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Secondo Kværner non ci sarebbero elementi nuovi nella proposta di fusione avanzata da Aker Maritime
Il gruppo anglo-norvegese si dichiara invece disponibile ad avviare trattative per il solo settore navalmeccanico
1 marzo 2001
Secondo Kværner non ci sono nuovi elementi nella proposta di parziale fusione lanciata ieri dalla norvegese Aker Maritime. Il gruppo anglo-norvegese ha infatti affermato che tale piano poco si discosta dagli analoghi tentativi di integrazione delle due società portati avanti nei mesi scorsi dalla Aker Maritime.
Kværner ha ricordato di aver già presentato in varie occasioni i programmi di sviluppo delle sue attività nei settori petrolio e gas. «Una fusione con la Aker Maritime - ha spiegato il gruppo - non fornirebbe il sufficiente impulso per affrontare queste sfide». Le sinergie prospettate da Aker Maritime sarebbero inoltre «sovrastimate». Secondo i vertici del gruppo anglo-norvegese «l'esperienza mostra che le due società non sarebbero in grado di far fronte alla dominante quota di mercato che costituirebbero in conseguenza della fusione, e il risultato sarebbe che le commesse verrebbero assegnate a fornitori non norvegesi»
Differente invece l'opinione di Kværner sulla proposta di fusione delle attività navalmeccaniche. Il gruppo anglo-norvegese ha infatti più volte invitato Aker Maritime a valutare questa possibilità. «Il gruppo - ha ribadito Kværner - è disponibile ad avviare questa trattativa, sebbene non ritenga di poter anticipare che le sinergie possano apportare benefici quali quelli derivanti dalla fusione prospettati da Aker».
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