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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 SETTEMBRE 2014
INDUSTRIA
GLI ARMATORI OLANDESI CHIEDONO RIFORME
Il settore marittimo olandese ha chiesto al governo di porre
fine alla burocrazia e di adottare un approccio “congiunto”
alle esigenze del settore.
“Abbiamo bisogno di un gruppo di lavoro
interdipartimentale al fine di risolvere una volta per tutte i
problemi che affliggono il settore marittimo” dichiara Arie
Kraaijeveld, presidente dello NML (Nederland Maritiem Land),
l'organizzazione ombrello che rappresenta tutti i settori marittimi
nei Paesi Bassi, navigazione fluviale compresa.
Parlando ai primi di settembre in occasione di una conferenza
stampa appositamente convocata all'inizio dell'evento annuale World
Port Days svoltosi a Rotterdam, Kraaijeveld ha affermato: “I
politici e tutti i livelli di governo devono essere resi consapevoli
del fatto che il settore marittimo è un organismo integrato e
che dobbiamo avere una strategia marittima non ambigua”.
La conferenza stampa di alto profilo è avvenuta in
collaborazione con Tineke Netelenbos, ex ministra dei trasporti
olandese, ora presidente della KVNR (organizzazione degli armatori
olandesi) e con Albert Engelsman, direttore della Wagenborg Shipping
e vice presidente della KVNR.
Essa ha fatto seguito alla riunione del primo Summit Marittimo
olandese che ha visto la partecipazione degli esponenti di ogni
angolo del settore marittimo del paese.
Funzionari di alto livello di vari ministeri hanno preso parte
all'incontro, sebbene la ministra dei trasporti in carica, Melanie
Schulz, abbia annullato la propria programmata partecipazione.
Kraaijeveld, Netelenbos ed Engelsman vorrebbero che il governo
approntasse una “task force marittima” con il compito di
sbarazzarsi “della normativa non necessaria che ostacola il
settore” e di far sì che la politica marittima stia in
cima all'agenda strategica.
“A causa delle leggi superflue stiamo mandando via
attività, invece di attirarle” ha detto Engelsman.
Egli ravvisa un netto contrasto fra la situazione nei Paesi
Bassi e quella di Singapore, che a suo dire dispone di una politica
marittima proattiva.
La Netelenbos ha illustrato i problemi che secondo lo NML
affliggono il settore con riferimento allo scalo a Rotterdam
previsto per il 26 settembre della più grande nave da
crociera del mondo, la Oasis of the Seas della RCCL.
“Seimila passeggeri sbarcheranno a Rotterdam ed altri
seimila saliranno a bordo quindici giorni dopo” ha detto la
Netelenbos.
“Nel frattempo, la nave sarà sottoposta a
manutenzione e riparazioni presso i cantieri navali Keppel Verolme
di Rotterdam.
Il problema consiste nel fatto che i 200 operai aggiuntivi
extracomunitari che saranno impiegati a supporto nei cantieri navali
dovranno essere autorizzati singolarmente e non come gruppo, il che
è solo fonte di costi addizionali e dà una cattiva
impressione”.
Engelsman ha menzionato un avvenimento simile che ha coinvolto
50 ufficiali e marinai della marina militare peruviana arrivati per
prendere in carico una nave acquistata dalla marina militare
olandese.
Ottenere i visti in ordine è risultato essere un
problema, poiché l'intera questione ha dovuto essere risolta
ai sensi della normativa olandese del lavoro.
Problemi di natura simile sono stati riscontrati con gli
equipaggi filippini delle draghe impiegate per il secondo
Maasvlakte.
Lo NML ha inoltre lamentato il fatto che i Paesi Bassi siano il
solo stato dell'Unione Europea privo di una politica anti-pirateria
che consentirebbe di impiegare guardie armate private sulle navi
battenti bandiera olandesi.
“L'anno scorso, 90 navi mercantili olandesi sono passate
sotto altre bandiere e circa la metà di loro lo hanno fatto
per quella ragione” afferma la Netelenbos.
“Ad un armatore costa circa 0,74 milioni di euro non
battere bandiera olandese; peraltro, 800 su 1.800 navi mercantili di
proprietà olandese battono una bandiera estera”.
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