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Adeguamento del pescaggio dei porti all'avvento delle grandi portacontainer
«Non è necessario chiedersi se, ma quando verranno messe in esercizio le portacontainer da 12.000 teu», ha detto Eike Lehmann al forum di Brema sull'economia dei trasporti
18 novembre 2000
Nel corso del ventesimo forum internazionale dell'economia e dei trasporti e della giornata portuale europea 2000 che si sono svolti recentemente a Brema, il professor Eike Lehmann non si è chiesto se le portacontainer da 12.000 teu, di cui tanto si scrive e si parla, saranno effettivamente costruite e messe in futuro in servizio, ma piuttosto quando questo accadrà. E' un problema importante per la pianificazione di porti in acque profonde o per l'adeguamento del pescaggio di quelli esistenti.
Allo svolgimento del forum, e in particolare all'aspetto che riguarda i problemi sollevati dall'aumento della portata delle navi portacontainer, il settimanale svizzero "Journal pour le Transport International" ha dedicato un articolo.
Il presidente del Senato di Brema, Henning Schwerf, ha detto che a Brema si sostiene con vigore il progetto per la realizzazione di un nuovo porto in acque profonde, a Wilhelmshaven o a Cuxhaven. Il presidente del comitato direttivo della Prognos AG, Hans J. Barth, ha predetto per il commercio tassi di crescita medi di circa il 5% l'anno nei prossimi vent'anni, da cui si può dedurre un raddoppio del tasso di crescita del volume dei container trasportati nel mondo nel corso dei prossimi dieci anni.
I responsabili delle più importanti compagnie armatrici che svolgono traffici di container sono anche pionieri nella costruzione di grandi navi. Il leader della Maersk Deutschland, Hans G. Andersen, ha detto che navi più grandi sono imminenti nel mercato, ma ha affermato la necessità per le società armatrici di possedere nei principali porti propri terminal con pescaggio di almeno 18 metri. I porti inoltre dovranno essere in grado di trattare navi portacontainer con file di 23 container accostati. Si potranno allora utilizzare navi da 15.000 teu.
I problemi creati dall'avvento di portacontainer di maggior portata di quelle attuali nell'instradamento o nel ricevimento dei container per e da il retroterra sono stati messi in rilievo dal professor Bernd Kortschak dell'università economica di Vienna. «Quattro arrivi di portacontainer per settimana, con allo sbarco 8.000 teu, e simultaneo imbarco di altrettanti - ha detto - esigono l'applicazione di concetti del tutto nuovi, ai quali i vari modi di trasporto non sono preparati. Questo vale soprattutto per le ferrovie che, per ragioni ecologiche, dovrebbero trasportare la maggior parte di questi carichi, e invece finora sono incappate in pesanti deficit nella movimentazione di carichi così ingenti. E' quindi indispensabile - ha concluso - una crescente collaborazione tra i diversi modi di trasporto».
I porti, scrive il settimanale svizzero, dovrebbero addivenire a nuove forme di cooperazione e concludere alleanze, rinunciando al loro ruolo di porti a orientamento regionale.
Infine Martin Reinhold, direttore del settore marketing di Eurogate, vede il futuro come l'esercizio di catene logistiche comprendenti terminal nelle principali regioni portuali del mondo, mentre Sylvia Rausch, responsabile marketing del porto di Barcellona, ha sottolineato che i porti del Mediterraneo si preparano ai futuri sviluppi con cooperazioni e alleanze.
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