Il 17 settembre scorso il container terminal Tecon 1 del porto di Santos, principale porto del Brasile, è stato venduto all'asta. La vendita all'incanto è avvenuta alla Borsa di Sao Paulo: il terminal è stato aggiudicato per 274,5 milioni di real (circa 438,6 miliardi di lire) al consorzio Santos Brasil capeggiato dal gruppo finanziario Opportunity Leste con il 40% mentre il 20% appartiene ai fondi pensione del Banco do Brasil, il 15% all'impresa di telecomunicazioni Teleloras, il 10% alla Multiterminals (già operatore di terminal a Rio de Janeiro) e infine il 15% alla società 525 Partecipaçoes, filiale dell'impresa di costruzioni Argecon di Rio de Janeiro. Il prezzo base era stato fissato in 101,1 milioni di reals (circa 161,55 miliardi di lire).
La società che si è aggiudicata l'asta non ha alcun obbligo di effettuare investimenti nel terminal, ma dovrà ridurre il costo di manutenzione di un container dagli attuali 500 a 150 real (da 799.000 a 240.000 lire). Per ottenere questo risultato il consorzio Santos Brasil dovrà naturalmente effettuare investimenti, ma non è stata fatta alcuna dichiarazione in proposito. Si sa soltanto che nel consorzio potrebbe entrare la società HHLA che gestisce un container terminal nel porto di Amburgo.
Attualmente il porto di Santos è considerato uno dei più cari dell'America Latina. E la privatizzazione, che è stata altamente simbolica, dovrebbe determinare - oltre alla riduzione dei costi - anche un aumento del traffico.
Santos ha come retroterra le zone più ricche del Brasile e attualmente il traffico è in espansione: il terminal funziona ora 24 ore su 24 e l'ufficio Codesp che gestisce il porto ha ridotto le tasse portuali per stimolare il traffico, specialmente quello che si svolge nell'ambito della zona economica Mercosur, che raggruppa Brasile, Argentina, Uraguay e Paraguay. |
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