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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 15 OTTOBRE 2015
TRASPORTO INTERMODALE
ARRIVA IN EUROPA IL RAILRUNNER PER OVVIARE ALLA CAPACITÀ
INTERMODALE SOTTO PRESSIONE
Secondo l'esperto dirigente del settore del trasporto merci
ferroviario Gerhard Oswald, senza una rivoluzione nella tecnologia
intermodale l'Europa esaurirà lo spazio destinato alla
capacità terminalistica terrestre.
Parlando in occasione dell'evento Container Trade Europe,
svoltosi ad Amburgo a metà settembre, Oswald, fondatore della
ditta sviluppatrice di sistemi intermodali Gomultimodal, ha
dichiarato che la recente e prevista crescita dei volumi
containerizzati negli scali marittimi del Nord Europa sta
esercitando una pressione sempre maggiore sulle infrastrutture
ferroviarie interne del continente.
Nel mercato della Germania meridionale, la ferrovia rappresenta
oltre il 50% dei traffici da e per i porti marittimi tedeschi.
"Il fatto è che c'è davvero poco spazio in
Germania meridionale per sviluppare terminal terrestri, cosa che
spiega perché dobbiamo cercare nuove soluzioni" afferma
Oswald.
Anche se il trasporto ferroviario relativo al porto di Amburgo,
che resta il maggiore porto ferroviario d'Europa - complessivamente,
le merci trasportate via rotaia in entrata ed in uscita da Amburgo
equivalgono grosso modo a quelle di Bremerhaven, Rotterdam ed
Anversa messi assieme - è aumentato gradualmente nel corso
degli ultimi anni, è probabile che la crescita ulteriore
venga acquisita dalla strada.
L'analisi di Oswald inerente ai traffici fra la regione assai
industrializzata della Renania del Nord-Vestfalia e le porte
d'accesso marittime della Germania ha mostrato come in relazione ai
traffici complessivi di circa 450.000 TEU nel 2011, qualcosa come
250.000 TEU siano stati trasportati da camion, mentre la ferrovia ha
rappresentato circa 160.000 TEU.
Si prevede che per il 2030 i traffici fra la Renania del
Nord-Vestfalia e le porte d'accesso marittime della Germania
raggiungano i 750.000 TEU, rispetto ai quali la quota
dell'autotrasporto sarà cresciuta sino a 450.000 TEU, mentre
quella della ferrovia supererà di poco i 200.000 TEU.
È probabile che questo presupponga un incremento
potenziale di quella sorta di paralizzante congestione vista attorno
al porto di Amburgo negli ultimi anni e che ciò abbia
stimolato alcuni dei principali caricatori ad iniziare a cercare
innovative soluzioni modali combinate.
"Abbiamo bisogno di una maggiore collaborazione fra strada
e rotaia" afferma Oswald, mettendo in evidenza la concezione
RailRunner, sviluppato inizialmente in Nord America, con la quale si
cerca di fare a meno dei tradizionali carri ferroviari.
Oswald sta sviluppando un progetto pilota RailRunner, il cui
lancio verosimilmente avverrà alla fine del 2017, con la
partecipazione di una "impresa del settore auto della Germania
meridionale ed un grosso produttore di bevande del Nord Europa".
Il sistema bimodale dispone di un carrello ferroviario di
progettazione speciale che comprende "sospensioni pneumatiche,
assali articolati, smorzamento idraulico simile a quello utilizzato
nell'autotrasporto, freni a disco, vani di passaggio delle forche ed
una rampa integrata al carrello, così come di un sistema di
blocco e fissaggio per un veloce assemblaggio del treno con salita e
discesa in autonomia dei mezzi".
Di fatto, i carrelli ferroviari collegano due semirimorchi
stradali e li sollevano da terra in modo che possano viaggiare su
rotaia.
L'assenza dei carri ferroviari significa che si possono
trasportare 48 container da 40 piedi su treni lunghi 700 metri
anziché 40 contenitori sui carri.
Il sistema inoltre riduce notevolmente le dimensioni
territoriali richieste per i terminal e non c'è bisogno di
attrezzature di movimentazione carichi dedicate come le gru
impilatrici o quelle a cavaliere.
"Un terminal con quattro binati da 750 metri e spazio per i
camion costerebbe grosso modo 50 milioni di euro, vale a dire il 20%
circa di quello che ci vuole per un terminal intermodale
tradizionale" aggiunge Oswald.
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