Il consolidamento dei traffici del porto di Venezia e il processo di salvaguardia della laguna sono temi che la città veneta può e deve sviluppare in completa armonia. Gli interventi alla conferenza stampa sull'impatto economico delle attività portuali nell'economia veneziana e nella regione hanno infatti richiamato il forte legame che esiste tra lo sviluppo del porto e quello della città.
Dante Bolognati, rappresentante dei terminalisti e delle imprese portuali in seno al Comitato portuale, ha sottolineato ad esempio come "ogni ulteriore ritardo sull'approfondimento dei canali lagunari di grande navigazione a -12 metri compromette la vivace ripresa già in atto allontanando così una grande opportunità, forse l'unica, per dare al mondo industriale-produttivo del Nord-Est la possibilità di accedere, in modo competitivo, ai mercati internazionali che oggi credono nello sviluppo del porto veneziano".
Il porto - come ha affermato Andrea Razzini, segretario generale dell'Autorità Portuale - punta quindi ad un modello di sviluppo concertato con la città e le sue aziende. Un obiettivo che però, hanno ribadito gli operatori portuali, non deve essere in contrasto con la necessità di ridurre i tempi decisionali e di evitare le lentezze burocratiche che frenano sia gli investimenti attuati che quelli programmati.
Hanno partecipato al dibattito il rappresentante dell'Unindustria, Damaso Zanardo, il presidente dell'Associazione marittimi e spedizionieri, Paolo Parisatti, il direttore dell'Ente zona industriale, Giorgio Ciriotto, l'amministratore delegato della Venezia Terminal Passeggeri, Giuseppe Fabbro, il presidente della Multi Service, Giorgio Lorenzato, e il presidente della Terminal Molo B, Alfredo Baroncini. |
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