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La decisione di mettere al bando le petroliere a scafo singolo - ha affermato il REMPEC - non può essere presa unilateralmente
Una decisione così drammatica - ha detto il direttore del centro antinquinamento marino per il Mediterraneo - deve essere presa all'interno del vasto spettro della comunità marittima
17 aprile 2001
Partecipando alla sessione pomeridiana conclusiva della quarta edizione del Seafinance di Montecarlo (inforMARE del 4 e 5 aprile 2001), il direttore di Rempec (Centro Regionale Anti-inquinamento Marino per il Mare Mediterraneo), Roberto Patruno, riferendosi al recente divieto di ingresso nei porti italiani delle petroliere a scafo singolo annunciato dal governo italiano, ha detto che il provvedimento «inizialmente si può accettare se limitato a un'unica area come la laguna veneta», aggiungendo però che «al contrario non è possibile se il provvedimento diventa legge statale non coordinata con la legislatura sopranazionale, tenendo conto che il limite di traffico delle petroliere viene a mancare proprio quando accadono incidenti nei porti adiacenti il confine del Paese». Patruno ha inoltre detto che REMPEC raccomanda «che una decisione così drammatica venga presa all'interno del vasto spettro della comunità marittima e a tale proposito l'IMO, l'Organizzazione Marittima Internazionale, è sicuramente il luogo più adatto per discutere insieme le iniziative da adottare».
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