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IL FUTURO DEL SISTEMA MARITTIMO ITALIANO IN DISCUSSIONE A GENOVA
Il commissario UE Kinnock, il ministro dei Trasporti Burlando e gli operatori marittimi italiani al convegno "Traffici marittimi e Unione Europea: l'integrazione del sistema Italia"
19 giugno 1997
L'abrogazione o la variazione dell'articolo 17 della legge84/1994, come modificata dalla legge 647/96, e l'invio di un documento che difende la posizione del governo riguardante la cosiddetta "posizione dominante" che le ex compagnie portuali avrebbero mantenuto grazie alle norme per la fornitura di manodopera temporanea, dovrebbero essere provvedimenti sufficienti affinché la Commissione dell'Unione Europea riveda il giudizio negativo ("inforMARE" del 27 maggio) espresso nei confronti del governo italiano per questi aspetti della legge di riforma portuale.
Questo convincimento è stata espresso oggi, dal capo di gabinetto del ministero dei Trasporti e della Navigazione Giorgio Giaccardi, proprio di fronte al commissario dell'UE ai Trasporti Neil Kinnock e al capo del dicastero italiano Claudio Burlando in occasione dell'importante appuntamento al centro congressi dei Magazzini del Cotone di Genova per il convegno "Traffici marittimi e Unione Europea: l'integrazione del sistema Italia".
Si tratta insomma, ha detto Giaccardi, di "eliminare l'equivoco" e di "sgombrare ogni illazione in merito all'introduzione di un presunto regime monopolistico nel mercato dei servizi portuali". E in questo senso sono le norme sul processo di ristrutturazione imprenditoriale delle compagnie dei lavoratori portuali contenute nel disegno di legge sulla riforma dei porti che il governo ha recentemente presentato al parlamento. Norme che prevedono anche l'adeguamento degli organici delle maggiori autorità portuali e la riorganizzazione del servizio di escavazione.
Un disegno di legge che nell'ottica di razionalizzare e di rafforzare il sistema marittimo nazionale, prevede anche l'istituzione del "registro internazionale marittimo" che dovrebbe fornire all'armamento italiano gli strumenti per colmare il gap con le altre flotte mondiali grazie alla predisposizione di agevolazioni fiscali e di un riassetto del mercato del lavoro. Il proposito è infatti di istituire un apposito regime giuridico per le navi adibite esclusivamente ai traffici internazionali, in modo da allineare i costi di gestione con quelli praticati dalla concorrenza internazionale con l'obiettivo di ricondurre sotto la bandiera italiana l'armamento che si è spostato all'estero.
Il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) Paolo Clerici si è però lamentato, nel suo intervento, della "lista d'attesa" in cui è relegato il disegno di legge sul registro internazionale. L'auspicio è che il provvedimento possa diventare operativo entro quest'anno, ma le prospettive non sono incoraggianti visto che, ha detto Clerici, è stato sopravanzato da quelli sulle telecomunicazioni e sull'autotrasporto. E' necessario però accelerare i tempi perché, ha continuato il presidente di Confitarma, solo dopo la sua approvazione si potrà pensare ad una "regolamentazione speciale per il settore marittimo che non sia tanto volta a derogare dalle norme generali del sistema (esenzioni, detassazioni, deroghe) quanto invece a porre regole diverse se possibile sul piano europeo".
Un forte allarme per le carenze delle infrastrutture del trasporto è stato invece lanciato da Enrico Scerni, presidente della Camera di Commercio di Genova, e da Sebastiano Gattorno, presente in veste di vice presidente della Confederazione Generale Italiana del Traffico e dei Trasporti (Confetra). La fase positiva attraversata dal sistema portuale italiano deve essere accompagnata, secondo i relatori, da interventi infrastrutturali che favoriscano il collegamento delle aree portuali con il retroterra e con i mercati nazionali e internazionali e che creino i presupposti, ha ricordato Gattorno, per passare "dai diversi sistemi di trasporto al sistema della logistica".
Eolo Parodi, vice presidente della commissione Trasporti dell'UE, ha sottolineato la crescita del 8-9% annuo dello scambio di merci sulla direttrice Suez, contro il 3% annuo di quello della direttrice atlantica. Sono conferme della sempre maggiore importanza assunta dal sistema portuale italiano. Un ruolo che, anche secondo Parodi, deve essere sostenuto da adeguate infrastrutture terrestri; in particolare lo sviluppo delle infrastrutture italiane deve essere visto "come obiettivo europeo più che italiano, per un efficace riavvicinamento all'Europa delle aree geografiche a forte sviluppo economico". Parodi ha poi accennato alla validità che assumerebbe il terzo valico per il collegamento del porto di Genova con la rete ferroviaria transeuropea e con il sistema aeroportuale milanese Linate - Malpensa, nel quadro di un consolidamento delle infrastrutture italiane dell'alto Tirreno; analoga importanza è da attribuire al "corridoio adriatico" strategico per "le aree periferiche meridionali della Comunità e per attenuare l'isolamento della Grecia in seguito alla crisi balcanica".
Gli ultimi interventi sono stati quelli del commissario dell'Unione Europea e del ministro dei Trasporti italiano. I complimenti di Kinnock sono stati per la crescita del nostro sistema portuale e di Genova in particolare, con il superamento del milione di teu previsto per quest'anno, mentre Burlando ha ricordato il cammino comune che, da Genova a Gioia Tauro, la portualità italiana deve compiere insieme per affrontare la sfida della globalizzazione dei traffici.
Sono inoltre intervenuti al convegno il presidente della commissione Trasporti della Camera dei Deputati Ernesto Staiano, il parlamentare europeo Roberto Speciale, il presidente dell'Autorità Portuale di Genova Giuliano Gallanti, i rappresentanti delle amministrazioni locali e delle maggiori associazioni di categoria del trasporto.
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