Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVI - Numero 31 DICEMBBRE 2018
TRASPORTO INTERMODALE
TRASPORTO MULTIMODALE SOSTENIBILE: QUALE RUOLO PER
L'INTERNALIZZAZIONE DEI COSTI ESTERNI?
Il seguente articolo presenta i risultati preliminari dello
studio "Sustainable transport infrastructure charging and
internalisation of transport externalities" elaborato dalla
Commissione Europea.
Contesto e scopo dello studio
La questione dell'internalizzazione dei costi esterni del
trasporto, ad esempio attraverso una appropriata fissazione dei
prezzi, è sull'agenda da lungo tempo.
1
Tabella di marcia verso uno spazio unico
europeo dei trasporti - Verso un sistema di trasporti competitivo
ed efficiente sotto il profilo delle risorse [COM(2011) 144].
La Commissione si è impegnata in ordine a questo
principio, ad esempio nel Libro Bianco del 20111, e fra
gli economisti dei trasporti c'è un ampio consenso sui pregi
di tale concetto.
Mentre su questa base sono stati condotti molti studi ed
intraprese anche iniziative individuali, segnatamente sui pedaggi
stradali nella Direttiva dell'Eurovignetta, mancava una visione
d'insieme aggiornata degli effetti esterni rispetto alle misure di
internalizzazione delle diverse modalità di trasporto.
Non è altresì disponibile un'analisi sistematica
dei costi relativi alle infrastrutture di trasporto.
Questa è la ragione per cui i servizi della Commissione
Europea hanno deciso nel 2017 di tentare di stabilire in modo
esaustivo i fatti e le cifre impliciti, ai fini di informazione in
ordine ai futuri dibattiti politici.
Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire una
aggiornata visione di insieme dello stato attuale riguardo ai
principi del "chi usa paga" e "chi inquina paga".
Lo abbiamo fatto valutando i costi esterni ed infrastrutturali
delle diverse modalità di trasporto e confrontandoli con le
imposte e gli addebiti pagati dagli utenti del trasporto.
Lo studio riguarda tutte le modalità di trasporto dei 28
stati membri dell'Unione Europea ed altre economie avanzate,
diversificando fra passeggeri e merci.
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Sarà presentata nel rapporto
l'intera metodologia, unitamente alle ipotesi ed ai dati, assieme
ad una valutazione della fiondatezza delle cifre e ad un
confronto con gli studi precedenti.
La stima dei costi esterni si basa su
un certo numero di fonti (come l'Eurostat, il "Trasporti
dell'Unione Europea in cifre" della Commissione Europea, il
Gruppo di Lavoro Intergovernativo sul Cambiamento Climatico,
l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico,
l'Agenzia Internazionale per l'Energia, l'Agenzia Europea per
l'Ambiente, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il
Ceentro di Ricerche Congiunto, eccetera) e sulla più
recente letteratura scientifica dispenibile.
La metodologia è stata altresì
discussa con esperti esterni nel corso di un seminario
organizzato dalla Commissione.
Nonostante le problematiche metodologiche, i costi esterni sono
costi reali correlati ad elementi non appartenenti al mercato (vita,
salute, qualità dell'aria, tempo eccetera).
Qualcuno alla fine li deve sostenere ed idealmente dovrebbe
essere quello che li produce quale "inquinatore" od
"utente".
Pertanto, è importante stimare con regolarità
questi costi anche in termini monetari, con le migliori metodologie
ed i migliori dati disponibili.
Approfondimenti preliminari
I risultati preliminari consentono ad una prima lettura
approfondimenti senz'altro importanti: si stima che le dimensioni
complessive dei costi esterni del trasporto siano dell'ordine di
circa 1.000 miliardi di euro all'anno.
In concreto, questa cifra corrisponde a quasi il 7% del PIL dei
28 paesi dell'Unione Europea.
3
Una parte significativa dei costi esterni
complessivi della congestione è già internalizzata
dalla disponibilità degli utenti a viaggiare in una
situazione congestionata.
