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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 MARZO 2015
PROGRESSO E TECNOLOGIA
I VANTAGGI DELLE INNOVAZIONI IN NANOTECNOLOGIA
Il settore portuale è un'industria assai conservatrice e
poco nota per il ricorso alla prova di nuove tecnologie.
E, ad essere onesti, la nanotecnologia non è esattamente
un argomento ricorrente per la maggior parte degli operatori del
settore.
Peraltro, se si domanda al riguardo agli esperti, essi
indicheranno una miriade di applicazioni di nanotecnologia che sono
senza dubbio rilevanti nel mondo marittimo e, in effetti, ne
identificheranno alcuni già in uso.
Guardando a cosa si potrebbe conseguire attraverso la
tecnologia, fra i vantaggi vi sono il risparmio di carburante, la
riduzione dell'inquinamento, il miglioramento della manutenzione e
delle operazioni, la protezione delle attrezzature dalla corrosione,
l'incorporazione di sensori per varie funzioni, la realizzazione di
una illuminazione più efficiente e la messa in atto di nuove
misure per la sicurezza.
Recentemente, la GE Global Research ha annunciato lo sviluppo di
nuovi sensori basati su RFID (identificazione a radio frequenza) per
l'individuazione di prodotti chimici utilizzati negli esplosivi od
in altre materie pericolose nei porti.
Le etichette RFID, dalle dimensioni di una monetina e prive di
batterie, sono rivestite di un materiale sensibile che reagisce agli
esplosivi ed agli ossidanti e possono essere collocate all'esterno
di un container o su altre superfici.
Se la presenza di un esplosivo o di un ossidante viene scoperta,
il materiale sensibile muterà le sue proprietà
elettroniche ed indurrà l'etichetta RFID ad inviare un
allarme ad un lettore.
Questi sensori potrebbero incrementare sensibilmente la
precisione e migliorare i limiti di scoperta delle minacce di
prodotti chimici pericolosi, afferma Radislav Potyrailo, principale
ricercatore della GE in relazione al progetto.
"La scoperta e la quantificazione rapida ed accurata dei
prodotti chimici sono decisivi per contribuire ad assicurare la
sicurezza dei carichi che passano attraverso i porti del nostro
paese".
Altri sviluppi in corso spaziano da un robot sottomarino per la
sicurezza portuale a soluzioni basate sulla nanotecnologia per le
fuoriuscite di petrolio, fra cui i nano-antidepositanti, i robot che
assorbono il petrolio ed i materiali magnetici.
Valore aggiunto in porto
"Ci saranno situazioni dappertutto in un porto dove c'è
già la nanotecnologia e non lo si sa" afferma Terry
Wilkins, dirigente responsabile del NanoManufacturing Institute,
ente con sede a Leeds nel Regno Unito che funge da collegamento fra
il mondo accademico e l'industria.
"Pensiamo ai microchip nascosti ed incorporati in tutti i
transistor ed i diodi computerizzati.
La nanotecnologia è in tutta la nostra vita: ad esempio,
nel microchip dei nostri telefoni cellulari, che contengono miliardi
di sottili trasmettitori la cui larghezza è pari alla
100.000esima parte di un capello umano.
O i nostri touchscreen, che sono rivestiti da una pellicola
contenente nanoparticelle, che cambiano le proprietà
elettriche della superficie dello schermo".
Wilkins ritiene che ora siamo passati attraverso la fase di
"nano-promozione" del "quasi tutto era possibile e
stava per accadere".
"Adesso siamo al punto in cui possiamo comprendere la
nanotecnologia e vedere dove essa possa essere utile e dove invece,
francamente, essa possa essere una perdita di tempo.
E questo è il punto centrale: capire quale roba sia degna
di investimenti al fine di realizzare prodotti e processi
nell'industria.
Abbiamo iniziato il viaggio nel realismo".
Che cosa, allora, ciò potrebbe apportare al settore dei
porti?
"Si tratta di vedere dove si possa rendere il trasporto
marittimo più efficiente, ridurre l'impatto ambientale e
ridurre il consumo di energia" afferma Wilkins.
"Che cosa renderebbe una gru più efficiente ed
efficace? Per cominciare, ridurne il consumo energetico.
Poi c'è un sacco di lavoro da fare sulla corrosione: ad
esempio, sulle piattaforme di trivellazione del petrolio.
Vi sono potenziali trattamenti delle superfici che utilizzano la
nanotecnologia o addirittura la bionanotecnologia per impedire e
prevenire la corrosione e prevenire gli antivegetativi, chiaramente
applicabili al trasporto marittimo.
