Il rapporto tra le società crocieristiche e i porti del Mediterraneo è stato al centro oggi della sessione pomeridiana di Seatrade Mediterranean Cruise and Ferry Convention, in svolgimento alla Fiera Internazionale di Genova. Il dibattito si è svolto tra gli armatori e i rappresentanti di diversi scali che si sono confrontati sulla necessità di adeguare le strutture portuali all'accresciuta tecnologia delle navi.
Fabio Capocaccia, presidente di MedCruise Association e segretario generale dell'Autorità Portuale di Genova, ha sostenuto che la congestione delle navi non è un problema per i porti del Mediterraneo. Grazie ai nuovi investimenti l'offerta dovrebbe infatti superare la domanda nel prossimo futuro. «Al fine di prevenire eventuali problemi - ha detto Capocaccia - si potrebbe creare una European Cruise Line Association, sul modello della FCCA caraibica».
Diversa l'opinione di Roberto Ferrarini, direttore delle operazioni portuali di Costa Crociere, che ha quantificato una crescita del 21% nel transito di passeggeri nei principali porti mediterranei dal '92 al 99. «Le navi diventano più grandi, più veloci, più belle. Al contrario - ha sostenuto Ferrarini - i porti e le procedure sono rimasti generalmente inalterati, poco adatti ai moderni hotel galleggianti». Il manager della compagnia italiana ha indicato in una maggiore collaborazione tra scali e aziende crocieristiche la soluzione dell'impasse.
Theodore Kontes, vice presidente della Festival Cruises, ha specificato le richieste ineludibili agli home port: banchine, terminal per una media di 2000 passeggeri, deposito bagagli coperto, mezzi di trasporto tra il terminal e le banchine esterne, parcheggio per autoveicoli e per una sessantina di bus, spazio operativo per i fornitori e soprattutto sicurezza. «Gli investimenti stimati per adeguare le strutture, nell'ordine dei 500 milioni di dollari - ha affermato Kontes - non sono sufficienti».
Laurence Levis, vice presidente di Architecture, Bruno-Elias & Associates, ha illustrato l'approccio con cui i porti dovrebbero relazionarsi alle linee crocieristiche in modo da ottimizzare investimenti e profitti: «è importante essere realistici, quindi considerare anche le infrastrutture extra portuali, come l'aeroporto, gli itinerari proponibili, cercando di considerare il punto di vista e le esigenze degli armatori».
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