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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 15 OTTOBRE 2015
LEGISLAZIONE
IL DIESELGATE METTE IN EVIDENZA L'OPPOSIZIONE DI VARI STATI
MEMBRI ALLE LIMITAZIONI DELLE EMISSIONI
Germania, Austria, Spagna, Italia e la maggior parte degli stati
membri dell'Europa orientale sono riluttanti ad adottare regole più
rigorose allo scopo di limitare le emissioni derivanti dai veicoli
diesel, malgrado l'annacquamento delle proposte della Commissione
Europea.
Bruxelles ha chiesto alle capitali europee di inviare una
risposta scritta entro il 16 ottobre.
Lo scandalo delle emissioni della Volkswagen, svelato dalle
autorità degli Stati Uniti, ha provocato un'ondata di
indignazione, sollevando serie preoccupazioni in ordine ai
meccanismi di controllo nel settore industriale in questione.
Peraltro, la maggior parte dei paesi dell'Unione Europea sono
contrari ad accelerare l'adozione dei nuovi limiti per le emissioni
esauste dei diesel.
La Commissione Europea considera la sua proposta "coraggiosa
e realistica", affermando che essa tiene conto dell'impatto
delle nuove soglie sul settore e sui proprietari di veicoli vecchi.
Tuttavia, come ammettono vari funzionari, alcuni governi
nazionali troveranno "difficile" accettare la proposta.
I paesi che hanno un importante settore automobilistico si
oppongono alle nuove regole.
Il gruppo di tale paesi comprende Germania, Austria, Spagna,
Italia e quelli dell'est, fatta eccezione per la Polonia.
La Francia non si è unita alle critiche, mentre anche gli
stati nordici ed i Paesi Bassi supportano la Commissione.
Secondo la proposta dell'organo esecutivo dell'Unione Europea, i
produttori di automobili dovranno cominciare a misurare il livello
dei NOx (ossidi di azoto) sulle strade in parallelo a test di
laboratorio, che erano stati falsati dai tecnici della Volkswagen.
Ai sensi di tali test, il limite sarà fissato a 80 mg/km.
Tuttavia, gli scienziati stimano che il livello delle emissioni
possa incrementarsi del 400% quando un veicolo viene testato su
strada.
Questi test diventeranno obbligatori per tutti i nuovi veicoli
da settembre 2017.
Peraltro, contrariamente alla proposta iniziale fatta nel 2012,
la Commissione ora ha in programma di garantire un margine del 60%
superiore agli 80 mg/km in relazione ad un periodo di due anni (fino
a settembre 2019) allo scopo di agevolare l'implementazione delle
nuove regole
Ciò perché l'organo esecutivo ritiene che un
veicolo su dieci non riuscirà a superare il test e perciò
non sarà in grado di circolare ai sensi della nuova
normativa.
La Commissione insiste nel dire che la sua nuova proposta non ha
"alcuna relazione" con il Dieselgate, dal momento che la
nuova serie di limitazioni era stata approntata prima che scoppiasse
lo scandalo.
Tuttavia, i funzionari dell'Unione Europea ammettono che i nuovi
limiti sono stati proposti dopo le rivelazioni in ordine alla
suddetta frode.
Ma gli stati membri non vogliono che l'esecutivo si fermi qui.
Il gruppo degli stati critici vorrebbe estendere il periodo
transitorio ed ottenere un margine addizionale sino al 330%.
Poiché alcuni governi nazionali non si sono fatti sentire
al riguardo, la Commissione ha richiesto la comunicazione scritta
della propria posizione da parte delle capitali europee entro il 16
ottobre.
L'esecutivo dell'Unione Europea si sta battendo per conseguire
il supporto fra gli scettici al fine di raggiungere una maggioranza
qualificata in seno al Comitato Tecnico per i Veicoli a Motore,
costituito da esperti nazionali.
Tuttavia, l'esecutivo non vorrebbe continuare le discussioni
nella prossima riunione, che si dovrebbe svolgere alla fine di
ottobre, e sembra pronto ad imporre una votazione.
Se non dovesse esserci abbastanza supporto, il dossier
abbandonerebbe l'oscuro procedimento del comitato per essere
discusso dai ministri nazionali nel Consiglio.
Secondo i funzionari dell'Unione Europea, questo contribuirà
a rivelare le posizioni degli stati membri ed a rendere più
trasparente il dibattito.
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