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Nei porti tedeschi si sta per scatenare un conflitto sulle tariffe di pilotaggio
Ad Amburgo il fatturato annuo dei piloti (la prima parte del servizio avviene sull'Elba, la seconda all'interno del porto) è di 100 milioni di marchi. Il ministero dei Trasporti ha prospettato riduzioni tariffarie graduali, respinte dai piloti
5 ottobre 2000
Piloti portuali contro armatori e associazioni delle compagnie di utenti del porto di Amburgo. Questi ultimi protestano contro le tariffe di pilotaggio, che sono considerate troppo elevate e che sarebbero le più alte d'Europa. L'associazione tedesca degli armatori VDR afferma che il fatturato annuale dei piloti amburghesi sarebbe di circa 100 milioni di marchi.
Le operazioni di rimorchio ad Amburgo iniziano sull'Elba, e le proteste di armatori e utenti riguardano proprio questo segmento del servizio che - a loro dire - è inutile. La seconda parte del servizio di pilotaggio avviene invece all'interno del porto.
Utenti ed armatori affermano che le tariffe sono troppo esose e che vanno ribassate. Fanno inoltre pressioni in questo senso sul governo, anche perché alcune compagnie di navigazione hanno dirottate gli scali delle loro navi su porti vicini più economici.
Dopo un serrato dibattito il ministero dei Trasporti ha prospettato una riforma delle tariffe di pilotaggio. Propone che in una prima fase, con inizio dal prossimo 1° gennaio, vengano ridotte dell'8% e che a partire dal 2004, in una seconda fase, subiscano riduzioni del 4,5%. Il ministero ha inoltre suggerito ai piloti come compensare le minori entrate: con un aumento della produttività, in particolare lavorando sette giorni su sette, e non tre o quattro giorni la settimana come avviene attualmente. I piloti hanno risposto minacciando uno "sciopero dello zelo", che determinerebbe per le navi lunghe attese prima di entrare in porto.
Le diverse richieste e proposte di ministero, armatori, utenti e piloti creano una situazione esplosiva che, oltre ad Amburgo, minaccia di estendersi a tutti i porti del paese. L'associazione dei porti tedeschi e gli armatori hanno chiesto una riduzione tariffaria del 22,5% per tutti gli scali nazionali. I piloti hanno ribattuto sarcasticamente chiedendo un aumento del 30%. Da posizioni così distanti un accordo, anche parziale, appare irraggiungibile.
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