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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 15 GENNAIO 2018
PORTI
I MAGGIORI PORTI BRITANNICI PRONTI AD AFFRONTARE LA TEMPESTA
DELLA BREXIT
Presso il porto di Tilbury nell'Essex, così come presso
il suo rivale DP World London Gateway più a valle lungo il
Tamigi, lo scenario è quello di un commercio internazionale
privo di attrito.
Si tratta di un modello che gli operatori dei due porti
ritengono possa continuare dopo la Brexit, anche nel caso che la
partenza del Regno Unito dall'Unione Europea possa comportare una
nuova frontiera doganale con il resto d'Europa.
I rischi conseguenti alla Brexit per il settore, tuttavia, sono
ben noti.
Attualmente, il 95% dei traffici internazionali della Gran
Bretagna viene movimentato per mezzo di navi, secondo i dati della
Camera dello Shipping del Regno Unito.
Se dovessero essere introdotti controlli doganali materiali in
seguito alla Brexit, ciò potrebbe avere un impatto
"catastrofico" sui porti e sul trasporto marittimo
britannici e potrebbe comportare kilometri e kilometri di code a
Dover sulla costa sud-orientale dell'Inghilterra, avvisa Guy
Platten, responsabile della Camera.
"Lo scenario da incubo sarebbe quello di avere vere e
proprie frontiere doganali materiali… sarebbe assolutamente
una catastrofe per i porti e per il nostro settore" si dice che
abbia detto Platten.
"Improvvisamente ci sarebbero camion accatastati, partenze
cancellate... l'intera filiera distributiva ne subirebbe tutte le
conseguenze".
Dover, il più trafficato porto per traghetti d'Europa,
attualmente movimenta circa 500 camion non appartenenti all'Unione
Europa e circa 8.000 camion dell'Unione Europea al giorno.
Il gran numero suddetto sottolinea la forte dipendenza del Regno
Unito dai traffici con i suoi vicini dell'Unione Europea.
Mentre pochi si aspettano che la movimentazione delle merci dopo
la Brexit sia agevole come lo è adesso, alcuni degli
operatori portuali stanno facendo passi proattivi per assicurarsi di
essere in grado di superare la tempesta.
Il porto di Tilbury - un fondamentale centro di snodo marittimo
al servizio di Londra - sta alacremente mettendo a punto piani per
la propria espansione da 61 ettari, un'iniziativa finalizzata al
potenziamento dei propri collegamenti di traffico con l'Europa
successivamente alla Brexit.
Un nuovo terminal, il Tilbury2, sarà realizzato in
prossimità delle sue attuali strutture, creando un nuovo molo
ad acque profonde che consentirà ad un numero maggiore di
traghetti di andare e venire ed incrementerà la capacità
portuale di un quarto, secondo i piani annunciati nel corso del
mese.
L'aggiunta di un nuovo terminal è essenziale per il più
vasto piano di espansione da 1 miliardo di sterline del Porto di
Tilbury.
Un'ordinanza di autorizzazione per tale sviluppo è già
stata presentata e, se sarà approvata, ci si aspetta che il
progetto diventi operativo entro la metà del 2020, subito
dopo l'abbandono ufficiale dell'Unione Europea da parte del Regno
Unito.
Charles Hammond, amministratore delegato della Forth Ports, che
detiene la Tilbury Ports, afferma che i piani "metterebbero
Tilbury nelle migliori condizioni" mentre il paese si avvia
alla Brexit.
"Stiamo lavorando con la Border Force ed altre agenzie
governative per far sì che il Tilbury2 sia adatto allo scopo
quando la struttura aprirà nel 2020" ha dichiarato.
Il Tilbury Port, situato sulla riva settentrionale del Tamigi,
si trova a circa 40 km a valle del Ponte di Londra ed il suo
progetto di espansione dovrebbe andare avanti a prescindere dalla
Brexit, afferma Hammond.
Tuttavia, la concorrenza fra i porti del Tamigi si è
incrementata dall'apertura del rivale di Tilbury, il DP World London
Gateway, anch'esso situato sulla riva settentrionale del fiume a
Thurrock.
Il porto ad acque profonde, le cui operazioni sono effettuate
dalla DP World di Dubai, è stato inaugurato a novembre del
2013 ed è in grado di movimentare le più grandi
portacontainer del mondo.
Il voto della Brexit finora non ha comportato conseguenze per la
strategia aziendale della DP World nel Regno Unito, dove essa
gestisce un altro porto a Southampton.
"Dal momento del voto a favore dell'abbandono dell'Unione
Europea, le attività hanno proceduto come al solito per la DP
World nel Regno Unito e non riteniamo che possano cambiare"
afferma Rajeev Shankar, portavoce della società.
"Noi siamo agevolatori di traffici globali e se il Regno
Unito scambia di più con l'Europa o meno con l'Europa la DP
World nel Regno Unito, con la sua struttura logistica completamente
integrata presso il London Gateway e presso il più produttivo
terminal container britannico di Southampton, è qui per
assicurare che il Regno Unito possa movimentare merci in entrata ed
in uscita in modo efficiente, affidabile e sicuro".
Shankar ammette che per qualcuno dei clienti della DP World la
Brexit rappresenti una preoccupazione e che c'è incertezza
mentre le aziende aspettano di vedere quale tipo di accordo
commerciale verrà concluso fra il Regno Unito e l'Unione
Europea.
Il London Gateway, sostiene Shankar, tuttavia è in buona
posizione per fronteggiare qualsiasi impatto potenzialmente
sfavorevole derivante dai negoziati della Brexit.
Nel contempo, ha affermato, "lavoreremo con i clienti nuovi
ed attuali al fine di far sì che i traffici siano il più
possibile senza soluzione di continuità, quale che sia
l'esito della Brexit".
(da: hellenicshippingnews.com/thenational.ae, 2 gennaio 2018)
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