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Lo Stato investe meno nel settore trasporti. Nel 1997 le spese dell'amministrazione pubblica per investimenti risultano complessivamente diminuite del 6,3%, con particolare flessione nel settore aeroportuale e per i trasporti in concessione. Lo rileva la Corte dei Conti nel consueto rendiconto generale dello Stato, nella parte riguardante il ministero dei Trasporti, esaminando il bilancio 1997. Per l'ennesima volta dunque la magistratura contabile esprime un giudizio negativo sull'operato dei ministeri, denunciando "la carenza, comune a molte amministrazioni, di predisposizione di parametri indicatori, atti a fornire un dato di sintesi di evidenza immediata sul grado di efficienza, efficacia, economicità della gestione" Secondo la Corte, inoltre, nella maggior parte dei casi manca "un riferimento temporale allo svolgimento e all'esecuzione dei compiti assegnati" e l'indicazione "delle risorse attribuite alle singole funzioni-obiettivo".
Secondo la Corte, nel dicastero permangono "inadempimenti dell'obbligo di definizione dei programmi e degli obiettivi generali e di verifica dei risultati". Nel 1997 infatti si registra una lieve "ma significativa flessione" degli stanziamenti definitivi di competenza, che registrano un importo di 7.422,47 miliardi (-2,7%), che trova riscontro - dice la Corte - "nelle direttive di contenimenti della spesa pubblica".
Stabile risulta invece l'importo delle risorse destinate agli investimenti diretti, mentre le spese per il personale registrano un incremento del 4,1%. In diminuzione le poste relative alle autorizzazioni di cassa, che registrano nel 1997 un importo di 7.030,892 miliardi (-30,7% rispetto all'esercizio precedente). In flessione anche il rapporto tra impegni totali e massa impegnabile, passato nel biennio 96/97 da 77,55% a 72,44% e il rapporto tra i pagamenti totali e la massa spendibile, passato dal 53% al 44,55%.
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