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Assiterminal, la nuova associazione dei terminalisti italiani, ha presentato i propri obiettivi all'authority portuale di Genova
Oggi il neo presidente dell'associazione, Cirillo Orlandi, ha incontrato il presidente dell'ente portuale Giuliano Gallanti
8 agosto 2001
Ad un mese dalla sua costituzione Assiterminal, la nuova associazione dei terminalisti italiani, si è presentata oggi all'Autorità Portuale di Genova. Iniziare con un incontro con il presidente dell'ente portuale Giuliano Gallanti «è sembrato un riconoscimento, più che un dovere», ha specificato il presidente dell'associazione Cirillo Orlandi. «Siamo venuti a sottolineare quello che Genova ha rappresentato per il rilancio della portualità nazionale».
Al termine dell'incontro Orlandi - parlando con i giornalisti - ha detto che «Assiterminal rappresenta un momento di maturazione dei terminalisti», il cui ruolo era sinora "affogato" all'interno di alcune sigle che raccolgono le voci delle più disparate categorie del trasporto. Pur precisando di aver ricevuto gli auguri sia dalla FISE che da Assologistica, Orlandi ha infatti sottolineato che queste associazioni «rappresentano "anche" terminalisti, mentre Assiterminal rappresenta "solo" terminalisti». «Diverse sigle - ha comunque ribadito - rappresentano un sintomo di vitalità e di dinamismo di questo settore. Sono passati solo sette anni dalla legge 84/94, che ha fatto nascere il terminalismo portuale. Il '94 è stato un momento di rottura con il passato; ora è il momento di un nuovo rapporto tra il terminalismo e le autorità portuali. E' necessario infatti recuperare la portualità in chiave europea, senza alcuna situazione di tipo ancillare nei confronti del Nord Europa». Negli ultimi anni lo sviluppo del settore portuale e del nuovo comparto terminalistico è stato rapido, forse tumultuoso. Le aziende - ha rilevato Orlandi - prima nascono, poi crescono e quindi si associano. Ora è giunto il momento di affrontare quest'ultima fase e Assiterminal si propone senza mezzi termini quale interlocutore principale del terminalismo italiano. «La forza del contesto è tale - ha osservato - che si arriverà ad una forza rappresentativa unica».
Gallanti ha convenuto sul fatto che Assiterminal sia un interlocutore chiave per lo sviluppo della discussione politico-economica sui temi portuali, sottolineando che la nascita dell'associazione è per l'istituzione portuale un avvenimento di grandissima importanza. «L'Autorità Portuale - ha spiegato - ha spesso avvertito, paradossalmente, l'assenza della presenza della componente privata». Ma il ruolo della nuova associazione potrà essere rilevante anche in ambito europeo: «in Feport (l'associazione dei terminalisti europei, ndr) è importante che ci sia Assiterminal. Insieme terminalisti e autorità portuali possono diventare una lobby potentissima formata da pubblico e privato».
Affrontando in conclusione i temi dello sviluppo dell'imprenditoria italiana negli ultimi anni, Orlandi ha detto che l'attenzione si è concentrata troppo sulla privatizzazione, lasciando da parte la questione della liberalizzazione, vera chiave di volta della trasformazione da un sistema dominato dalle aziende pubbliche a quello fondato sulle imprese private. Parole che sembrano - né più né meno - tolte di bocca al vicepresidente della Commissione Europea Loyola de Palacio, impegnata proprio in questi mesi a sostenere la proposta dell'esecutivo UE sulla liberalizzazione dei servizi portuali. Perplessità su questa linea di politica portuale comunitaria sono state espresse anche da rappresentanti del settore terminalistico italiano. La neonata Assiterminal dovrà crescere in fretta: la partita sul nuovo assetto portuale, sia in Italia che in Europa, si giocherà nel prossimo autunno nelle aule di Bruxelles e Strasburgo.
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