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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 DICEMBRE 2014
PORTI
NUOVI RECORD PER ROTTERDAM, AMBURGO ED ANVERSA CON L'ARRIVO
DELLE GRANDI NAVI
I principali hub containerizzati del Nord Europa si accingono a
raggiungere risultati produttivi da record nel 2014 poiché si
stanno preparando ad accogliere un numero maggiore di ULCV (navi
portacontainer ultra grandi).
Nonostante la congestione nei porti, dopo che le importazioni
containerizzate Asia-Nord Europa sono cresciute dell'8% da un anno
all'altro, i principali hub containerizzati nord-europei di
Rotterdam, Amburgo ed Anversa hanno tutti quanti riportato una
solida espansione nei primi nove mesi del 2014.
La crescita è giunta in conseguenza del fatto che essi si
sono attrezzati per la ristrutturazione degli orari in seguito alla
creazione di quattro alleanze est-ovest, nonché allo scopo di
far fronte al numero in aumento di ULCV.
Rotterdam ha assistito ad un incremento dei propri risultati del
4,2% rispetto al periodo di nove mesi dell'anno precedente sino a
9,2 milioni di TEU, mentre il vicino porto del Benelux di Anversa ha
fatto registrare una crescita del 5% sino a 6,7 milioni di TEU.
Tuttavia, l'incremento maggiore è stato fatto registrare
da Amburgo, con 7,4 milioni di TEU lavorati nel periodo in
questione, che equivalgono ad una crescita anno per anno del 6,4%.
I suoi collegamenti con l'Asia si sono impennati di quasi il 13%
avendo il porto movimentato 2,3 milioni di TEU di importazioni ed
esportazioni cinesi nel corso del periodo.
Considerando gli eventi di congestione del porto e
dell'entroterra che hanno afflitto tutti e tre gli scali nel corso
dell'anno, in conseguenza della combinazione della rapida immissione
in servizio di più ULCV, l'affidabilità in diminuzione
degli orari delle linee di navigazione e ed i volumi più
ingenti di quanto ci si aspettasse, gli hub si sono comportati
piuttosto bene nel far fronte ai momenti di punta e nell'evitare di
rimanere del tutto bloccati.
Nondimeno, la crescita non è stata conseguita senza
sofferenze: i terminal containerizzati a Rotterdam ed Amburgo in
particolare sono stati portati fino al loro limite e le linee di
navigazione hanno dirottato diversi scali alla volta dei vicini
concorrenti di Anversa e Bremerhaven.
Tuttavia, da quei problemi sono derivate idee innovative per
alleviare temporaneamente le criticità ed incrementare le
motivazioni a spingere ulteriormente le movimentazioni verso il
trasporto fluviale su chiatte e verso quello ferroviario.
Per esempio, ad Amburgo è stato realizzato un certo
numero di parcheggi per camion attorno alla città allo scopo
di accogliere i container in esportazione quando le navi subiscono
un ritardo di rilievo e gli ormeggi sono pieni di contenitori in
attesa di essere caricati.
Le importazioni ed esportazioni tedesche sono molto più
equilibrate di quelle delle altre economie occidentali e le consegne
in esportazione che arrivano puntuali via strada presso i terminal
container vanno ad aggiungersi alla congestione.
A Rotterdam, dove la congestione ha riguardato soprattutto lo
Home Terminal della ECT, i soggetti interessati hanno preso una
serie di provvedimenti che hanno coinvolto l'uso di terminal minori
sottoutilizzati e hanno inoltre introdotto il raggruppamento in
massa degli impilaggi in importazione in queste infrastrutture allo
scopo di liberare spazio in banchina.
L'Autorità Portuale di Rotterdam ha fornito
un'interessante descrizione delle ULCV: “Una portacontainer
molto grande è in grado di caricare e scaricare
approssimativamente 10.000 contenitori nel corso di ciascuno scalo
portuale; In media, questi container vengono trasportati da e per il
porto da 1.560 camion, 32 battelli fluviali, 10 navi di raccordo e
19 treni”.
In effetti, la complessità in aumento della
movimentazione delle ULCV è stata l'argomento di un
approfondito dibattito nel corso della JOC Port Conference svoltasi
a Londra la settimana scorsa.
Neil Davidson, esperto di porti e terminal della Drewry, ha
messo in evidenza l'impatto del dirottamento dai cavalli di
battaglia da 10.000 TEU alle attese “nuove normali” navi
da 18.000 TEU.
L'analista ha spiegato che mentre le prime prevedono uno scambio
di 2.500 contenitori, la nuova generazione di ULCV potrebbe arrivare
ad un piano di scarico e carico di 4.500-5.000 contenitori, ponendo
una notevole pressione sulle capacità di lavorazione del
terminal.
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