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La cantieristica mondiale si riunirà dopodomani, venerdì 23 luglio, a Parigi per cercare di venire a capo della grave crisi in cui versano la gran parte delle più importanti industrie navali, che ha causato negli ultimi mesi una drammatica serie di fallimenti, fusioni e riduzioni dei posti di lavoro, e per trovare un'intesa tra cantieri europei e asiatici, e in particolare quelli coreani, accusati di sfruttare la debolezza della propria valuta nazionale e soprattutto le sovvenzioni del Fondo Monetario Internazionale per offrire costruzioni a prezzi stracciati. All'appuntamento non mancheranno infatti i rappresentanti delle maggiori industrie navali della Corea del Sud, tra cui Hyundai, Daewoo e Samsung, oltre ai vertici di quelle del Giappone e delle relative associazioni di settore, Korea Shipbuilding Industry Association e Japan Shipbuilding Industry Association. Ricordiamo che la produzione dei cantieri europei, coreani e giapponesi rappresenta circa il 90 % di quella mondiale.
L'ordine del giorno prevede discussioni sull'eccesso di produzione registrato dall'industria cantieristica, sulla contrazione dei prezzi delle costruzioni e sulle strategie per rivitalizzare il mercato. Ma è evidente che si tratterà di un faccia a faccia tra industria europea e coreana, promosso dalle recenti bordate lanciate dall'Unione Europea ai cantieri coreani e in particolare dalla veemenza del commissario europeo all'Industria, Martin Bangemann che, all'inizio dello scorso mese a Seul, aveva affermato che l'UE non avrebbe permesso che i cantieri europei fossero uccisi dalla concorrenza sleale. Bangemann aveva proposto allora un incontro che potesse aiutare a risolvere i problemi comuni, visto che - aveva ricordato - i fallimenti dei cantieri coreani Halla e Daedong dimostravano la difficoltà in cui versano tuttora anche le industrie asiatiche.
Un'eventuale intesa non sarà comunque cercata a Parigi solo fra cantieri europei e asiatici, ma anche tra imprese coreane e giapponesi: queste ultime infatti lo scorso anno sono state sopravanzate, per la prima volta dal 1998, dalle industria della Corea che hanno effettuato costruzioni per complessive 20,27 milioni di tonnellate (35,3% della produzione mondiale), contro 19,65 milioni di tonnellate (34,2%) del Giappone. Un primato che però potrebbe durare poco, visto che sempre lo scorso anno i cantieri coreani hanno ricevuto ordini per 8,81 milioni di tonnellate (33% delle ordinazioni mondiali), ma quelli giapponesi si sono assicurati commesse per 19,78 milioni di tonnellate (41,1%). |
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