La prima riunione del nuovo anno sociale dell'International Propeller Club Port of Genoa è stata dedicata gli spedizionieri doganali, o più precisamente ai "doganalisti", come si devono ora chiamare secondo la legge 3663 Bis approvata definitivamente dal Senato nello scorso luglio.
Il meeting di ieri sera è stato organizzato sulla scia del convegno sul sistema doganale italiano svoltosi a Genova lo scorso maggio. In quell'occasione nacque la proposta dell'associazione degli spedizionieri genovesi, promossa dal loro presidente Sebastiano Gattorno, della creazione di un Comitato incaricato di avanzare le istanze degli operatori in tema doganale. Un nuovo organismo formato da sei rappresentanti provenienti da autorità portuale, dogana, guardia di finanza, spedizionieri, utenti portuali e operatori del commercio con l'estero.
I problemi sono nazionali, ma anche europei, ha però sottolineato Antonino Iannò, capo della Circoscrizione doganale di Genova. In Europa - ha spiegato - «l'unione doganale è claudicante». Troppe sono ancora le differenze normative. L'UE - ha ricordato - dovrebbe predisporre tariffe omogenee per i paesi terzi e definire una normativa per risolvere i problemi legati alla nazione di provenienza delle merci. Ma diverse sono soprattutto le modalità di applicazione delle leggi. Al porto di Genova ed ai suoi operatori i traffici sono sottratti da «coloro che non rispettano le regole», ha aggiunto riferendosi alla rapidità di sdoganamento dei carichi che in altri porti europei è frutto di pratiche burocratiche "all'acqua di rose".
Le preoccupazioni non sono soltanto procurate dall'estero. In Italia è difficile introdurre innovazioni tecnologiche e procedurali destinate a modificare modi e tempi di lavoro. «So - ha spiegato Iannò - quale sia la risposta dell'amministrazione centrale alle esortazioni comunitarie». Ma incertezze ci sono anche sulla normativa in vigore, ad esempio quando afferma di "assumere" i dati asseverati dallo spedizioniere, intendendo probabilmente che l'autorità pubblica «non fa ulteriori verifiche» rispetto a quanto comunicato.
Nonostante i numerosi problemi la categoria dei doganalisti sta però crescendo, ha rilevato lo spedizioniere e consulente doganale Alessandro Agnese. Altrettanto sta avvenendo - almeno a Genova, come è stato ammesso in alcuni interventi - per l'autorità doganale, che il presidente del Comitato utenti e operatori portuali di Genova Adriano Calvini vorrebbe considerare «come un anello della catena logistica».
C'è però chi ha osservato che le autorità sembra facciano di tutto per scaricare nuove responsabilità sugli operatori e in particolare sugli spedizionieri, doganali o meno. A carico di una categoria che gode di pochi onori, l'amministrazione pubblica è intenzionata ed anzi ha già provveduto ad affidare nuovi oneri. Non solo l'autorità nazionale, ma anche quella comunitaria. Per questo il viaggio che il Comitato ideato dagli spedizionieri intraprenderà probabilmente verso la capitale per presentare le proprie proposte è opportuno che a Roma faccia solo tappa. Preso a bordo un ministro, o quantomeno un sottosegretario, è necessario infatti che il volo prosegua senza esitazioni con direzione Bruxelles.
Bruno Bellio
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