercato del trasporto stradale
pubblicato il 14 aprile dissente dalla Francia e sottolinea la
volontà dell'organismo europeo di “incrementare la
liberalizzazione dei mercati di trasporto”.
La lotta alle corse a vuoto è ancora all'ordine del
giorno a Bruxelles.
Per far fronte al dumping sociale, la Commissione ha chiesto
agli stati membri di “intensificare i propri sforzi in vista
di un'applicazione più efficiente ed omogenea della legge”.
Anche la disparità di salari fra gli stati membri
dell'Unione Europea è importante, ma, secondo la Commissione,
essa sta “gradualmente diminuendo”.
Il salario medio di un autotrasportatore rumeno è adesso
paragonabile a quello di un autista spagnolo: da 4 a 5 euro all'ora.
(da: theloadstar.co.uk/euractiv.com, 23 Aprile 2014)
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