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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 MAGGIO 2014
STUDI E RICERCHE
NUOVA ANALISI DELLA DREWRY SUI PORTI IRACHENI ED IRANIANI
Come si legge nella pubblicazione “Container Insight
Weekly” della Drewry Maritime Research, l'annuncio da
parte della ICTSI ai primi del mese di maggio di essere in procinto
di investire più di 130 milioni di dollari USA in base ad un
accordo a lungo termine con l'Autorità Portuale dell'Iraq per
effettuare operazioni e migliorare la capacità di
movimentazione di contenitori ad Umm Qasr illustra le opportunità
che ciò presenta ai vettori marittimi.
L'investimento da parte dei più importanti operatori
terminalistici di Umm Qasr mostra la crescente fiducia nel
potenziale di crescita dei container in Iraq, mentre le sanzioni
continuano ad affliggere il vicino Iran.
L'unico porto containerizzato iracheno ha già assistito
ad un balzo verso l'alto dei volumi di oltre il 65% nel 2013, sino a
570.000 TEU.
Pur concedendo che si parta da una base relativamente bassa, ciò
resta una crescita impressionante e suggerisce come la base di
carichi del paese si stia espandendo dai carichi militari e dai
materiali edilizi ai beni di consumo ed agli articoli manufatti.
La crescita registrata in Iraq è in marcato contrasto con
quella dell'Iran, dove le sanzioni hanno colpito duramente i volumi
nel 2012 e 2013.
I traffici containerizzati stimati nel 2013 per il paese sono in
diminuzione del 30% rispetto al momento di punta del 2011, il che
equivale ad un calo di quasi un milione di TEU.
Secondo la Drewry Maritime Research, la recente tendenza dei
volumi portuali per i due paesi è leggermente diversa
rispetto alle tendenze generali dei traffici per quanto attiene le
derrate containerizzate secondo le misurazioni delle Autorità
Doganali.
Questi dati suggeriscono una ripresa dei traffici iraniani nel
2013, mentre la crescita dell'Iraq nel 2013 non è così
pronunciata così come i dati sui risultati portuali
suggeriscono.
Tuttavia, occorrerebbe notare che i dati inerenti a questi
traffici comprendono i flussi di origine sia terrestre che marittima
e che essi sono significativi - non ultimi quelli fra gli stessi
Iran e Iraq - ed inoltre che i dati coprono tutti i carichi che sono
considerati containerizzabili, ma questo non significa
necessariamente che essi sono containerizzati.
Degna di nota è altresì la completa assenza di
carichi di esportazione dall'Iraq.
La rapida crescita dei volumi ad Umm Qasr unitamente ai
miglioramenti apportati alle sue infrastrutture terminalistiche
possono, col tempo, indurre i vettori a considerare l'effettuazione
di scali diretti in Iraq.
Tuttavia, il canale di accesso al porto è lungo (oltre
100 km) e richiede un dragaggio regolare; inoltre, attualmente la
navigazione notturna non è consentita.
Gli agenti quotano un pescaggio massimo per l'arrivo delle navi
di 11 metri basato su una finestra di marea (acqua alta).
Inoltre, benché alcuni servizi diretti effettuino scali
lontani nel Golfo come in Bahrein e a Damman (a circa 300 miglia
nautiche da Jebel Ali), UMM Qasr è ancora più lontana
di ulteriori 300 miglia nautiche.
Sia l'Iran che l'Iraq hanno una popolazione numerosa (78 e 30
milioni rispettivamente) con il potenziale per ingenerare traffici
containerizzati notevolmente più numerosi una volta che le
condizioni politico-economiche lo consentiranno.
Anche se i volumi dell'Iraq restano molto più piccoli di
quelli dell'Iran, l'Iraq dispone di un maggiore spazio di crescita
con i suoi TEU pro capite ancora notevolmente inferiori malgrado la
recente crescita dei volumi.
La Drewry sottolinea peraltro che Umm Qasr non avrà
questo mercato in rapida crescita tutto per sé, dato che
anche altri porti e progetti guardano a tali opportunità.
Ad esempio, il vicino Kuwait sta sviluppando un nuovo e
grandissimo progetto portuale su terreni edificabili da 1,2 miliardi
di dollari USA, denominato MAK (Mubarak Al Kabeer) nell'isola di
Boubyan che chiaramente ha quale mercato di riferimento i carichi di
transito da e per l'Iraq.
I lavori di bonifica del terreno sono stati completati e si dice
che la costruzione delle infrastrutture sia in corso, sebbene il
progetto abbia subito dei ritardi.
In origine, l'intenzione era quella di sviluppare 60 ormeggi, ma
poi essi sono stati ridotti a 24 in seguito ad un'aspra disputa con
il governo dell'Iraq in ordine allo sviluppo del porto.
La Fase 1 dello sviluppo prevede 1.200 metri di banchina per la
movimentazione di contenitori e ci si aspetta che essa sia operativa
entro il 2017.
Anche l'Iraq ha un progetto simile ma persino più
ambizioso, il porto di Al-Faw da 6,1 miliardi di dollari USA,
situato nelle acque di fronte a Boubyan.
Tuttavia, benché la prima pietra sia stata posata nel
2012, il progetto è entrato in una fase di stallo a causa di
dispute politiche.
Volgendo lo sguardo altrove, il potenziale di servizio all'Iraq
via terra dal Mediterraneo resta notevole.
Ad esempio, anche se Umm Qasr è il porto più
vicino a Baghdad, Iskenderun nella Turchia orientale è più
vicina a Mosul nell'Iraq settentrionale.
Detto ciò, la tratta terrestre presenta numerose
problematiche di tipo logistico e relative alla sicurezza.
Ciononostante, l'interesse esiste e questa è una delle
ragioni per cui l'operatore terminalistico TIL (Terminal Investment
Limited) affiliato alla MSC ha rilevato una quota nell'Assanport, un
emergente terminal ad acque profonde nei pressi di Iskenderun.
L'opinione della Drewry
Anche se i traffici containerizzati dell'Iraq presto
diventeranno un'altra importante calamita in grado di attirare
servizi diretti di vettori marittimi nel Golfo Persico, gli scali
delle navi a lungo raggio a Umm Qasr restano fuori dallo schermo
radar a causa della sua localizzazione lontana e delle difficoltà
presentate dal canale di accesso.
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