- Relazione del presidente di Assoporti, Daniele Rossi,
all'assemblea annuale dell'associazione
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Napoli, 30 settembre 2020
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- Autorità, Signore, Signori, Gentili ospiti,
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- anche a nome dei colleghi Presidenti vi porto il saluto ed il
ringraziamento della Associazione dei Porti Italiani per la vostra
partecipazione alla nostra Assemblea Annuale.
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- Introducendo la relazione annuale desidero rivolgere un
ringraziamento al nostro Ministero di riferimento, ed in particolare
al Sottosegretario Onorevole Traversi che ha recentemente ricevuto
la delega alle attività di indirizzo e vigilanza sulle
Autorità Portuali, all'Ufficio di Gabinetto ed alla Direzione
Generale, che sotto la guida autorevole della Ministra DeMicheli, ci
hanno garantito vicinanza ed il costante supporto per affrontare, in
un clima di ritrovata serenità e franchezza, la quotidiana
complessità della nostra attività.
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- Uno speciale benvenuto alla Vice Capo Gabinetto dottoressa Maria
Teresa DiMatteo per la recente nomina alla Direzione Generale per la
Vigilanza sulle Autorità Portuali.
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- Un sentito sincero ringraziamento al Comandante Generale delle
Capitanerie di Porto Ammiraglio Giovanni Pettorino per essere qui
con noi oggi. La tua presenza, Giovanni, è per noi
testimonianza indelebile di amicizia e fraterna solidarietà
fra uomini e donne che vivono i porti, amano il mare e lavorano con
l'unico scopo di servire il bene pubblico.
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- Mancherei però ad un mio desiderio e dovere se aprendo i
lavori non facessi un riferimento alla città che ci ospita .
Al grande patrimonio storico e cultura le di Napoli, ai suoi
personaggi, dai Borbone agli Angioini, agli Aragonesi. Agli uomini e
alle donne che hanno portato la cultura di Napoli nella storia,
nelle arti, nel cinema, che hanno reso Partenopee conosciuta in
tutto il mondo.
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- Grazie Pietro per ospitarci nella tua bella città!
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Lo sentiremo più volte anche oggi, quello in corso è
l'annus horribilis dell'economia mondiale. La mancata produzione, i
mancati consumi, hanno determinato inevitabilmente minori traffici.
Nel primo semestre nei porti italiani abbiamo avuto una contrazione
generale in tutte le tipologie di merci, come mai si era vista dal
dopoguerra. Nei primi sei mesi di quest'anno sono state movimentate
200 milioni di tonnellate di merci, con una perdita di quasi il 12
percento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Passeggeri quasi azzerati, crocieristica ferma. Hanno retto i
rotabili ed container con un calo solo del tre percento.
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- I traffici perduti non si possono recuperare, dobbiamo mitigarne
gli impatti negativi, soprattutto sui lavoratori. Non dovremo
dimenticare mai quegli uomini e quelle donne che hanno consentito
alla logistica italiana di superare con successo una prova
drammatica. Non dovremo dimenticare mai il grande risultato che
abbiamo ottenuto: tutti i nostri porti sono stati operativi sempre,
garantendo la sicurezza dei lavoratori,dei marittimi e delle merci.
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- Anche in questo periodo Assoporti ha garantito il coordinamento
delle Autorità associate nel costante dialogo con il
Ministero, con le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e delle
imprese, con la Agenzia delle Dogane, con gli Enti di promozione
commerciale e turistica. Lo ha fatto al meglio delle proprie
possibilità, ma sempre con dedizione ed impegno, con onestà
e trasparenza.
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- La stessa onestà e trasparenza, passione ed impegno, che
hanno caratterizzato l'operato di tutti i presidenti dei porti
italiani. Non posso evitare di menzionare lo sgomento e l'amarezza
che hanno generato nella comunità portuale, anche
internazionale, le vicende di alcuni presidenti esposti troppo in
fretta e con troppa foga al pubblico ludibrio.
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- Funzionari dello Stato colpiti nella loro capacità e nel
loro dovere di servire l'Istituzione da giudizi che si
dimostreranno, tutti indistintamente, superficiali ed inconsistenti.
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- Venendo all'attività associativa ricordo che
l'Associazione ha sottoscritto alcuni importanti accordi di
collaborazione a beneficio della economia portuale e del “sistema
Paese”. Fra quelli di maggiore rilevanza:
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- il Protocollo quadro con l'Agenzia delle Dogane
per
favorire la digitalizzazione delle procedure doganali nelle aree
portuali, nonché la standardizzazione delle modalità
operative. Una sinergia tra l'Agenzia ed Assoporti che consentirà
di realizzare progetti concreti ed in tempi definiti.