Fra loro vi sono i costi esterni correlati agli incidenti,
all'ambiente (inquinamento atmosferico, cambiamento climatico, i
costi correlati alla produzione energetica, le emissioni dalla fonte
al serbatoio, l'inquinamento acustico, i danni all'habitat) e, solo
per la strada, i costi della congestione per oltre 250 miliardi di
euro3.
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Per il trasporto stradale, ferroviario
ed idroviario i costi infrastrutturali complessivi ammontano a
più di 250 miliardi di euro per il 2016.
La maggior parte di questi costi sono
causati dalle automobili e dai veicoli pesanti adibiti al
trasporto merci.
Quanto al trasporto aereo e marittimo,
i costi infrastrutturali vengono stimati in ordina ad una
selezione di aero(porti), dal momento che non vengono forniti
cifre inerenti ai costi infrastrutturali complessivi a livello
dei 28 paesi dell'Unione Europea.
I costi delle infrastrutture non sono compresi in questa cifra4.
Questi costi esterni sono una quantificazione in termini
monetari di elementi non appartenenti al mercato, espressi puramente
come % del PIL al fine di fornire un'idea delle loro dimensioni.
Pertanto essi non possono essere ad esempio confrontati con la
quota di trasporto nell'economia.
Il livello dei costi esterni è notevolmente più
elevato di quanto in precedenza quantificato per la maggior parte
delle categorie.
Ciò è in parte dovuto ad un incremento degli
effetti esterni reali, ma riflette altresì una diversa ed
aggiornata metodologia: nuovi risultati di ricerca sono stati presi
in considerazione e si rispecchiano anche altri sviluppi come le
emissioni nella vita reale.
La Figura 1 riportata in basso mostra come i costi ambientali
rappresentino quasi il 50% dei costi esterni del trasporto.
In termini assoluti, la strada causa più dei tre quarti
dei costi esterni del trasporto.
La quota elevata dell'attività di trasporto su strada
rispetto alle altre modalità contribuisce a questo esito.
Figura 1 - Costi esterni per categoria di costo e per
modalità di trasporto per i 28 paesi dell'Unione Europea nel
20165
5
Per il trasporto aereo e marittimo lo
studio ha raccolto informazioni per un certo numero di porti ed
aeroporti specifici e non per l'intera Unione Europea.
Questo grafico maggiora i costi per
porti ed aeroporti selezionati partendo perciò dal
presupposto che i traffici da e per loro siano rappresentativi
dei traffici dell'Unione Europea.
Inoltre, per alcune categorie di costo
le cifre dipendono dalle condizioni locali e perciò non
possono essere maggiorate.
Il grafico a destra non tiene conto dei
costi della congestione poiché essi sono stati valutati
solamente per la modalità stradale.
La Figura 2 mostra che il tipo prevalente di costo varia a
seconda della modalità.
I costi ambientali (rispettivamente l'inquinamento atmosferico
ed il
cambiamento climatico) fanno la parte del leone nel trasporto
marittimo e aereo.
Nel trasporto stradale, i costi ambientali, quelli relativi agli
incidenti e quelli inerenti alla congestione sono di entità
simile (gli ultimi non vengono mostrati nella Figura 2 poiché
sono stati stimati solo per le modalità stradali).
I costi esterni del trasporto ferroviario e delle idrovie
interne sono molto minori.
Figura 2 - Costi esterni complessivi per modalità di
trasporto per i 28 paesi dell'Unione Europea nel 20166
La Figura 3 mostra che in termini relativi (per passeggero-km e
tonnellata-km) il quadro è più sfumato ma conferma che
la strada, fatta eccezione per gli autobus ed i pullman, crea i
costi esterni medi più elevati per il trasporto sia
passeggeri che merci.
