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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 MAGGIO 2015
LEGISLAZIONE
APPELLO DEL TRASPORTO MARITTIMO A CORTO RAGGIO ALL'UNIONE
EUROPEA
Un certo numero di organismi europei sta chiedendo alla
Commissione Europea ed agli stati membri di far sì che essi
possano sfruttare il pieno potenziale del trasporto marittimo a
corto raggio come disposto dalla Dichiarazione di Atene.
In una lettera aperta indirizzata alla Commissione, la FEPORT
assieme a CLECAT, ECASBA, ECSA, ECS, ESN, ESPO, Interferry e World
Shipping ha evidenziato come il trasporto marittimo a corto raggio
sia una forma sostenibile di trasporto infra-europeo ed una
soluzione alla congestione dei traffici.
"Sfortunatamente, il settore non è stato in grado di
conseguire il proprio pieno potenziale a causa di una carenza di
investimenti e della necessità di conformarsi a presssioni
normative ed amministrative notevolmente maggiori e più
onerose rispetto a quelle dei suoi concorrenti che movimentano merci
via strada o rotaia" affermano gli interessati nella lettera.
Inoltre, essi hanno sottolineato la necessità di
introduzione ed attuazione di "politiche efficaci" per
"consentire a tutti gli armatori, i porti e gli operatori
terminalistici di movimentare e lavorare i traffici interni ed
esterni all'Europa al fine di accedere facilmente ai finanziamenti
per dare impulso all'efficienza e ridurre le emissioni, ammodernare
i porti, comprese le loro infrastrutture così come le
attrezzature nei terminal, nonché migliorare il collegamento
della tratta marittima con il resto della filiera logistica".
Le parti interessate affermano altresì che il sostegno
espresso dalla DG-MOVE ai centri di promozione della rete europea di
trasporto marittimo a corto raggio ha bisogno di essere supportato
da un effettivo aiuto finanziario che consenta loro di sviluppare
completamente le proprie capacità e di promuovere la modalità
nella maniera più efficace possibile.
Ridurre gli "oneri" normativi ed amministrativi
apporterebbe significativi vantaggi al settore, affermano gli
interessati, ma la persistente adesione a "politiche superate"
ha "impedito i progressi".
FEPORT, CLECAT, ECASBA, ECSA, ECS, ESN, ESPO, Interferry e World
Shipping stanno ora chiedendo a tutti gli stati membri ed alla
Commissione di collaborare ad un "approccio che guardi
lontano".
Altrove, le associazioni suddette affermano che un certo numero
di stati membri dell'Unione Europea adesso avranno attuato dal 1°
giugno i propri sportelli unici marittimi come richiesto dalla
Direttiva sulle Formalità di Dichiarazione.
Esse sostengono che la mancanza di standard uniformi e
dell'armonizzazione dei requisiti sui dati utili alle dichiarazioni
"comporterà un impatto negativo sull'efficace scambio
dei dati in tutta Europa".
Inoltre, è stata messa in evidenza l'importanza della CEF
- Connecting Europe Facility (meccanismo per collegare l'Europa)
allo scopo di finanziare progetti nell'ambito della TEN-T
(Trans-European Transport Networks).
Gli interessati affermano di sperare che la loro lettera
incoraggerà la Commissione e gli stati membri a lavorare
assieme in modo che il settore marittimo possa conseguire i
risultati ipotizzati dalla Dichiarazione di Atene ed assicurare il
livello di servizio e la sostenibilità ambientale che
l'Europa ed i suoi cittadini si aspettano.
La lettera fa seguito alla Revisione di Medio Termine della
Politica dei Trasporti Marittimi 2018 discussa in occasione della
European Shipping Week.
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