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Domani scioperi nei porti europei contro il disegno di riforma portuale della Commissione Europea
L'azione, proclamata dall'ITF, si svolgerà con astensioni e interruzioni del lavoro e con lo svolgimento di dibattiti
24 settembre 2001
L'International Transport Workers' Federation (ITF) ha proclamato per domani una giornata di azioni da parte dei lavoratori portuali europei per protestare contro il progetto di riforma portuale avanzato dalla Commissione Europea (inforMARE del 21 febbraio 2001). Sono previsti scioperi, interruzioni del lavoro e lo svolgimento di dibattiti della durata di due-tre ore.
«E' quasi incredibile essere dovuti arrivare a questo punto, sette mesi dopo aver effettuato il nostro primo approccio con la Commissione Europea e dopo aver annunciato la nostra ferma opposizione», ha detto il segretario della sezione lavoratori portuali dell'ITF, Kees Marges. «Per tutto questo tempo abbiamo ribadito che non siamo contro la concorrenza, ma siamo contro l'appiattimento causato da una direttiva "poco cotta", poco amata e antidemocratica. E' la personale testarda crociata della commissaria de Palacio per portare avanti tutto ciò alla faccia della protesta di tutta l'industria e contro tutte le norme delle relazioni e del dialogo».
Di seguito riportiamo il testo dell'appello dell'ITF.
Porti senza regole? No!
La ITF, insieme con la sua associata europea ETF ed insieme agli altri sindacati dei lavoratori portuali europei, condanna il tentativo da parte della Commissione Europea di forzare l'Unione Europea ad incrementare la competitività nei porti europei. Noi non siamo contrari al principio della competitività, ma denunciamo questo particolare tentativo, poiché la proposta della Commissione Europea minaccia seriamente i porti europei. Se accettata dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento europeo, la direttiva avrà come conseguenza la degenerazione delle condizioni di lavoro dei lavoratori portuali, l'inasprimento dei rapporti con i datori di lavoro, rischi nei confronti della sicurezza e della salute sul posto di lavoro, vanificherà gli sforzi fatti per la formazione del personale e ridurrà la professionalità dei lavoratori portuali. Di conseguenza le politiche della Commissione non faranno che colpire pesantemente la qualità del servizio offerto agli utenti dei porti, cioè le compagnie di navigazione e i caricatori. Il risultato sarà la creazione di porti senza regole.
Abbiamo già toccato con mano gli effetti che le navi substandard hanno provocato all'industria marittima ed all'ambiente. Le compagnie di navigazione substandard, che purtroppo sono sempre in aumento, stanno compiendo sforzi notevoli per costringere le autorità competenti ad accettare per i porti standard qualitativi inferiori in certe regioni e in determinate circostanze. Stanno attendendo il momento giusto, il posto giusto e le persone giuste per avanzare le loro richieste. Alcuni governi cercheranno di opporsi, altri saranno obbligati a cooperare alla luce della forza che gli armatori saranno in grado di mettere in campo. Inevitabilmente questi ultimi indirizzeranno le loro politiche nella direzione di un forte ritorno a breve termine. In un contesto di accresciuta concorrenza, qualcuno all'interno della Comunità Europea - a nord, a sud, ad est o ad ovest - accetterà di avere porti deregolati e da piccole realtà locali l'onda lunga dell'emulazione si spingerà sempre più nella direzione più conveniente agli interessi forti. Accettando le proposte della Commissione Europea si apriranno le porte alla deregolamentazione dei porti, anche se questa non era l'intenzione della stessa Commissione.
Sfortunatamente il commissario dei Trasporti e i suoi consiglieri non conoscono a sufficienza l'industria marittima e la sua storia per comprendere i rischi nascosti dietro le proposte e le pressioni dei gruppi di controllo dell'industria marittima. Non dovrebbero essere solo ITF/ETF ed i sindacati nazionali ad opporsi alle politiche proposte sul tema, ma anche gli altri partecipanti, tra cui le autorità portuali, i terminal operator, le compagnie di navigazione, gli agenti e gli spedizionieri marittimi, dovrebbero opporsi al testo della proposta. Quelle compagnie di navigazione che si oppongono all'impiego di lavoratori portuali non qualificati - chiamati comunemente cowboys - per la movimentazione dei loro carichi si troveranno in un futuro non lontano a dover competere con armatori senza scrupoli che utilizzeranno porti deregolamentati, navi substandard e lavoratori portuali senza regole, con le conseguenze che già ora possono essere facilmente immaginate. Infine le compagnie di navigazione "coscienziose" si troveranno a dover affrontare situazioni con servizi portuali approssimativi e finiranno con il dover accettare servizi sotto norma. Come conseguenza immediata saranno costretti a ridurre l'impiego di personale qualificato e di conseguenza le condizioni lavorative e di sicurezza e la professionalità saranno lasciate da parte. Non abbiamo dubbi che, se si arrivasse a quella situazione, cercheranno di assumere i cowboys in precedenza scartati. Tutti questi fatti e sviluppi porteranno inevitabilmente a parecchi anni di scontri sociali nei porti europei. Fermiamo tutto ciò prima che sia troppo tardi! Siamo contrari e non vogliamo porti senza regole.
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