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Il porto della Spezia fermo di notte: la Procura della Repubblica proibisce l'uso dei carrelli elevatori dalle 22:00 alle 06:00
L'ordinanza è stata comunicata oggi mentre il ministro dei Trasporti e della Navigazione, Pierluigi Bersani, era in visita al porto di Genova. Il ministro ha ricordato che è all'esame della Camera il testo, approvato dal Senato, di modifica della legge 84/94 sull'ordinamento del lavoro portuale
6 aprile 2000
Il ministro italiano dei Trasporti e della Navigazione, Pier Luigi Bersani, è giunto oggi a Genova. Nella sede dell'Autorità Portuale a Palazzo San Giorgio ha incontrato i vertici degli enti locali, rappresentati dal vice presidente della Regione Liguria Graziano Mazzarello, e i presidenti dei tre enti portuali liguri di Genova, La Spezia e Savona, Giuliano Gallanti, Giorgio Bucchioni e Sandro Becce. La giornata ligure di Bersani è coincisa con un momento particolarmente delicato per le sorti degli scali marittimi della regione, e per riflesso dell'intera nazione. Oggi infatti un'ordinanza della Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, emessa a seguito degli esposti sull'inquinamento acustico provocato dalle operazioni portuali, ha imposto di fatto al porto di La Spezia di fermare la sua attività nelle ore notturne. La decisione è estremamente grave e impone la ricerca di soluzioni immediate, che consentano di non ridimensionare il ruolo della Spezia nello scacchiere portuale dell'Alto Tirreno.
Ma recente è anche la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale ligure in materia di lavoro portuale: il TAR ha infatti ha accolto l'istanza della compagnia Pietro Chiesa che chiedeva pari condizioni di operatività in materia di fornitura di manodopera all'interno del porto di Genova, con la possibilità di lavorare anche nei settori ora seguiti esclusivamente dalla Compagnia Unica.
Quest'ultima vertenza rischia di dare avvio ad un nuovo periodo di crisi per il porto genovese, sulla falsariga di quanto accaduto negli anni bui degli scioperi e dell'esodo delle navi dalle banchine dello scalo. «Spero che non ci siano conflittualità» ha detto Bersani ricordando che è attualmente all'esame della Camera il testo approvato dal Senato di modifica della legge 28 gennaio 1994 n. 84 in materia di operazioni portuali e di fornitura del lavoro portuale temporaneo. La nuova normativa, il cui varo è atteso alla fine di questo mese o nei primi giorni del prossimo, potrebbe infatti risolvere secondo il ministro - ma questa è anche l'aspettativa della port authority genovese - la controversia tra la Pietro Chiesa e la Compagnia Unica. Bersani ha affermato che la legge «fissa dei principi intorno ai quali organizzare delle soluzioni».
Bersani ha comunque confermato la validità di molti temi già introdotti dalla legge di riforma portuale 84/94, che in particolare «ha consentito di stabilire cosa tocca al pubblico e cosa al privato». «Passi avanti sono stati fatti anche nella valorizzazione delle autonomie» ha ricordato il ministro sottolineando l'attualità del tema tariffario e i vari progetti di legge che prevedono di assegnare maggiore autonomia finanziaria e operativa agli enti portuali. In tema di risorse economiche Bersani ha spiegato che per la ripartizione dei fondi destinati ai porti italiani, 900 miliardi di lire a disposizione dal prossimo 1° gennaio, non sarà atteso il completamento del piano per la realizzazione delle "autostrade del mare", ma si partirà «da punti certi».
Parlando invece del progetto del terzo valico ferroviario che dovrebbe rafforzare i collegamenti tra il porto di Genova e i mercati interni, Bersani ha confermato le valutazioni ottimistiche espresse dal ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, sottolineando che «la valutazione d'impatto ambientale è stata attivata con orientamento positivo» e che comunque «non è necessario attendere la conclusione del VIA per convocare la Conferenza dei Servizi».
Chiamato a rispondere sulle iniziative europee assunte per fronteggiare il dumping attuato dai cantieri navali sudcoreani che danneggia la cantieristica comunitaria, Bersani ha detto di temere che l'UE non assumerà una posizione forte. Ma oltre ai dissidi in atto con la nazione asiatica rimangono anche squilibri tra gli stessi Paesi membri della stessa Unione Europea, ad esempio in materia di gestione portuale, con sensibili differenze nella 'trasparenza gestionale' degli enti portuali: «le normative UE in questa materia - ha detto il ministro - sono largamente ancora imperfette».
Le preoccupazioni di carattere internazionale, almeno oggi, hanno però lasciato il posto a quelle di ambito nazionale e locale. Più che dalle frasi di Bersani lo si è inteso dall'atteggiamento dei presidenti delle Autorità Portuali di La Spezia e di Genova che oggi, nella Sala dei Capitani di Palazzo San Giorgio, sono tornati a toccare con mano problemi meno strategici e più contingenti. Se Bucchioni ha di fronte a sé un ostacolo impegnativo, quale quello della ridotta operatività del porto, Gallanti deve dirimere un contrasto ancor più dirompente. Non sappiamo se, in quest'ultimo caso, la nuova legge sul lavoro portuale avrà il potere di sanare la disputa. Rimane tuttavia il timore che, soprattutto in tema di manodopera portuale, una legge volta non a "risolvere" ma a "fissare dei principi" possa essere poco adatta a dirimere controversie che devono invece trovare una vera soluzione, pena il rischio di riacutizzarsi periodicamente.
Bruno Bellio
ESTRATTO DEL DECRETO DEL SEQUESTRO PREVENTIVO DEI CARRELLI ELEVATORI EMESSO IN VIA D'URGENZA DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DELLA SPEZIA, SEZIONE AMBIENTE/TERRITORIO
Il Pubblico Ministero
(.. omissis ...)
DISPONE il sequestro preventivo, in via di urgenza, di tutti i carrelli elevatori ed altri macchinari dotati di obbligatori dispositivi di segnalazione acustica a fini antinfortunistici, detenuti e utilizzati nell'ambito del porto mercantile della Spezia dalle ditte La Spezia Container Terminal Spa, Speter Spa, Porto della Spezia srl, Terminal del Golfo Spa, Compagnia Lavoratori Portuali La Spezia, con l'apposizione sui medesimi di cartelli esplicitanti il sequestro stesso e il divieto assoluto del loro impiego fuori dell'orario diurno e cioè fuori dell'intervallo temporale compreso fra le ore 6.00 del mattino e le 22.00
(.. omissis ...)
è loro concessa facoltà di uso dei carrelli elevatori e altri macchinari sotto sequestro esclusivamente nell'arco orario diurno tra le 6.00 di mattina e le 22.00, e fatto divieto assoluto del loro impiego fuori di tale orario (nella quale ultima ipotesi i mezzi abusivamente utilizzati fuori dell'orario diurno consentito resteranno definitivamente esclusi da ogni ulteriore utilizzo anche nell'orario diurno, con apposizione di sigilli tali da impedirne permanentemente la messa in attività)
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
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