Dalle ore 6:00 di questa mattina 22 pescherecci hanno bloccato l'accesso al porto di Barcellona, per protesta contro l'intollerabile aumento del prezzo del carburante. I pescatori del porto catalano chiedono di poter incontrare direttamente il vice presidente del governo, Rodrigo Rato, per esporre le loro richieste.
Sta intanto aumentando il numero delle navi in attesa di poter entrare ed uscire dallo scalo. Tra queste c'era un'unità da crociera, la Ciudad de Salamanca, con 586 passeggeri a bordo, che è stata dirottata a Maiorca.
L'Autorità Portuale di Barcellona ha attivato un piano di crisi, ma non ha ancora iniziato trattative con i pescatori.
La protesta ha bloccato anche gli altri porti catalani, mentre i pescatori intendono rinviare lo svolgimento della manifestazione Cofradías de Pescadores del Mediterráneo, in programma a Valencia.
Anche gli agricoltori spagnoli stanno attuando diverse forme di protesta, in particolare concentrandosi - su iniziativa dell'Unión de Pequeños Agricultores (UPA) - davanti alla sede della Compañía Logística de Hidrocarburos (CLH) a Rota (Cadice).
La Plataforma Regional de Consumidores de Carburantes ha inoltre interrotto l'attività dei quattro centri di distribuzione del carburante della CLH in Castiglie e León, nelle province di Burgos, León, Salamanca e Valladolid.
Il governo di Madrid ha avviato oggi una serie di trattative con i rappresentanti dell'autotrasporto del Comité Nacional del Transporte por Carretera (CNTC), in corso al ministero dei Lavori pubblici e dell'Economia, per scongiurare lo sciopero di 72 ore proclamato per il prossimo 2 ottobre. Altri negoziati si stanno svolgendo al ministero dell'Agricoltura con i rappresentanti di categoria dell'Asaja, COAG, UPA e delle cooperative agricole (CCAE). |
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