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Guerra delle tariffe per i collegamenti attraverso la Manica tra P&O, Dart Line e Ferryways
Il nuovo servizio della Ferryways da Ostenda e Ipswich ha innescato polemiche e accuse di dumping tariffario
27 novembre 2000
L'inizio dei collegamenti attraverso la Manica con i treni di Eurotunnel in un primo tempo e l'abolizione delle vendite detassate di generi di consumo sulle navi traghetto che collegano le due sponde della Manica, decisa dall'Unione Europea e applicata dal 1° luglio 1999, in un secondo tempo, pare abbiano segnato la fine di una situazione relativamente tranquilla nei rapporti tra compagnie armatrici che effettuano servizi di traghettamento. Allo sbilancio intervenuto nei conti delle compagnie, che sul duty free shop facevano affidamento, e alla conseguente necessità di correttivi che si sono tradotti inevitabilmente nell'aumento delle tariffe, seguono ora vere e proprie guerre tariffarie, con accuse di dumping.
Un esempio è dato dal nuovo servizio della compagnia Ferryways tra Belgio e Gran Bretagna, dal nuovo terminal ro-ro di Ostenda ad Ipswich. Il servizio, effettuato con due navi traghetto, raccoglie circa 60.000 unità di carico (container, semirimorchi, camion) l'anno. Dopo l'inizio di questo servizio quello della P&O ha subito un calo dell'8% del trasporto merci da Zeebrugge a Dover, mentre la Dart Line ha dovuto ridurre la frequenza delle partenze da Zeebrugge. Le due compagnie armatrici accusano la Ferryways di praticare tariffe ridotte grazie ad aiuti pubblici e il segretario di Stato belga al Commercio estero ha giudicato inammissibile il modo con cui il porto di Ostenda "si appropria" dei traffici di Zeebrugge. Ha rivelato che nel porto di Zeebrugge la compagnia Dart Line effettua a proprie spese il controllo degli imbarchi per evitare quelli di clandestini, mentre a Ostenda le ispezioni dei camion e dei container vengono effettuate da disoccupati pagati dall'autorità portuale.
La Ferryways, il cui azionariato è composto per il 40% dalla D&W Agencies, per un altro 40% dalla holding pubblica Werfinvest e per il 20% dalla Mast UK, si difende affermando che la sua politica tariffaria si basa soltanto sull'evoluzione del mercato.
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