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Il sistema ferroviario e stradale, dice il ministro dei Trasporti Treu, non permette ai porti italiani di servire i mercati europei
Il ministro studierà la possibile introduzione del lavoro interinale sulle banchine
18 novembre 1998
"L'Italia ha una base logistica naturale importante, tanto più importante quanto più la crescita del polo produttivo del Far East modifica i volumi di traffico dei due collegamenti più forti dell'Europa, Europa - Nord America, Europa - Estremo Oriente, a favore del secondo. A questa grande potenzialità per quanto riguarda la portualità non corrisponde però un'adeguata rete ferroviaria, stradale e autostradale e pertanto ci è preclusa la possibilità di servire paesi forti come la Francia, la Germania, l'Austria e la Svizzera". L'analisi - raccolta in un'intervista per il mensile Port of Venice - News Sailing List dal direttore della pubblicazione Massimo Bernardo - è del neo ministro dei Trasporti e della Navigazione, Tiziano Treu. "La portualità mediterranea ha recuperato cinque punti percentuali rispetto ai porti del Mare del Nord" e il nostro sistema portuale, che - ha rilevato Treu - è costituito dai subsistemi alto-adriatico (da Ravenna a Fiume) e ligure e dal transhipment di Gioia Tauro, ha riacquistato la leadership nel Mediterraneo: il sistema del northern range ha ancora "il vantaggio enorme di una catena logistica più avanzata. A nostro favore gioca la globalizzazione delle attività produttive e la posizione geografica".
Soffermandosi sulla situazione del sistema trasportistico del nord-est italiano, Treu ha ricordato l'importanza dei servizi di cabotaggio lungo l'Adriatico, che dovranno essere potenziati ulteriormente "per giungere fino allo Jonio, sfruttando così al massimo le potenzialità di queste grandi vie naturali di collegamento". I principali progetti di sviluppo delle linee ferroviarie riguardano invece "il completamento, la velocizzazione ed il potenziamento della linea ferroviaria Verona-Brennero, il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Verona-Bologna ed il quadruplicamento della linea ferroviaria Torino-Venezia nella tratta Verona-Venezia". Per quanto riguarda il porto di Venezia, il ministro ha ricordato che alle opere portuali vere e proprie, come "la costruzione della nuova banchina del Centro Intermodale Adriatico di porto Marghera", si aggiungono piani d'intervento "volti a migliorare l'accessibilità, sia ferroviaria che stradale al porto stesso. Tra questi rientra quello relativo al nuovo passante di Mestre che dovrà realizzare un collegamento diretto ed integrato fra l'autostrada A4 in direzione di Padova, la A4 in direzione di Trieste e la A27 verso Belluno". "Non bisogna poi dimenticare - ha aggiunto - che i recenti finanziamenti hanno fatto diventare una realtà lo storico sogno dell'idrovia Padana-Veneta ed entro tempi brevi lo sfruttamento di questa via fluviale renderà ancora più strategico il porto di Venezia".
Sollecitato da Bernardo a pronunciarsi sul tema della manodopera portuale, Treu ha dichiarato che nei prossimi giorni sarà affrontata "la questione dal punto di vista tecnico, per vedere sia se esistono le condizioni per introdurre anche in questo settore le innovazioni contenute nella normativa relativa al lavoro interinale (legge 24.6.1997 n. 196 - ndr.), sia come contemperare le regole di questo nuovo istituto con quelle esistenti". L'ex ministro dei Trasporti e della Navigazione, Claudio Burlando, aveva ammonito sulle difficoltà di applicare questa normativa al lavoro sulle banchine (inforMARE del 3 novembre 1997). La legge sul lavoro interinale, varata quando Treu era ministro del Lavoro, si appresta a diventare la nuova patata bollente sul tavolo del dicastero dei Trasporti?
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