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L'India chiude la navigazione di cabotaggio alle compagnie straniere
Abolita la legge che da sei anni ha permesso lo sviluppo delle esportazioni del Paese
19 agosto 1998
Mentre in Europa si sta procedendo alla completa liberalizzazione del cabotaggio, l'India va in direzione opposta: il governo, che è stato eletto grazie all'appoggio di gruppi che praticano una politica protezionistica, ha ora fatto marcia indietro ed ha ritirato la legge che permette ad armatori stranieri di effettuare navigazione di cabotaggio sulle coste indiane.
La legge, che riguarda solo i collegamenti regolari, è stata introdotta sei anni fa per permettere ad armatori stranieri di raccogliere carico nei porti indiani, e ne sono state beneficiarie le maggiori compagnie di navigazione come la Maersk. La legge è stata tuttavia sempre avversata dagli operatori marittimi locali, che sono ora riusciti a farla ritirare. Reazioni opposte da parte di esponenti di compagnie straniere che hanno sede a Bombay, i quali affermano che vi erano precise ragioni che hanno determinato l'apertura del cabotaggio a società straniere e che ora il governo va contro gli interessi della comunità marittima, perché procede contro gli stessi presupposti che hanno determinato l'ammissione di tutte le compagnie al cabotaggio nazionale e che hanno permesso lo sviluppo delle esportazioni indiane.
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