Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
12:01 GMT+1
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 MARZO 2015
LEGISLAZIONE
DICHIARAZIONECONGIUNTA DEL SETTORE SULLA REVISIONE DI MEDIO
TERMINE DELLA POLITICA SUI TRASPORTI MARITTIMI DELL'UNIONE EUROPEA
Nel mese di giugno del 2014 il Consiglio aveva invitato la
Commissione Europea a presentare una revisione di medio termine
della Politica sui Trasporti Marittimi dell'Unione Europea sino al
2018 e sulle sue prospettive fino al 2020.
Desiderose di fornire alla commissione suggerimenti preziosi, la
ECSA, la ECASBA, la ETA, la EuDA, la CLIA Europe, la Interferry ed
il WSC hanno deciso di fare del compito di revisione la pietra
miliare della European Shipping Week 2015.
In seguito alle discussioni davvero fruttuose avute nel contesto
della suddetta conferenza settimanale intitolata "Tracciare
la rotta della politica marittima dell'Unione Europea: un
suggerimento per la revisione della strategia dei trasporti
marittimi europei", i principali enti in rappresentanza del
settore marittimo hanno adottato la seguente dichiarazione.
"Il trasporto marittimo è un settore di attività
globale che si trova ad affrontare una concorrenza sempre più
serrata.
Gli armatori hanno bisogno di un regime fiscale europeo stabile
e prevedibile e di una struttura normativa conforme alle regole
internazionali al fine di conservare la propria competitività
e di assicurare il vantaggioso impatto del trasporto marittimo
sull'economia e la società dell'Unione Europea, mantenendo
nel contempo regole uguali per tutti a livello globale.
Queste regole internazionali, fra cui la normativa ambientale e
sulla sicurezza, che devono essere adottate dalla International
Maritime Organisation allo scopo di essere globali, dovrebbero
promuovere gli standard più elevati per il trasporto
marittimo di qualità in tutto il mondo, in linea con gli
interessi del nostro settore.
Il discorso dell'Unione Europea circa la sostenibilità
del settore dovrebbe essere rivalutato.
Il trasporto marittimo è la forma più efficiente
di trasporto commerciale e le sue emissioni per tonnellata/km sono
di gran lunga minori di quelle delle altre modalità e
trasporta circa il 90% delle merci in tutto il mondo.
Per quanto riguarda le emissioni di CO2, lungi dall'essere la
ragione più profonda del problema, il trasporto marittimo è
e dovrebbe essere visto come parte della soluzione.
Dirottando più carichi e passeggeri verso il mare,
l'Unione Europea può pertanto sfruttare la superiore
efficienza energetica del trasporto marittimo per ridurre le proprie
emissioni globali di CO2.
Il settore marittimo non è rimasto sugli allori e sta
attivamente perseguendo la riduzione della propria impronta di
carbonio, nonché delle altre emissioni di gas quali ad
esempio il SOx ed il NOx, ma, allo scopo di riuscire a farlo
davvero, gli standard ambientali dell'Unione Europea dovrebbero
essere allineati con quelli di tutto il mondo.
Il settore del trasporto marittimo ha bisogno di forza-lavoro
esperta dal momento che svolge una parte integrante sono solo a
bordo delle navi ma anche, e forse in modo più importante,
nel più ampio ambiente marittimo.
Senza una nuova generazione di marittimi e di personale di
terra, l'intero settore marittimo rischia di perdere le proprie
competenze.
L'obiettivo-chiave dev'essere il miglioramento dell'attrattiva
della professione marittima, che può essere conseguito, fra
l'altro, mediante la riduzione e la razionalizzazione delle
formalità amministrative e mediante la lotta contro il
rischio di rinvio a giudizio dei marittimi in seguito ad incidenti
in mare o a restrizioni discriminatorie in ordine agli sbarchi del
personale.
Inoltre, il mercato interno non ha ancora realizzato il proprio
pieno potenziale rispetto al trasporto marittimo, dal momento che la
burocrazia e gli ostacoli doganali sono tuttora presenti in tutta
Europa, impedendo all'Unione Europea di raccogliere i frutti di un
vero Spazio Europeo di Trasporto Marittimo senza Barriere.
Le procedure doganali sono onerose e mettono il trasporto
marittimo in posizione di svantaggio rispetto alle altre modalità
di trasporto, con la conseguenza di enormi perdite in termini di
produttività e l'induzione di stress non necessario nei
professionisti marittimi.
Affrontare tutte le potenziali abusive limitazioni all'accesso
al mercato dei servizi portuali e/o le inefficienza osservate nei
porti europei sarebbe inoltre reciprocamente vantaggioso per
l'economia dell'Unione Europea ed il settore del trasporto marittimo
europeo.
Rendendo il trasporto di origine marittima più allettante
per i caricatori, l'Unione Europea farebbe altresì grandi
passi in avanti sulla strada della riduzione delle proprie emissioni
di CO2.
Affinché il trasporto marittimo possa restare un
agevolatore dei traffici, un datore di lavoro ed un settore dinamico
dell'economia, l'Unione Europea deve proseguire a fare ciò
che sa fare meglio: continuare a svolgere il proprio ruolo di peso
massimo commerciale.
Gli Accordi di Libero Scambio sono reciprocamente utili
all'Unione Europea ed al settore marittimo dal momento che
assicurano la prosperità dell'Unione, facendo affidamento sui
servizi del settore.
Di conseguenza, è decisivo mantenere sicuri i mari aperti
ed eliminare tutte le minacce di pirateria e di rapina a mano armata
che mettono a rischio la vita umana così come la filiera
logistica globale.
Le istituzioni dell'Unione Europea dovrebbero anche assicurare
un più efficiente impiego di adeguate Infrastrutture di
Ricezione Portuali in tutti i porti dell'Unione Europea e
l'agevolazione degli spostamenti dei marittimi provenienti da paesi
terzi nell'ambito della Zona Schengen, così altri
provvedimenti che consentano al settore crocieristico e ad altri
settori dell'industria marittima di continuare a supportare la
sostenibilità delle comunità costiere attraverso i
traffici ed il turismo marittimo.
Infine, uno speciale riferimento deve farsi alla recente
questione che tante preoccupazioni sta causando al settore: i
migranti in mare ed in particolare i recenti eventi relativi alla
sempre più grave crisi dei rifugiati e dei migranti nel
Mediterraneo.
Il settore non si sottrarrà mai al proprio obbligo di
assistere ogni persona in mare in situazione di serio pericolo.
Occorre riconoscere, tuttavia, che malgrado i loro migliori
sforzi, gli equipaggi non sono addestrati alle operazioni umanitarie
e le navi sono scarsamente equipaggiate per provvedere a decine o
centinaia di persone in difficoltà, donne e bambini compresi.
L'Unione Europea e gli stati membri devono trovare una soluzione
a questa crisi sempre peggiore, facendo passi per assicurare che i
migranti trovati in mare possano essere accolti a terra alla prima
opportunità possibile in modo che gli si possa fornire le
necessarie cure umanitarie e mediche e li si possa supportare alle
migliori condizioni possibili, e queste ultime sono disponibili solo
a terra.
Si dovrebbe comprendere che, nel caso della pirateria, sul
settore marittimo non si dovrebbe fare conto per compiti di natura
esecutiva e per intraprendere iniziative che dovrebbero essere
prerogativa dei governi e degli enti internazionali".
Gli enti che hanno condiviso questa dichiarazione sono:
ECSA (European Community Shipowners' Associations);
CLIA (Cruise Lines International);
ECASBA (European Community Association of Ship Brokers and Agents);
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore