All'Associazione degli Industriali della Provincia di Genova non piace la svolta presa dall'iter di approvazione del piano regolatore portuale dello scalo genovese. Svolta determinata dalle prescrizioni al piano indicate dalla commissione di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) e fatte proprie dal ministero dell'Ambiente. Valutazioni giudicate «miopi» dall'Autorità Portuale di Genova, che - avendo temuto un possibile stravolgimento del contenuto del piano - ha comunque accolto positivamente l'approvazione del ministero dell'Ambiente (inforMARE del 18 ottobre). Questo non ha evitato nei giorni scorsi un vivace scambio di opinioni tra i rappresentanti dell'ente portuale e quelli del dicastero.
A un passo dall'approvazione del piano regolatore portuale, che deve passare al vaglio del ministero dei Beni culturali e successivamente ritornare alla Regione Liguria per il via libera definitivo, gli industriali genovesi criticano con forza le prescrizioni ministeriali. La posizione dell'associazione è stata illustrata oggi da due rappresentanti degli industriali coinvolti direttamente dai 'ritocchi ambientali' al piano: Marco Bisagno, vice presidente di Assindustria e presidente della società cantieristica T.Mariotti, e Franco Gattorno, presidente della sezione Terminalisti dell'associazione e presidente del Terminal Rinfuse Genova Spa. Il distretto industriale, della cantieristica e delle riparazioni navali, ha bisogno di spazi e la bocciatura ministeriale del trasferimento dello Yacht Club Italiano, proposto dal piano regolatore nell'eventuale individuazione di un sito idoneo alla nuova collocazione, vanifica di fatto tutto il lavoro condotto a livello locale per dare un nuovo assetto a quest'area. La bocciatura del riempimento di Calata Concenter ripropone analoghi problemi per le società che operano all'ombra della Lanterna, all'estremità orientale del bacino di Sampierdarena.
Gli industriali genovesi non vogliono però che il piano regolatore portuale si areni ancor prima di essere varato. Propongono invece di istituire immediatamente un tavolo attorno a cui riunire tutti i soggetti interessati, ministeri, ente portuale, amministrazioni locali, operatori, «non per rimettere in discussione tutto - ha sottolineato Bisagno - ma per discutere sui punti di disaccordo».
Il direttore generale di Assindustria, Paolo Corradi, ha ribadito la primaria importanza del porto nell'economia cittadina. Importanza che secondo Bisagno non è stata colta appieno dal piano regolatore portuale, fatto «senza troppo guardare al futuro, quasi si tratti di interventi di "manutenzione allargata"». «Nella fase di stesura - ha ricordato - è stato comunque trovato un accordo su "linee guida", anche su pressione dell'Autorità Portuale affinché tutto fosse completato entro la fine dello scorso anno. A parte il tempo trascorso da allora, vedere adesso tagliato, quasi "taglieggiato", un piano che a noi sembrava minimale appare cosa assurda». «Per due anni - ha detto Gattorno - abbiamo lavorato al piano regolatore portuale con tutti, e siamo arrivati ad un progetto ritenuto da tutti il minimo indispensabile per lo sviluppo di Genova».
Il clima cittadino non sembra invece favorevole ad uno sviluppo delle attività economiche: «adesso che il porto sta rinascendo e l'industria si sta convertendo - ha constatato Bisagno - si avverte un rallentamento, quasi il fastidio della gente, tanto che ho qualche dubbio sulla reale volontà di andare avanti».
Il porto di Genova invece vuole andare avanti. Questo sarà ribadito nel corso del Comitato portuale che si terrà il prossimo 10 novembre per dare il via alle prime opere programmate dal piano regolatore portuale.
Bruno Bellio
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