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L'IRAP - dicono gli spedizionieri genovesi - è incostituzionale ed è necessaria una radicale modifica dell'imposta
Il prelievo fiscale non viene calcolato solo sul reddito, ma anche sul costo del personale e sugli interessi passivi, penalizzando pesantemente le aziende di servizio
20 settembre 2000
Secondo l'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova l'IRAP, l'imposta regionale sulle attività produttive, è incostituzionale. Il prelievo fiscale dell'IRAP ( 4,25% ) - rileva infatti l'associazione - non viene calcolato solo sul reddito ma anche sul costo del personale e sugli interessi passivi, penalizzando pesantemente le aziende di servizio che per loro natura hanno molto personale e fanno spesso ricorso al credito. Inoltre l'IRAP non è neppure deducibile, arrivando al paradosso che aziende in perdita, gravate da elevati costi del personale, paghino più di quelle aziende che non creano, o creano in maniera limitata, posti di lavoro. Questo tipo di tassazione, non essendo presente in nessun ordinamento fiscale degli altri paesi europei, rende poi di fatto non comparabili i bilanci delle società italiane con quelli dei concorrenti esteri.
Nel suo ultimo consiglio direttivo, presieduto dal presidente Sebastiano Gattorno, l'associazione ha pertanto deciso di affidare allo studio Uckmar Magnani Marongiu l'incarico di intervenire presso la Corte Costituzionale ed in sede parlamentare e governativa per la radicale modifica dell'IRAP che - dicono gli spedizionieri e operatori logistici portuali genovesi - colpisce i redditi di impresa e delle professioni in maniera estremamente pesante e discriminatoria arrecando grave danno alle società di servizio come quelle che fanno parte dell'associazione.
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