La carboniera Eurobulker IV della compagnia greca Ilias Shipping Corporation, arenatasi lo scorso 8 settembre di fronte a Portovesme, è affondata oggi con il suo carico di 14mila tonnellate di carbone. E' rimasta in superficie solo la poppa della nave. Secondo le previsioni meteomarine le cattive condizioni del mare, che hanno provocato l'inabissamento dell'unità, dovrebbero migliorare nelle prossime ore permettendo alle unità della Capitaneria di riprendere le operazioni di recupero del carico.
L'affondamento della Eurobulker IV ha suscitato timori per il possibile inquinamento delle acque e della costa sarda. A questo proposito è intervenuta Assocarboni ricordando che «il carbone è un materiale inerte che offre grande sicurezza nel maneggio, trasporto ed uso» e che inoltre «non è un materiale né infiammabile, né esplosivo, né inquinante, né per il suolo né per l'acqua». Assocarboni ha sottolineato che il carbone, secondo l'International Maritime Organization, non rientra nella lista delle merci pericolose e nocive trasportate via nave e che non si sono mai verificati disastri di tipo ambientale per la presenza, più o meno consistente, di carbone in mare.
Una settimana fa la gemella Eurobulker X, con a bordo un carico di cemento, era affondata nelle acque greche.
Oggi inoltre la petroliera panamense Natuna Sea di 91.360 tonnellate di portata lorda si è arenata vicino a Singapore. Sono oltre 7mila le tonnellate di greggio già riversatesi in mare.
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