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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 OTTOBRE 2015
SICUREZZA E PROTEZIONE
LE OPERAZIONI PORTUALI: UN'ATTIVITÀ RISCHIOSA
Le orribili esplosioni nel porto cinese di Tianjin hanno
illustrato con chiarezza quanto possano essere davvero instabili le
operazioni portuali.
Ma le questioni relative alla sicurezza sono solo un aspetto del
rischio nel complesso mondo dei porti marittimi.
Dalla pirateria in mare aperto al furto di dati in porto, gli
operatori in tutta la preziosa filiera marittima hanno bisogno di
essere costantemente in allarme per i pericoli che la natura e le
azioni umane possono presentare.
Le agitazioni politiche, i furti, il contrabbando e la
corruzione figurano tutti quanti nel quadro del rischio che
armatori, broker e proprietari della merce debbono prendere in
considerazione quando programmano ed eseguono gli scali portuali.
"Il quadro della sicurezza può cambiare alla svelta
nei porti" afferma un operatore crocieristico globale con sede
ad Oslo.
"Noi attracchiamo in tutto il mondo e non sempre presso i
porti più grandi o più moderni, di modo che dobbiamo
essere consapevoli dell'intero scenario del rischio al fine di
garantire l'incolumità dei nostri passeggeri".
Un altro armatore, uno dei principali proprietari di petroliere
che operano da Copenaghen, dichiara: "Abbiamo subito una rapina
a mano armata giusto l'altro giorno" riferisce.
"Se conoscessimo il quadro dei rischi in anticipo, potremmo
assumere misure preventive, come quella di mettere più
guardiani di sorveglianza.
Se non lo conosciamo prima, siamo vulnerabili".
Le operazioni portuali sono spesso esposte quando la stabilità
di un paese viene compromessa.
I porti sono punti di ingorgo per il trasporto di energia,
alimentari e materiali, ed il normale funzionamento di un paese può
dipendere da operazioni sicure nei porti più importanti.
Per gli operatori crocieristici, i porti potrebbero essere
allettanti obiettivi per rapimenti, contrabbando, furti o
addirittura terrorismo.
"Noi programmiamo le nostre rotte almeno due anni in
anticipo" conferma l'armatore di navi da crociera, "e
pertanto le cose possono cambiare moltissimo dalla programmazione
alla partenza.
Sostanzialmente, dobbiamo monitorare la situazione in ogni porto
di scalo su base giornaliera".
L'operatore di petroliere sottolinea come il comandante non sia
in grado di valutare il rischio da sé.
"Dobbiamo chiamare un agente ed essi generalmente ci
forniscono una risposta copia-incolla che è di poco o nessun
aiuto".
Inoltre, un agente in genere non dispone dell'opportunità
di fornire una valutazione della sicurezza, fra cui gli standard del
varco o lo stato della polizia locale.
Mentre le linee di navigazione crocieristiche operano nel modo
più sicuro possibile, gli operatori di petroliere scalano
alcuni dei porti più rischiosi del settore, in Africa
Occidentale, Indonesia e Sudamerica.
"Ci sono alcune clausole nel contratto che ci consentono di
evitare le situazioni più pericolose, come i conflitti
armati, ma noi dobbiamo poi vedercela con i clandestini, i ladri ed
altro in molti dei nostri porti di scalo".
Come se le minacce fisiche non bastassero a far venire i capelli
bianchi agli armatori, è emerso un nuovo rischio: quello nel
ciberspazio.
La tecnologia informatica è divenuta parte integrante del
porto e delle operazioni navali, ma i sistemi informatici del mondo
dello shipping non sempre sono progettati tenendo conto della
sicurezza cibernetica.
Gli hacker possono alterare o disturbare i sistemi automatici di
identificazione che seguono le navi in mare ed il codice ISPS che
assicura la sicurezza fisica in porto solo marginalmente si occupa
della minaccia degli attacchi cibernetici.
Matt Haworth, uno specialista delle assicurazioni relative a
cibernetica ed informatica presso il fornitore di servizi di
consulenza cibernetica Templar Executives ritiene che la sicurezza
cibernetica sia ora una delle più complesse minacce che si
trovano ad affrontare il settore marittimo e le sue infrastrutture
essenziali.
"I porti ed i terminal sono sotto attacco da parte dei
criminali cibernetici, del crimine organizzato e da gruppi
terroristici che cercano di fermare le infrastrutture nazionali ed i
governi ostili" afferma.
Pertanto, quanto deve diventare pericoloso tutto ciò
prima che gli armatori si decidano a dire no?
Gran parte degli armatori sarebbero d'accordo sul fatto che ciò
dipenda dal profilo di rischio che gli armatori si portano appresso.
Gli operatori crocieristici hanno una soglia di rischio molto
bassa perché non possono permettersi di scegliere a causa dei
loro carichi umani.
Per gli altri, certi fattori di rischio sono accettabili, ma
tutto ha un limite.
In ogni caso, sta ai proprietari della nave e del carico
decidere quanto rischio vogliono assumersi.
L'unica cosa che essi possono fare è essere più
informati possibile.
Nessuno può garantire la sicurezza personale, ma
conoscere il rischio è la chiave per prendere le decisioni
che siano giuste per gli armatori, i loro equipaggi ed i loro
carichi.
(da: portfinanceinternational.com, 15 ottobre 2015)
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