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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 30 GIUGNO 2014
TRASPORTO MARITTIMO
LA CINA BLOCCA LA P3 PERCHÉ LA CONSIDERA UNA FUSIONE
Proprio il giorno prima rispetto a quello in cui un anno fa
Maersk, MSC e CMA CGM avevano annunciato la costituzione della P3
Network, i piani dei primi tre vettori marittimi mondiali sono stati
fatti a pezzi in seguito all'annuncio del Ministero del Commercio
cinese di non avere approvato la proposta.
Di conseguenza, tutti i piani relativi ad un accordo di
condivisione navi sono stati annullati.
Un portavoce della Maersk ha dichiarato che non esistono piani
alternativi per effettuare operazioni in regioni in cui la compagnia
di navigazione aveva ottenuto l'approvazione.
“Non si vedrà una P3 Network senza la Cina”
ha dichiarato.
I dirigenti della Maersk Line hanno espresso la propria sorpresa
riguardo alla decisione del ministero cinese, dal momento che i
principali partner commerciali della Cina - USA ed Unione Europea -
avevano già approvato il piano.
Il responsabile per traffici e marketing della Maersk Line
Vincent Clerc ha dichiarato: “Abbiamo lavorato sode per venire
incontro alle richieste ed alle preoccupazioni cinesi.
Perciò, naturalmente questo esito è una delusione.
La P3 avrebbe assicurato alla Maersk Line una rete più
efficiente ed ai nostri clienti un prodotto migliore”.
Clerc ha dichiarato a The Loadstar che i regolatori
cinesi hanno bloccato la proposta per il motivo che essi hanno
valutato che l'accordo di condivisione navi fosse diventato una
fusione.
“La proposta è arrivata prima di un procedimento di
valutazione della fusione: il ministero cinese l'ha osservata come
se fosse una fusione; non l'ha considerata come un accordo di
condivisione navi e nel contesto di tale procedimento ha aggregato
le rispettive quote di mercato delle tre compagnie di navigazione e
le hanno trattate come se fosse una sola; in questo caso hanno
deciso di bloccarla per questi motivi” ha detto Clerc.
Clerc ha aggiunto che non vi è alcuna possibilità
che le compagnie di navigazione ridefiniscano la propria domanda per
ripresentarla.
“Una decisione come questa è definitiva”
afferma.
Le azioni della società-madre AP Møller-Maersk
hanno subito un ribasso in seguito all'annuncio, malgrado il
responsabile esecutivo Nils Andersen abbia insistito sul fatto
l'assenza dei risparmi sui costi derivanti dalla P3 non dovrebbe
comportare esiti negativi sulle proprie prestazioni finanziarie
quest'anno.
“La decisione per noi rappresenta una sorpresa,
naturalmente, dal momento che i partner avevano lavorato sodo per
venire incontro alle preoccupazioni di tutti i regolatori.
L'alleanza P3 avrebbe consentito alla Maersk Line di effettuare
ulteriori riduzioni dei costi e delle emissioni di CO2 e, non da
ultimo, di migliorare i propri servizi ai suoi clienti con una rete
di navi maggiormente efficiente.
Ciononostante, confido abbastanza che la Maersk Line effettui
questi miglioramenti in ogni caso.
La compagnia ha provveduto a tali miglioramenti nel corso degli
ultimi cinque trimestri anche in assenza della P3 ed io ho fiducia
che essa continui a farlo” ha dichiarato Clerc.
Clerc ha aggiunto che la Maersk continuerà a mirare alla
realizzazione di ulteriori accordi di condivisione navi alla ricerca
di risparmi sui costi.
“Ma gli accordi di condivisione navi sono solo uno degli
strumenti adoperabili; ce ne sono tanti altri.
Adesso abbiamo un sacco di lavoro da fare per vedere dove si
possano realizzare altri risparmi; continueremo a guardare sotto
tutte le pietre”.
Il socio di Alphaliner Hua Joo Tan ha dichiarato a The Loadstar:
“Mi aspetto che essi valutino una forma di blanda
collaborazione del tipo di quella già esistente tra loro nei
traffici transpacifici”.
Il direttore generale della SeaIntel Alan Murphy afferma:
“Occorre notare che i vettori stanno già lavorando
assieme in un certo numero di accordi di condivisione navi
nell'ambito dei traffico est-ovest, e questi ultimi continueranno
senza variazioni; potrebbero costituire una fondazione per ulteriori
accordi di condivisione navi fra i tre, ma non sino al punto di
arrivare ad un'alleanza formale”.
C'è anche un persistente sospetto - sebbene non sia stato
espresso dalla Maersk, dalla MSC o dalla CMA CGM - che la decisione
possa essere stata motivata dal desiderio del governo cinese di
proteggere i suoi principali vettori containerizzati, cioè
Cosco e China Shipping, che hanno entrambi dovuto subire
paralizzanti rovesci finanziari negli ultimi anni e la cui posizione
in termini di competitività nei traffici al di fuori della
Cina probabilmente avrebbe potuto essere indebolita ulteriormente
dai vantaggi relativi ai costi di cui i soci della P3 avrebbero
potuto usufruire.
Allo stesso modo, si è capito che c'era stata qualche
resistenza ad approvare i piani in Corea del Sud, dove i suoi due
vettori - Hanjin e Hyundai - sono membri degli accordi di
condivisione navi rivali (rispettivamente, le alleanze CKYHE e G6) e
hanno entrambe visto i propri bilanci rovinati da massicce perdite.
Sotto certi aspetti, osserva Murphy della SeaIntel, ciò
dimostra appunto quali effetti i soci della P3 avevano procurato in
quel mercato persino prima che la proposta alleanza venisse
introdotta.
“Malgrado abbia dovuto abbandonare l'idea, la P3 ha già
avuto un serio impatto sul mercato, dal momento che sia la G6 sia la
CKYHE hanno dovuto consolidare ulteriormente le proprie posizioni
nel mercato, dovendosi preparare ad affrontare la sfida con la P3”
ha detto Murphy.
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