Come è già avvenuto nei traffici tra Europa ed Asia, anche nel traffico transatlantico si sta sviluppando un sensibile squilibrio fra esportazioni ed importazioni, con conseguenti montagne di container vuoti stazionanti nei porti americani. La conferenza certamente più chiacchierata del mondo, che ha opposto gli armatori ai caricatori e anche alla Commissione Europea, il Trans Atlantic Conference Agreement (TACA), parla di uno squilibrio straordinario e sostanziale nei traffici dei container. Gli Stati Uniti importano molte merci europee, mentre in senso inverso la domanda è piuttosto scarsa. Così si accumulano sulle banchine dei porti americani container vuoti che devono essere necessariamente riposizionati, naturalmente con costi che non sono insignificanti e che non possono essere sostenuti dagli armatori, specialmente in questo periodo di noli molto magri.
Il TACA quindi avverte che dall'11 settembre i vettori applicheranno un "Equipment Repositionning Charge" (ERC) di 250 dollari per container nei viaggi Europa-Stati Uniti, che varrà per tutte le spedizioni, comprese quelle coperte da un contratto di servizio. Naturalmente l'ERS non graverà sui container appartenenti ai caricatori.
L'ERS verrà rivisto in seguito, ma attualmente, secondo i vettori, non ha suscitato alcuna protesta da parte dei caricatori.
Fanno parte del TACA le compagnie ACL, Hapag Lloyd, MSC, Maersk, OOCL, NYK, P&O Nedlloyd e Sea-Land. |
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