E così come gli antivegetativi ed i rivestimenti
antiruggine, la nanotecnologia realizza anche superfici autopulenti
che funzionano pure sul vetro".
Assistenza ai motori
La nanotecnologia viene applicata per prolungare la vita dei
motori sottoposti ad un duro lavoro: utilizzando "nanostrati"
sulle parti soggette ad usura allo scopo di fornire una superficie
temprata che non si usuri moltissimo e funzioni anche con la nuova
generazione di gasoli efficaci per l'intera gamma di temperature ed
alimentazioni.
Essa a detta di Wilkins realizza inoltre una combustione più
efficiente.
Mediante l'addizione di nano particelle al carburante, sono
stati dimostrati risparmi calcolabili fra il cinque ed il nove per
cento.
La nanotecnologia realizza altresì sensori sempre più
minuscoli ed economici, offrendo opportunità di aumento
dell'automazione ed anche l'acquisizione di informazioni sulle
prestazioni degli equipaggiamenti, per consentire una maggiore
manutenzione preventiva ed un periodo di tempo più lungo fra
i fermi di manutenzione.
Le cellule solari sono un'altra importante area di attenzione,
unitamente a tutte le forme di generazione di energia.
"Una nanotecnologia a supporto della produzione, della
trasmissione e del deposito di energia comporterebbe un grosso
impatto" afferma Wilkins.
"L'energia solare sarà davvero molto migliore".
Un'altra area di interesse per il mercato è quella dei
composti polimerici - plastica rinforzata realizzata per essere
sottile, leggera e più resistente, ma che allo stesso tempo
possiede proprietà elettriche e termiche eccezionali - che
vengono descritti come una nuova categoria di materie ibride.
I composti nanostrutturati vengono utilizzati nell'industria
aerospaziale ed automobilistica.
"Probabilmente non avremo navi di plastica ma forse
potrebbero esserci container di plastica" dichiara Wilkins.
"Forse una struttura rigida con il resto di plastica
rinforzata: il peso più leggero assicurerebbe un trasporto
marittimo meno caro".
A detta di Wilkins, alcune aree della nanotecnologia si stanno
muovendo ad un ritmo più veloce delle altre.
"Ma la nanoscienza oggi è divenuta parte della
scienza tradizionale: la difficoltà è quella di
supportare le imprese minori nelle iniziative e nella crescita".
Gli scienziati e gli accademici possono escogitare grandi idee,
ma queste devono poi tradursi effettivamente nel mondo reale ed
avere, a suo dire, un buon rapporto costo/efficacia.
Non importa quanto meravigliosa possa essere una invenzione,
perché la sua realizzazione sarà improbabile se è
più costosa del metodo tradizionale e provato che cerca di
sostituire.
I criteri dei costi
Andrew Penfold, direttore dei progetti alla Ocean Shipping
Consultants, concorda: "La prima questione è quella del
confronti fra costi e benefici.
Un porto od un terminal dovrà vedere vantaggi tangibili
per intraprendere l'investimento.
Ci sono investimenti di primaria importanza ed essenziali, come
quelli delle infrastrutture principali - gru, banchine, eccetera -
che sono necessari per restare competitivi e per trattenere ed
attirare traffici.
Così, su queste basi, la valutazione delle esigenze di
investimento sarà sempre la prima decisone in merito da parte
dell'operatore o dell'autorità portuale.
Il settore portuale/marittimo è in genere assai
conservatore, ma allo stesso tempo ho sempre avvertito che esso è
aperto alla nuova tecnologia - una volta che possa essere provata -
se è in grado di migliorare le loro operazioni e la loro
efficienza nei confronti della clientela".
Se ne potessero derivare vantaggi certi, quali la riduzione
dell'inquinamento od il miglioramento della manutenzione e delle
operazioni, allora quello sarebbe un fattore decisivo per stabilire
quanta spinta potrebbe conseguire un'iniziativa basata sulla
tecnologia, afferma Penfold.
"Le spese operative sono, naturalmente, un importante
fattore delle operazioni di ogni porto o terminal e la capacità
di ridurle e di conseguire una vita lavorativa più lunga per
gli equipaggiamenti senza comprometterne il livello di efficienza
operativa e di servizio alla clientela senza dubbio è assai
allettante.
Ritengo che la sfida sia quella di raggiungere la prova: una
volta che vi sia la prova definitiva che ci sono vantaggi, allora mi
aspetterei che gli operatori siano interessati ad saperne di più
ed a conoscere quali vantaggi potrebbero ottenere".
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