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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 GENNAIO 2015
LOGISTICA
I MERCATI EMERGENTI DEI PAESI NON BRICS DANNO IMPULSO ALLA
CRESCITA DELLA LOGISTICA
Secondo l'ultimo Indice dei Mercati Logistici Emergenti di
Agility, il dinamismo dei paesi dell'Associazione delle Nazioni del
Sud-Est Asiatico e dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo
Persico, dell'Africa sub-sahariana e delle prossime potenzialmente
grandi economie dell'Indonesia, della Nigeria, del Bangladesh, del
Messico e del Pakistan sta superando le prestazioni disomogenee dei
paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che avevano
dato impulso alla crescita dei mercati emergenti negli ultimi anni.
Il quadro più equilibrato relativo a tale crescita si
ritrova nell' Indice 2015 dei Mercati Logistici Emergenti di
Agility, una classificazione annuale fondata su dati di 45 economie
emergenti accompagnata da una distinta indagine su circa 1.000
dirigenti della logistica e della filiera distributiva a livello
mondiale.
L'Indice - quella di quest'anno è la sesta edizione -
classifica i mercati emergenti sulla base delle loro dimensioni,
condizioni di attività, infrastrutture ed altri fattori che
li rendono allettanti per gli investimenti da parte delle imprese
logistiche, dei vettori merci aerei, delle linee di navigazione,
degli spedizionieri e delle imprese di distribuzione.
Le grandi nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e
Sudafrica) per un certo periodo hanno rappresentato gran parte della
crescita e degli investimenti nei mercati emergenti e hanno dominato
l'Indice.
Peraltro, l'Arabia Saudita ha scalato la classifica fino alla
seconda posizione nell'indice 2015, alle spalle della sola Cina, che
dispone di una popolazione 47 volte maggiore e di una produzione
economica 12,5 volte maggiore.
Le economie del livello immediatamente seguente che hanno
scalato la classifica dell'Indice sono l'Indonesia (4a posizione),
la Nigeria (27a), il Bangladesh (28a) ed il Pakistan (25a), tutte
con popolazione che raggiunge i 100 milioni; l'altro grande mercato
non BRICS - il Messico - è rimasto saldo al n° 9.
Fra le altre risultanze di rilievo, gli stati del Golfo Persico
Emirati Arabi Uniti, Qatar ed Oman sono stati classificati quali
detentori della migliore “compatibilità col mercato”
- cioè le condizioni di attività più ideali -
fra i 45 paesi citati nell'Indice; seguono in classifica Uruguay,
Arabia Saudita e Marocco.
Emirati Arabi Uniti, Malaysia, Cina, Oman, Arabia Saudita e Cile
guidano la fila per la “connettività”, qualità
che indica che essi dispongono delle migliori infrastrutture e dei
migliori collegamenti di trasporto.
Le Filippine hanno scalato tre posizioni (sino al n° 16)
nella parte dei dati dell'Indice dopo un balzo di nove posti
nell'Indice 2014; il paese ha inoltre migliorato la propria
classifica fra i dirigenti della filiera distributiva contattati,
spingendo le Filippine in alto di cinque posti (sino al n°15)
fra i paesi che emergeranno quale importante mercato logistico;
invece il crescente isolamento economico della Russia ha danneggiato
la sua attrattiva nei confronti dei professionisti della logistica e
della filiera distributiva. Più del 75% di coloro che hanno
risposto all'indagine hanno affermato di essere pessimisti circa le
prospettive della Russia.
Altrove, l'India continua a dividere i dirigenti della logistica
e della filiera della distribuzione; essi hanno classificato l'India
quale scelta n° 2 fra i paesi destinati ad emergere quale
importante mercato logistico e l'hanno classificata in modo
relativamente alto - al n° 17 - fra i paesi che almeno
probabilmente diventeranno un importante mercato logistico.
Nella parte dei dati dell'indice, l'India è stata saltata
a piè pari nel 2014 dal Brasile e dall'Arabia Saudita ed è
scivolata ancora indietro nell'Indice 2015, piazzandosi dietro
all'Indonesia al n° 5.
La “compatibilità col mercato” dell'India -
un misuratore delle condizioni di attività - si è
deteriorata, malgrado l'ottimismo in ordine alle riforme proposte
dal nuovo primo ministro Narendra Modi.
Secondo l'Indice, le direttrici di traffico dalla crescita più
rapida che collegano i mercati emergenti con quelli sviluppati sono
stati l'USA-Vietnam (volumi in aumento del 42,7%) e Cambogia-Unione
Europea (su del 41,9%) per il trasporto merci aereo, mentre per le
spedizioni marittime sono stati l'Ucraina-Unione Europea (aumento
del 35,8%) ed Unione Europea-Egitto (+23,2%).
Peraltro, per il 2015 i flussi di traffico fra i mercati
emergenti dell'Asia ed altri mercati emergenti sono quelli che hanno
riscosso nell'indagine il maggiore ottimismo fra i professionisti
della logistica.
Coloro che hanno risposto all'indagine hanno anche identificato
i rischi per la crescita per regione e hanno fornito la propria
opinione sull'approvvigionamento locale, il commercio elettronico e
le altre tendenze che hanno riguardato i mercati emergenti.
“Un anno fa, si parlava di un tracollo dei mercati
emergenti e di una nuova “cinquina fragile” sulla base
delle preoccupazioni in ordine alla debolezza di Sudafrica, Brasile,
India, Turchia ed Indonesia” afferma Essa Al-Saleh, presidente
ed amministratore delegato della Agility Global Integrated
Logistics. “I mercati emergenti come gruppo sono tornati ad
essere di gran lunga più resistenti - e persino vivaci - di
quanto non ci si aspettasse malgrado la persistente indolenza
nell'economia globale”.
Per il 2015, il Fondo Monetario Internazionale prevede una
crescita media del 4,57% per i paesi rappresentati nell'Indice. “I
fattori che inducono tale crescita sono gli incrementi della
popolazione, le dimensioni della classe media, il potere d'acquisto
ed il tasso di urbanizzazione, unitamente agli stabili progressi
nella sanità, nell'educazione e nella riduzione della
povertà” ha detto Al-Saleh. “Ecco il motivo per
cui restiamo ottimisti circa i mercati emergenti e continuiamo a
vederli su una traiettoria verso l'alto”.
L'Indice è stato compilato dalla ditta di analisi e
ricerche Ti (Transport Intelligence); John Manners-Bell,
responsabile esecutivo della Ti, commenta: “Cinque anni dopo
la recessione globale, le prospettive di tutte le economie,
sviluppate ed emergenti, sono ancora poco chiare.
La fragilità economica, il calo del prezzo del petrolio e
le crescenti preoccupazioni in ordine alla sicurezza in Africa ed in
Medio Oriente hanno creato incertezza.
Malgrado le difficoltà, l'interesse rimane alto in questi
mercati instabili come indicano l'aumento degli investimenti nelle
infrastrutture, i traffici internazionali in espansione e l'aumento
della domanda interna. I produttori globali, i dettaglianti ed i
loro fornitori di servizi logistici debbono essere consapevoli delle
dinamiche in continuo movimento se vogliono sfruttare le
significative opportunità che esistono”.
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