Figura 3 - Costi esterni medi per modalità per i 28
paesi dell'Unione Europea nel 2016
Confrontando i costi infrastrutturali ed esterni con le imposte
e gli addebiti pagati dagli utenti del trasporto, la Figura 4 mostra
che gli utenti e gli inquinatori non pagano del tutto i costi
complessivi (esterni ed infrastrutturali) di cui sono responsabili e
questo è vero per tutte le modalità di trasporto.
Gli utenti della strada pagano per i loro costi complessivi una
quota maggiore di quella degli utenti della ferrovia, ma questi
ultimi pagano una quota maggiore dei loro costi esterni.
Gli oneri pagati dal trasporto aereo pareggiano all'incirca i
costi infrastrutturali, ma solo un piccolo quantitativo di costi
ambientali.
Gli utenti del trasporto di origine fluviale pagano la quota più
piccola dei loro costi complessivi rispetto agli utenti di altre
modalità.
Questo significa che, al momento attuale, è il principio
"la società paga" e non quello "l'utente paga"
ad essere attuato nell'Unione Europea.
Figura 4 - Confronto fra costi complessivi (esterni ed
infrastrutturali) ed imposte ed addebiti complessivi7
7
Le Figure 1 e 4 non possono essere
confrontate in quanto vengono utilizzate metodologie diverse per
calcolare i costi della congestione.
Quella utilizzata nella Figura 1 (lato
sinistro) è più in linea con la metodologia
adoperata per la stima degli altri costi esterni ed è
utilizzata per calcolare i costi esterni complessivi del
trasporto.
Quella utilizzata per la Figura 4 è
pù pertinente al confornto con imposte ed addebiti ed è
grosso modo 6 volte minore rispetto alla precedente.
Uno dei principi prioritari che stanno dietro alla
internazionalizzazione dei costi esterni consiste nel fatto che il
prezzo finale pagato dagli utenti dovrebbe essere prossimo a quello
dei cosiddetti costi marginali sociali.
Il prezzo per un servizio di trasporto dovrebbe quindi coprire
il costo marginale delle esternalità ed i costi
infrastrutturali marginali.
Dato che i costi infrastrutturali marginali non subiscono
conseguenze indotte dai relativamente alti costi fissi delle
infrastrutture ferroviarie, la Figura 5 mostra un quadro leggermente
diverso: utenti ed inquinatori non pagano ancora del tutto i costi
(marginali) di cui sono responsabili, ma gli utenti ferroviari
pagano per una quota più elevata rispetto agli utenti
stradali.
Figura 5 - Confronto fra costi variabili (esterni ed
infrastrutturali) ed imposte ed addebiti variabili
Il rapporto di studio definitivo fornirà un gran numero
di indicatori allo scopo di illustrare questi punti, come descritto
nel paragrafo che segue.
Sarà disponibile una disaggregazione per stati membri.
Prossimi passi
Gli elementi costitutivi dello studio esamineranno lo
sfruttamento dei dati raccolti analiticamente in modo da stabilire:
in che misura le entrate derivanti dagli oneri infrastrutturali
coprono le spese relative a: a) manutenzione e b) costi di
manutenzione e di capitale insieme?
chi sostiene i costi (settore pubblico, pubblico in generale,
utenti dei trasporti) per modalità e in che modo gli utenti
delle diverse modalità si confrontano in termini di
conformità con i principi "chi inquina paga" èchi
usa paga"?
qual è il potenziale per un'ulteriore internalizzazione?
come vengono implementate le misure di internalizzazione nei
paesi nell'ambito di un più ampio strumento politico
finalizzato a un trasporto più sostenibile (ad esempio
sussidi/incentivi che integrano i pedaggi stradali)?
Ciò includerà anche confronti fra paesi e fra
modalità basati sulla tassazione e sugli incentivi.
Nonostante le problematiche relative alla metodologia, i
risultati di questo studio, una volta completato, costituiranno un
input importante per i prossimi dibattiti sul futuro delle politiche
dei trasporti dell'Unione Europea.
(da: transportenvirenment/europa.eu, 17 dicembre 2018)
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