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In dieci anni le richieste per danni del valore unitario di oltre 100.000 dollari presentate ai P&I Club britannici sono state il 2% del totale
In testa nella classifica degli incidenti gli USA, seguiti da Giappone, Olanda, Italia e Gran Bretagna
2 novembre 1999
Le denunce di danni nel settore marittimo del valore di oltre centomila dollari presentate ai P&I Club britannici nei dieci anni che vanno dal 1987 al 1997 rappresentano il 2% del totale e il 72% del valore complessivo. Queste cifre sono contenute in un'analisi compiuta dai P&I Club su oltre 5.000 navi oceaniche nel mondo.
Circa i rischi, il 40% delle denunce di danni riguardano i carichi.
Denunce e relativi risarcimenti per gli inquinamenti causati da navi petroliere sono considerevolmente diminuiti dopo il 1989, e la polluzione più grave è stata quella della Exxon Valdez. Ma i danni denunciati per polluzione, che sono il 9% del totale, sono sempre più costosi. Dal 1990 in poi sono sensibilmente diminuite le collisioni.
La metà degli incidenti a persone nell'ambiente di lavoro è stata determinata dal loro mancato addestramento.
Nella classifica degli incidenti troviamo in testa gli Stati Uniti con 754 denunce valutate 341 milioni di dollari. Seguono il Giappone con 180 denunce per 59 milioni di dollari, l'Olanda con 150 denunce per 38 milioni di dollari, l'Italia con 146 denunce per 130 milioni di dollari e la Gran Bretagna con 105 denunce per 44 milioni di dollari.
Quanto ai casi di polluzione in testa alla graduatoria vi sono Corea del Sud e Brasile, poi Giappone e Italia.
Le denunce per danni si sono avute in oltre 400 porti: in testa Rotterdam con 107, poi Anversa New Orleans e Houston.
Le navi di età tra 15 e 19 anni hanno determinato più denunce per danni che quelle più giovani, di età compresa fra 10 e 14 anni. Comunque tra le unità di età compresa tra 10 e 20 anni, il 58% erano navi per merci varie, seguite da rinfusiere e petroliere.
I P&I Club hanno constatato 847 reclami per difetti della nave, per 368 milioni di dollari.
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