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E' Laem Chabang il principale porto della Tailandia. L'anno scorso ha svolto un traffico di 1,4 milioni di teu, superando il porto di Bangkok, che scende così al secondo posto. Ma ora Laem Chabang, come tutti gli altri scali del sud-est asiatico, risente pesantemente della crisi economica della regione, e il suo sviluppo che sembrava inarrestabile si è bloccato. Resta soprattutto incerta la realizzazione della seconda fase di sviluppo del porto, che era stata valutata 250 milioni di dollari USA, ridotti poi a 210 milioni per il crollo del cambio della valuta nazionale, il baht, e per i problemi di bilancio incontrati dal governo. La Ital Thai Development aveva vinto l'appalto per la costruzione della seconda fase del porto sulla base del prezzo di 250 milioni di dollari, ma poi ha dovuto accettare i nuovi valori monetari.
Il principale finanziatore dei lavori è l'Overseas Economic Cooperation Funds, un organismo giapponese di aiuto allo sviluppo, che ha sospeso il versamento del saldo di 40 milioni di dollari per completare il finanziamento e presto dovrà pronunciarsi in merito. L'autorità portuale di Laem Chabang teme una decisione negativa, e spera che sia il governo ad assumersi la responsabilità della situazione.
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