- Il Protocollo d'intesa con Cassa Depositi e
Prestiti
finalizzato a disciplinare la collaborazione
tecnico-finanziaria della Cassa con le singole Adsp per la
definizione degli aspetti progettuali, economici e contrattuali
nella realizzazione di nuove opere infrastrutturali.
- Il Protocollo d'intesa con MEDCRUISE
Che identifica forme
di collaborazione nelle iniziative di comune interesse per lo
sviluppo del traffico crocieristico.
- Il Protocollo d'intesa con SVIMEZ
Con il quale è
stato costituito un “Osservatorio economico sulle ZES e sulle
iniziative di sviluppo delle aree portuali”.
- Il Protocollo d'intesa conICE e UIR
Per collaborare nella
partecipazione alle maggiori fiere internazionali di settore.
Attendiamo con ansia di poter riprendere l'attività di
promozione commerciale del sistema portuale e turistico italiano.
- Altro impegno significativo dell'Associazione è stato (ed
è tutt'ora) la partecipazione ai tavoli negoziali per il
rinnovo dei contratti dei lavoratori portuali. Trattativa non
facile, in un contesto reso più complesso ed incerto dalla
emergenza sanitaria. Imprese e lavoratori sono chiamati oggi più
che mai ad esercitare il loro senso di responsabilità e
trovare quanto prima una equa soluzione contrattuale. Siamo certi
che lo faranno presto, perché non è tempo per il Paese
e per le banchine di nuova conflittualità.
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- Questo contratto, comunque vada, ha forse inconsapevolmente
posto al centro del dibattito un tema di valore culturale e sociale
non ancora risolto. Il tema è il giusto prezzo dei beni, dei
servizi, del lavoro. Glorifichiamo gli eroi di questi tempi, i
lavoratori che hanno consentito al mondo di sopravvivere, ma abbiamo
creato un sistema economico mondiale che ancora non sostiene il
costo della dignità del lavoro. Una maglietta non può
e non deve costare due euro. Il problema ovviamente trascende le
nostre banchine e dovrebbe essere affrontato in chiave politica
dall'Unione Europea nelle relazioni con quegli stati che
sopravvivono o prosperano fornendo opportunità di dumping
sociale.
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- Sempre nell'ambito delle relazioni industriali, registriamo la
modifica alla legge 84 introdotta con la conversione in legge del
Decreto “Rilancio” che dovrebbe risolvere la vexata
questio dell'autoproduzione. L'autoproduzione resta, ma sarà
consentita solo dove non ci siano soggetti autorizzati in grado di
garantire il servizio. Comunque la si pensi, e noi pensiamo sia
stata trovata una soluzione di equilibrio, è ora il tempo di
prendere atto della nuova situazione di certezza normativa, girare
pagina e contribuire a regolare in maniera più razionale,
programmata e trasparente il mercato del lavoro portuale,
coinvolgendo sindacati, armatori e terminalisti, sotto la regia
delle AdSP, alla elaborazione del Piano dell'organico dei lavoratori
portuali di cui agli artt. 16, 17 e 18.
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- Ugualmente è il tempo per i fornitori di servizi portuali
e per le organizzazioni sindacali di mostrare consapevolezza e
responsabilità per fare di una buona legge una occasione di
collaborazione, sostegno e rilancio dei nostri porti.
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- Molti sono i temi che hanno caratterizzato il dibattito
politico, amministrativo ed operativo nei porti in questi ultimi
tempi. Alcuni arrivano da lontano, come lo Sportello Unico Doganale
e lo Sportello Unico Amministrativo che faticano a vedere compiuta
la loro attuazione. Al nostro Ministero chiediamo uno sforzo
eccezionale, al quale dobbiamo e vogliamo contribuire, per attivare
quanto prima i tavoli di coordinamento con tutti gli enti e
ministeri coinvolti. Grande è l'aspettativa di
semplificazione che ha il Paese, queste procedure devono oggi essere
attuate sotto la regia del MIT.
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- Ugualmente non è più procrastinabile la garanzia
di poter dragare i porti italiani, ne va della sopravvivenza delle
nostre comunità portuali. Un primo significativo passo
potrebbe essere rappresentato dalla rimozione dei limiti allo
spostamento dei sedimenti all'interno dello stesso bacino portuale e
dalla sburocratizzazione del deposito temporaneo dei sedimenti, il
cui termine andrebbe opportunamente prorogato. Noi crediamo sia
possibile una tutela rigorosa dell'ambiente operando scelte
normative equilibrate, in un quadro regolamentare chiaro, portando
certezze e semplificazione nelle procedure.
