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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 DICEMBRE 2014
STUDI E RICERCHE
I TRAFFICI MARITTIMI SONO AUMENTATI QUATTRO VOLTE IN DUE
DECENNI
Secondo un nuovo studio della AGU (American Geophysical Union)
finalizzato a quantificare i traffici marittimi globali, i traffici
marittimi sugli oceani di tutto il mondo sono aumentati del 300% nel
corso degli ultimi 20 anni.
La ricerca ha utilizzato dati satellitari per stimare il numero
delle navi in mare ogni anno dal 1992 al 2012.
Il numero delle navi che hanno percorso i mari è
cresciuto del 60% dal 1992 al 2002.
I traffici marittimi sono cresciuti anche più rapidamente
nel corso del secondo decennio preso in considerazione dallo studio,
raggiungendo il loro culmine con il tasso di incremento del 10%
all'anno nel 2011.
I traffici sono aumentati in tutti i mari nel corso del
ventennio esaminato dallo studio, fatta eccezione per la costa della
Somalia, in cui la pirateria in aumento ha quasi completamente
bloccato la navigazione mercantile dal 2006.
Nell'Oceano Indiano, dove sono situate le più attive
direttrici marittime mondiali, secondo la ricerca i traffici navali
sono cresciuti di più del 300% nel corso del periodo
ventennale.
I traffici internazionali e le dimensioni delle flotte
mercantili si sono tutti quanti ampliati rapidamente negli ultimi
due decenni, spiegando così - riporta lo studio - il forte
aumento dei traffici marittimi.
La nuova analisi è stata ammessa alla pubblicazione nel
Geophysical Research Letters, un giornale della American Geophysical
Union.
Jean Tournadre, geofisico della Ifremer, l'istituto francese per
l'esplorazione marittima di Plouzané, nonché autore
dello studio, afferma che “le navi alimentate da carburanti
fossili scaricano olio, carburante e rifiuti nell'acqua e scaricano
gas nell'aria.
La navigazione marittima è anche una notevole fonte di
inquinamento acustico, che viene considerato come sempre più
potenzialmente dannoso per i mammiferi marini”.
Secondo lo studio, i traffici marittimi in espansione hanno
fatto aumentare la quantità di inquinamento nell'atmosfera,
in particolare nella direttrice di navigazione Sri
Lanka-Sumatra-Cina, dove lo studio ha notato un incremento del 50%
del diossido di azoto nel periodo ventennale.
Tournadre afferma di sperare che il nuovo studio possa
incrementare la comprensione da parte degli scienziati di come le
attività umane stiano comportando conseguenze per gli
ecosistemi marini e possa migliorare i modelli sull'inquinamento
atmosferico in mare aperto.
Il nuovo studio è il primo tracciare un quadro dei
traffici marittimi su scala globale, dichiara Tournadre.
Attualmente, i traffici marittimi vengono monitorati utilizzando
il sistema AIS (Automatic Identification System).
Quando le navi sono vicine alla costa, utilizzano dei
transponder per inviare le informazioni circa la propria ubicazione
ad altre navi ed alle stazioni a terra.
Tuttavia, il sistema AIS non funziona molto bene quando le navi
sono al largo in mare aperto.
Le navi sono spesso al di fuori della portata delle stazioni
terrestri o delle altre navi e sono pochi i satelliti che
trasportano la strumentazione AIS necessaria a localizzare le navi
dallo spazio.
Il nuovo metodo delineato nello studio si serve di altimetri,
cioè strumenti che misurano l'altitudine, situati a bordo di
satelliti per individuare l'ubicazione delle navi in mare, allo
stesso modo in cui tale strumentazione è stata usata per
seguire gli iceberg.
Tournadre è dell'avviso che i dati altimetrici abbiano
riprodotto con precisione le direttrici di navigazione conosciute e
che essi potrebbero essere utilizzati per stimare il numero delle
navi presenti in mare in tutto il mondo.
Lo studio si è servito dei dati altimetrici forniti da
sette diversi satelliti al fine di tracciare una mappa dei traffici
marittimi dal 1992 al 2012.
A detta di Tournadre, l'uso dei dati satellitari ha reso
possibile calcolare i traffici marittimi relativamente all'intero
pianeta, mentre le registrazioni AIS forniscono una copertura
relativamente limitata in termini sia di spazio che di tempo.
Il nuovo metodo gli ha consentito altresì di osservare
retrospettivamente due decenni di traffici utilizzando i dati
archiviati e di fornire misurazioni indipendenti dei traffici
marittimi che non fossero basati sulla volontà delle navi di
trasmettere la propria posizione.
Tuttavia, Tournadre mette anche in guardia rispetto al fatto che
un po' della crescita che ha ravvisato nei traffici marittimi
potrebbe essere stata sovrastimata poiché le navi,
specialmente le portacontainer, sono diventate più grandi
rispetto a quelle degli ultimi due decenni e quindi sarebbero
possibilmente più facili da individuare con i dati
altimetrici.
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