Oggi Aker Maritime ha annunciato il suo piano di sviluppo per il gruppo industriale-navalmeccanico Kværner, di cui è l'azionista di riferimento con una quota del 17,8%.
Secondo la Aker Maritime, che è controllata con il 63% dal magnate norvegese Kjell Inge Røkke, i rami d'attività e la solidità finanziaria della Kværner potrebbero essere potenziati combinandoli con i core business della stessa Aker Maritime e con i cantieri navali Aker Yards, che fanno capo alla società di investimenti Aker RGI. In tal modo il gruppo anglo-norvegese beneficerebbe sia degli effetti positivi della concentrazione delle attività che dell'apporto di capitali freschi.
La proposta prevede in particolare la fusione delle divisioni principali di Aker Maritime con i settori petrolifero e gas della Kværner, con la formazione di un gruppo capace, nel 2001, di un fatturato di 19-20 miliardi di corone norvegesi (2,1-2,2 miliardi di dollari Usa).
Nel comparto della cantieristica navale dovrebbe inoltre avvenire la fusione tra i cantieri Aker Yards e quelli della Kværner, con la creazione di un gruppo navalmeccanico norvegese dotato di cantieri specializzati sia in Norvegia che in Finlandia, Germania e Stati Uniti. Il gruppo avrebbe un giro d'affari di 15,18 miliardi di corone (1,7 miliardi di dollari Usa) e il suo capitale sarebbe spartito tra la Kværner e la Aker RGI, con quest'ultima nella veste di azionista di maggioranza.
Verrebbe mantenuta autonoma invece la divisione Engineering & Construction della Kværner, che però trasferirebbe alcune attività al settore Oil & Gas. Rimarrebbero inalterate anche altre divisioni del gruppo anglo-norvegese, tra cui la Pulp & Paper e la Sea Launch.
In base al piano di Aker Maritime la nuova Kværner, che conterebbe su 25.000 dipendenti, registrerebbe nel 2001 un fatturato complessivo di circa 41 miliardi di corone norvegesi, per raggiungere i 47 miliardi di corone nel 2003. Inoltre l'utile operativo si attesterebbe quest'anno sui 2 miliardi di corone e sui 2,9 miliardi nel 2003. Queste cifre non comprendono il settore navalmeccanico, in cui Kværner avrebbe 11.000-13.000 dipendenti e disporrebbe di una quota di minoranza.
Il programma della Aker Maritime prevede inoltre che l'indebitamento della Kværner venga ridotto da 5,4 miliardi di corone alla fine del 2000 a circa 3,8 miliardi a conclusione del piano di riorganizzazione, che dovrebbe concretizzarsi in 2-3 anni.
Nel settore Oil & Gas e in quello navalmeccanico le sinergie consentirebbero risparmi rispettivamente di circa 550-600 milioni e 250-400 milioni di corone.
Il piano - ha affermato la Aker Maritime - è stato presentato agli altri principali azionisti della Kværner: «le reazioni sono state positive e i contributi e i commenti degli altri azionisti sono stati inseriti in questa proposta».
Oggi Aker Maritime ha inoltre reso noti i risultati finanziari ottenuti nel 2000. L'utile ha raggiunto il valore record di 2.857 milioni di corone (oltre 320 milioni di dollari). Il ricavo operativo è stato di 10,5 miliardi di corone, contro 16,5 miliardi nel 1999.
Le prospettive per il 2001 sono ritenute soddisfacenti. Il portafoglio ordini al 31 dicembre scorso ammontava a 9,4 miliardi di corone, contro i 5,7 miliardi di corone rilevati sei mesi prima. Secondo la società il positivo effetto di questa situazione si avvertirà nel secondo semestre di quest'anno. |
|