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I SINDACATI PROCLAMANO UNO SCIOPERO DI 24 ORE NEI PORTI DI GENOVA, NAPOLI, TRIESTE E VENEZIA PER IL PROSSIMO 31 OTTOBRE
Non hanno infatti ottenuto segnali positivi dalla riunione congiunta delle commissioni Trasporti e Lavoro dello scorso 22 ottobre
27 ottobre 1997
In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, le segreterie genovesi di FILT-CGIL, FIT-CISL E UILTrasporti e il comitato dei lavoratori dell'Autorità Portuale di Genova annunciano l'effettuazione di uno sciopero di 24 ore per il prossimo 31 ottobre.
Ricordando a Prodi gli impegni assunti a Genova con il ministro dei Trasporti e della Navigazione Claudio Burlando per la rapida approvazione del decreto legge n. 3667, sindacati e comitato dichiarano di aver preso la decisione odierna "avendo purtroppo dovuto registrare per l'ennesima volta segnali non proprio positivi dalla riunione congiunta delle commissioni Trasporti e Lavoro del 22 ottobre"
Uno sciopero che - sottolineano - avrà valenza nazionale; oltre a Genova, c'è infatti l'adesione degli scali di Napoli, Trieste e Venezia.
I sindacati scrivono che, per il ritardo nell'approvazione del decreto e "conseguentemente all'avvenuta privatizzazione, ci troviamo a dover gestire il problema concreto di oltre 300 esuberi con l'impossibilità di poterli occupare, gravando gli stessi sulle asfittiche casse dell'Ente che ha sempre contato di poter fruire, nel corso del 1997, di circa 220 prepensionamenti sulla cui assegnazione si erano impegnati il governo, il ministero competente, l'utenza, l'Assoporti, le quattro autorità Portuali interessate e le organizzazioni sindacali di categoria, con accordi precisi, che hanno assunto i connotati di un 'contratto' che ora deve essere onorato".
"Non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo dimenticare - continuano i sindacati - che a questo disegno di legge è legato anche il futuro di 7.500 marittimi e quello della flotta nazionale che, in caso di una sua mancata approvazione in tempi rapidi, subirebbe l'inevitabile ed irreversibile definitivo declino".
Nel documento è sottolineata inoltre la situazione di emergenza che si è venuta a creare, "emergenza che ci costringe, con una forte azione di sciopero che non potrà essere l'ultima, a mettere in discussione il concetto stesso di privatizzazione dei porti, concetto che potrà determinare anche le fortune o le sfortune delle città portuali".
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