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- È indispensabile un confronto su questo tema con il
Ministero dell'Ambiente ed ISPRA. Noi ci siamo, con i tecnici delle
nostre Autorità e l'esperienza maturata sul campo.
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- Altresì è necessario un impegno governativo forte
per completare la semplificazione delle norme che presidiano la
realizzazione delle opere portuali avviata con il DL
semplificazioni. Bisogna infine mettere mano alla pianificazione
portuale, se ci vogliono tre anni per l'adozione del DPSS
(esperienza di La Spezia e Bari) e poi 3/4 anni per il PRP vuol dire
che qualcosa non funziona, bisogna arrivare ad una gestione delle
procedure amministrative in tempi rapidi per evitare che la
pianificazione diventi obsoleta. Si potrebbe iniziare conferendo
valenza urbanistica - nel solco del
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Decreto rilancio - al DPSS almeno per quanto riguarda le
destinazioni funzionali delle banchine. Per questo sembra bastare
una disposizione ministeriale interpretativa, il che permetterebbe
di conferire certezza e coerenza alla numerose opere pubbliche che
potranno auspicabilmente essere
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realizzate nei prossimi anni.
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- A proposito di opere pubbliche, per sostenere la ripresa
economica è necessaria una nuova stagione di pianificazione
strategica di medio periodo che, fra l'altro, contribuisca a ridurre
il divario fra il Centro-Nord ed il Mezzogiorno.
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- La recente assegnazione delle risorse del Fondo Infrastrutture
disposta dalla Ministra De Micheli ha risolto in modo soddisfacente
le attuali necessità di investimento in opere portuali. La
portualità italiana non ha bisogno di campioni
infrastrutturali nazionali, la concentrazione logistica è
innaturale e si scontra con la morfologia del nostro Paese. Io credo
gli amici di Confetra abbiano colto nel segno, ciò di cui
abbiamo veramente bisogno è restare connessi, unire
materialmente ed immaterialmente gli hub logistici e portuali da
nord a sud del Paese.
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- In particolare, i porti del sud del Paese non potranno esprimere
la loro potenzialità e contribuire alla costruzione di una
rete logistica nazionale diffusa se non potranno fare affidamento su
una rete ferroviaria moderna ed efficiente. Interventi mirati su
ferrovie, strade, digitalizzazione: qui devono essere concentrati
gli sforzi e le risorse del Recovery Fund, con particolare
attenzione alla integrazione logistica del sud del Paese.
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- La spinta alla digitalizzazione non coglierà impreparati
i porti italiani. L'accordo con le Dogane, per il quale ancora
ringraziamo il Direttore Minenna, ne è un esempio importante.
Altrettanta aspettativa abbiamo nel nuovo management di Uirnet per
la fiducia che ancora gli è stata concessa
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e che auspichiamo possa imprimere in tempi brevi una svolta
significativa alla implementazione del Port Community System
nazionale.
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- Gli investimenti saranno fondamentali, ma non ci sarà
ripresa senza una vera semplificazione normativa. Importanti passi
sono stati fatti anche recentemente in questa direzione, ma ora è
necessario porre con forza una questione culturale. Le mele marce
devono essere estirpate, ma la pubblica amministrazione merita
fiducia e rispetto e deve essere messa in condizione di lavorare con
efficienza e serenità. Questo significa semplificare davvero
il codice appalti ed il codice ambiente. Limitando le sanzioni
penali, inasprendole, ai soli casi di comprovata patologica
infedeltà.
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- Per quanto ci riguarda più da vicino, crediamo si debba
arrivare quanto prima ad una compiuta attuazione della riforma della
legge 84. In particolare la Conferenza dei presidenti deve
funzionare con regolarità per garantire l'effettivo
coordinamento centrale della portualità nazionale. Solo
quando l'impianto normativo della riforma sarà a regime
potremo valutarne l'efficacia e la necessità di modifiche.
Discuterne oggi sarebbe solo una simpatica nostalgia.
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- Da ultimo, non voglio sottrarmi ad una riflessione sulle misure
contenute nel Decreto Rilancio a favore del cluster marittimo
portuale. Abbiamo apprezzato la sensibilità mostrata dal
Governo verso lavoratori e compagnie portuali, così come per
gli ormeggiatori, e ci siamo attivati per riconoscere prontamente i
benefici concessi.
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- Per quanto riguarda canoni confidiamo si possa trovare una
interpretazione della norma coerente con le aspettative dei
terminalisti e dei piccoli concessionari. Non appare un esercizio
facile, ma in ogni caso è opportuno preliminarmente
completare l'analisi in corso delle effettive esigenze.
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- Vi ringrazio per l'attenzione e la pazienza.
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